Nella vecchia Europa che sta strenuamente lottando contro l’emergere di nuovi competitor globali, più ricchi, più nuovi e forse anche più fantasiosi, capita che il più piccolo sia anche il più grande. O fra i più grandi.
Erano oltre dieci anni che non tornavo più a Monaco. L’ho vista solare, entusiasta, in preda a una magnifica frenesia di cambiamento e ingrandimento. Tanto che, adesso, se devo pensare a una capitale europea degli eventi il primo nome che mi viene in mente è proprio quello del Principato.
Le ragioni sono tante, la principale è che chi vuole organizzare un evento qui trova solo gente che parla la sua lingua. La lingua del business e delle imprese. La parlano tutti. Non soltanto gli addetti ai lavori.
Monaco ha la più alta concentrazione di aziende al mondo: 5mila in 2,5 km quadri. Ha un flusso di day tripper anch’esso enorme, considerate le dimensioni del Paese: 50mila al giorno. Ha una delle economie più stabili del pianeta. E gli organizzatori possono sempre contare sull’appoggio del governo, attraverso il Monaco Convention Bureau.
Gli alberghi costano poco. Avete letto bene, costano poco. Il pregiudizio secondo cui Monte-Carlo sarebbe una destinazione per ricchi è un pregiudizio e basta. I prezzi per camera in bassa stagione nel 2016 (singola o doppia) partono da 162 euro nei tre stelle, da 198 nei quattro stelle e da 293 nei cinque.
C’è un porto – Hercule – ricavato in una baia naturale situata ai piedi della rocca ancestrale dei Principi di Monaco. È uno dei rari, se non l’unico porto della Costa Azzurra in acqua profonda, e non per caso è adatto anche alle navi da crociera.
E l’insieme è quello che è: Monte-Carlo, sede dell’unico circuito metropolitano di Formula 1, numerosi distretti ricchi di storia e personalità, e un borgo che col suo palazzo principesco sfoggia un profilo da fiaba – quanto di più eclettico e adatto sia ai meeting tradizionali sia a eventi unconventional sia a viaggi incentive e lanci di prodotto.
Fra l’altro c’è un nuovo distretto in arrivo: si chiamerà “One Monte-Carlo”, è progettato dall’architetto inglese Rogers Stirk e dal monegasco Alexandre Giraldi, e sarà pronto alla fine del 2018. Consterà di sette palazzi, circondati da giardini e isole pedonali, che ospiteranno abitazioni private, negozi, uffici, sale meeting, spazi per banqueting e gallerie espositive. Un’ulteriore aggiunta alla già ricca offerta per meeting e incentive della Société des Bains de Mer.
Monte-Carlo oggi
Ma torniamo alla mia visita. È stata la DMC InspireME Monte-Carlo a guidarmi per il Principato, offrendomi un concetto alternativo di percorso esperienziale, valido per il B2B come per il FIT e il leisure, fra panorami incontaminati, attrazioni inusuali, case private, palazzi o residenze che hanno rilievo storico, collezioni d’arte: insomma una genuina interazione con le popolazioni locali (qui come altrove).
Ho quindi visto e “vissuto” alcuni degli angoli meno conosciuti e più poetici di questo territorio, quale per esempio la passeggiata in salita da Fontvieille a Monaco, fantasticamente italiana nel suo procedere per scalinate e architetture simili a ex voto. Fra l’altro, per noi italiani – e solo per noi – il Principato ha un valore aggiunto in più: a suo modo, è un enclave d’Italia in territorio d’Oltralpe. Tutto qui parla francese ma anche italiano, a partire dal cognome della dinastia regnante, fino all’uso comune della nostra lingua, alle tipologie di strade e stradine, al dialetto locale così simile a quelli liguri.
E da lassù, dalla terrazza naturale prospiciente il palazzo del Principe, si gode lo spettacolo forse unico al mondo di tre Stati l’uno accanto all’altro: Principato, Francia e, sullo sfondo, il promontorio di Ventimiglia e Bordighera. Uno dei pochi casi in cui le convenzioni umane aggiungono qualcosa alla bellezza della natura.
Alloggiavo al Fairmont Monte-Carlo, splendido resort urbano da 60mila metri quadri, 600 camere e suite con terrazza privata, residenze private e tre ristoranti, 18 sale riunioni e più di 3.600 metri quadri di spazi modulabili, direttamente collegato con il Centro Congressi Auditorium de Monaco. Ultimamente ha fatto incetta di premi: il «Certificato d’eccellenza» di Tripadvisor, il titolo di «Monaco’s Leading Spa Resort 2016» dei World Travel Awards e il premio di «Luxury Coastal Hotel» del World Luxury Hotel Awards, grazie a una vista panoramica che da sola abbraccia il porto, il Palazzo del Principe, l’Opera, il Casinò, la Riviera oltre che il mar Mediterraneo.
A poca distanza c’è il Grimaldi Forum, che aveva già colto per il suo 10° compleanno nel 2010, l’occasione di avviare un restyling dei suoi spazi “pubblici”. Affidato a un consorzio di architetti composto dalla ceca Eva Jiricna e dal monegasco Christian Curau, quest’ambizioso progetto da 15 milioni di euro è ora concluso, e vede, tra le tante cose, la Salle des Princes (1900 posti in totale) dotarsi della tecnologia di diffusione sonora basata sul principio di line array, oltre a due proiettori tra i più potenti ed efficienti attualmente disponibili nei centri congressi in Europa. Il proiettore Christie Roadster HD 18K è infatti rivolto verso la gestione di contenuti HD, basato sulla tecnologia più avanzata (tipo DLP) e offre la potenza di 18mila Ansi lumen disponibili su più del 90% dell’immagine.
Da segnalare, dal 14 luglio al 10 settembre del 2017, la mostra La Città Proibita a Monaco. La vita alla corte degli imperatori e delle imperatrici della Cina. Sarà esposta una ricca selezione di circa 200 oggetti straordinari che provengono dall’antico palazzo degli imperatori cinesi, insieme ad altri prestati da prestigiose collezioni europee e statunitensi.
Ho poi visitato Le Méridien Beach Plaza (379 camere e 18 suite, due ristoranti e altrettanti bar), l’unico hotel del Principato a disporre di una spiaggia privata, che costeggia una riserva marittima protetta. Il centro congressi Sea Club è stato completamente rinnovato, oggi misura 3mila metri quadri e offre 14 sale modulabili capaci tutte insieme fino a 2mila persone. A seconda delle esigenze, le terrazze, la piscina e la spiaggia possono essere allestite per offrire uno spazio all’aperto ideale per cocktail, buffet, banchetti o matrimoni.
Infine ho pranzato al ristorante stellato Vistamar dell’Hotel Hermitage Monte-Carlo (278 camere tra cui 54 junior suite, 22 suite e 12 diamond suite), il cui chef Benoît Witz propone agli uomini d’affari, dal lunedì al venerdì, un menu autunnale decisamente allettante a soli 49 euro per due portate, acqua o vino inclusi: cerali e legumi, radici saltate al momento con condimento di avocado e dragoncello, risotto Carnaroli con prodotti del mercato locale della Condamine, e infine sorbetto e Mignardises.
L’Hotel Hermitage ha un centro congressi da 10 sale flessibili capaci in totale di 340 posti su uba superficie di 565 metri quadri. Da alcuni mesi si offre anche su 3D per un’esperienza da remoto, in particolare per i professionisti del turismo.