Per avere successo, la squadra è importante. Tuttavia gestire “prime donne” o un team di star è un’impresa a volte difficile per molti manager che sono abituati a coordinare solo alcune situazioni, senza capacità di delega. Non basta, infatti, assumere le persone migliori ma è necessario saper guidare al meglio le risorse.
I capi che non hanno familiarità con il termine fiducia, spesso tendono a essere troppo zelanti e a non far gestire le attività dei propri collaboratori per obiettivi. Innescando un processo peggiore che si trasforma in controlli assillanti, nel tentativo di assicurarsi che le attività siano in esecuzione, stati d’ansia e una scia di caos a ogni loro passaggio. Il risultato che ne deriva è che il manager diventa addirittura un ostacolo al processo.
Partiamo dal fatto che, quando si tratta di guidare un’impresa, un compito, un evento, o qualsiasi importante attività, non si può pensare essere eseguita da una unica persona. È necessario affidarsi ad altri compagni della squadra che, attraverso le specifiche competenze, riescano a mettere insieme un puzzle di strategia vincente, sinergica e attiva. In pratica si tratta di riuscire a far esprimere ogni risorsa con le proprie idee, e attraverso il lavoro di gruppo identificare i problemi reali e le soluzioni intelligenti e di buon senso che ne possono derivare.
L’agilità nella comprensione
Una squadra vincente è tale quando ogni individuo è “agile” all’apprendimento e, cosa ancora più importante, è disposto ad imparare. Oramai ogni attività di business si evolve e si modifica continuamente e saper guidare anche al cambiamento è uno dei primi obiettivi che ogni boss dovrebbe tenere ben in considerazione se si vuole restare sempre in gioco.
Condividere le esperienze, e con ciò intendo dire condividere quello che s’è imparato e quello che si può trasferire al team, è spesso una difficoltà. A volte ci si barrica dietro la scusa del “mancato tempo” o delle poche risorse. Se invece si comprendesse che ogni membro di una squadra riesce a dare molto di più se più formato, opportunamente edotto e quindi coinvolto, allora molte cose sarebbero migliori.
La conoscenza conduce alla ideazione di nuove soluzioni. Ecco perché essere informati su tutta la linea di un’attività porta a ottenere risultati più positivi.
Il rischio, invece, è quello di entrare nei processi di esecuzione solo dando pochi input, e magari quando non servono. Se poi il manager è anche lontano dal funzionamento operativo quotidiano dei processi, questi input rischiano di diventare ordini non coerenti che non fanno comprendere al team le vere sfide da compiere e da raggiungere in termini di soluzioni.
Fiducia del team
Un altro imporrante elemento per raggiungere gli obiettivi e superare ogni ostacolo è la fiducia. Quale meraviglia sarebbe se si fosse sempre tutti messi nella condizione di dire la verità, senza la paura del rifiuto o della ripicca. Non è una formula complicata. Eppure a volte i manager scelgono di non raccontare la verità, occultando errori o peggio le strategie che dovranno guidare proprio il loro team. Il nostro cervello, invece, elabora queste situazioni e ci porta – in quella che è la primordiale attività di sopravvivenza dell’uomo – a prenderne nota. Risultato? Non ci fidiamo più, e perdiamo fiducia nel manager e nell’impresa.
Integrità, lealtà, etica sono le migliori ricette per creare un team vincente e raggiungere gli obiettivi di business. Solo condividendo una visione collettiva del futuro si potranno realizzare successi e longevità dei propri progetti aziendali.