Il Capitolo italiano della più grande associazione di settore al mondo si è dato una nuova veste e una nuova dimensione: quelle giuste.

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Devo fare una premessa: nel parlare della convention con cui MPI Italia (Capitolo italiano di Meeting Professionals International) ha festeggiato i suoi 25 anni mi riesce difficile, se non impossibile, mantenere il distacco che da giornalista mi s’imporrebbe. Mi riesce impossibile perché a quest’associazione e alla gente che la frequenta voglio bene più di quanto s’immagini. Sono socio da tantissimi anni, addirittura dal novembre 2002, quando il mondo era diverso e di sicuro ero diverso io. Da allora MPI ha accompagnato e determinato tutte le tappe della mia vita professionale, fornendomi un bacino di networking straordinario dal quale partì la mia carriera da consulente, nel 2006, e che, oggi, mi dà l’abbrivio per il più grande progetto internazionale che io abbia mai intrapreso. Per ora non posso dire di più, abbiate pazienza, scaramanzia docet.

Non sono stati anni sempre facili. Come in tutti i matrimoni, le gioie si mischiano ai dolori. A volte non ci siamo capiti e abbiamo litigato. Ma alla fine si torna sempre a fare pace. L’amica Giovanna Lucherini, attuale presidente, mi invitò a gennaio, tanti mesi fa, dicendomi che, essendo io stato l’ufficio stampa del capitolo per ben undici anni e mezzo, dal luglio 2003 al novembre 2014, non potevo mancare alle celebrazioni del venticinquennale. A quel punto cosa dovevo fare? Rifiutare? Certo che no.

Gli ingredienti per una bella esperienza c’erano tutti. L’anniversario importante. Una città meravigliosa (Napoli). Tante cose di cui parlare. E, a livello personale, anche l’insolito ruolo di “ospite esterno”, essendo io da due anni iscritto al Capitolo UK-Ireland. Ma quel che non mi aspettavo, e che mi ha ancor più positivamente colpito, è stato il programma: agile, rapido, scattante come Bolt quando fulmina tutti e macina i suoi record. Un pomeriggio di formazione, subito dopo l’assemblea dei soci. Una cena di gala nientemeno che a Villa Donn’Anna (Posillipo). E, il giorno dopo, due visite culturali in alternativa: catacombe di San Gennaro e San Gaudioso o Museo Capodimonte. C’era anche un farewell lunch, a seguire, presso la città della Scienza, ma non vi ho partecipato.

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Punto. Quick and smart, come vedete.

Ricordo ancora le lunghe convention di anni addietro. Altri tempi. Il mercato associativo di settore in Italia non era quello di oggi e le esigenze di incontro erano superiori. Eravamo in un mondo meno connesso, parlarsi era più difficile. Oggi allungare il brodo risulterebbe stucchevole. Molto, ma molto meglio abbandonare manie di grandezza fini a loro stesse e offrirsi per quello che si è: uno dei Capitoli europei – il primo in ordine cronologico e, credo, ancora fra i più grandi – della maggiore community internazionale di professionisti del settore degli eventi. Una cosa piccola dunque, ma importante. Non multa sed multum, per dirla alla latina.

E oggi MPI Italia ha davvero acquisito questa dimensione di eccellenza qualitativa. Gli speaker sono stati tutti all’altezza e nei loro brevi seminari hanno lasciato un segno in ciascuno di noi. Ecco i loro nomi: Concetta D’Emma, unconventional founder; Alessandro Costantino, business gardener; Carlotta Trevisan, partner di Chinese Friendly Italy; Bert van Loon, independent strategist. E poi il keynote, Gaetano Contento, che ha parlato dell’importanza della comunicazione nelle dinamiche umane, non solo di business – cosa su cui non si insisterà mai abbastanza.

A lasciare un segno è stata anche l’organizzazione senza sbavature. Il bel clima che si è creato. Il volersi ritrovare senza strafare. E 25 anni che appartengono a tutti, anche a chi, nel lontanissimo 1991, in un mondo senza Internet e con le torri gemelle lungi dall’essere abbattute, non era ancora nato o quasi.

Ad multos annos, cara MPI. In Italia e nel mondo.

Stefano Ferri

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