La mobilità aziendale, vista nella sua accezione generale, ha un effetto estremamente positivo sull’economia di un’azienda e sulla sua capacità di incrementare la produttività. Guardiamo per esempio come una trasferta di lavoro diventi importante elemento per incontrare nuove persone, nuovi business, fidelizzare clienti o più semplicemente sviluppare collaborazioni in azienda e con i partner quando si tratta di un evento.

Si condividono idee, si sviluppano azioni di networking e si può anche aumentare il livello di soddisfazione di un collaboratore. Senza dimenticare i numerosi vantaggi che si possono conseguire per la collettività.

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Mobilità sociale

Tuttavia, ci sono anche altri aspetti, a volte meno felici, che riguardano la mobilità. Stiamo parlando di quella sociale, riferita alle migrazioni. La viviamo direttamente o la osserviamo a volte increduli e a volte indifferenti attraverso i media.

Le migrazioni tenderanno ad accelerare nell’arco dei prossimi due decenni, poiché il divario di reddito tra Paesi ricchi e Paesi poveri non diminuirà. Perché i conflitti, guerre e persecuzioni non sono più effetti straordinari, ma stanno diventando una costante. Perché la ricerca di opportunità e di migliori condizioni di vita, condizioni abitative, istruzione, salute, cultura sono elementi imprescindibili di ogni essere umano.

Le persone, gli immigrati, che intraprendono il pericoloso viaggio verso la sicurezza o il sogno di un maggior benessere, vivono spesso in condizioni di estrema precarietà: esposte agli elementi e alla violenza, spesso senza protezione né certezze per il futuro, e tutto questo si ripercuote sulla loro salute.

A pensare a una soluzione per assistere meglio gli immigrati, i rifugiati e i richiedenti di asilo, che necessitano di cure lungo le tappe del loro viaggio, è stata l’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) e la Fondazione IBM Italia.

La soluzione chiamata “People on the Move” permette agli operatori, tramite appositi tablet, di inserire in modo immediato i dati medici dei pazienti a prescindere dalla connessione.
Tutti i dati raccolti in forma anonima confluiscono in tempo reale in un unico database così da far ottimizzare la risposta medico – umanitaria dei Medici Senza Frontiere e garantire assistenza e condizioni di vita dignitose.

L’App è già in uso in Serbia, dove MSF offre assistenza attraverso cliniche mobili nei campi al confine con l’Ungheria e nei parchi di Belgrado. È stata utilizzata per 2444 consultazioni mediche, 206 sessioni individuali di salute mentale e 174 sessioni di gruppo in soli due mesi, a opera di due team di medici e psicologi.

Sulla nave Bourbon Argos il tablet viene usato dal team medico che raccoglie tanto i dati medici individuali dei pazienti assistiti, quanto i dati aggregati dei diversi soccorsi (dall’avvio della App, 7 soccorsi per un totale di 4337 persone).

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Una banca dati in continuo divenire

Una banca dati in continuo divenire, che potrà potenzialmente essere estesa ad altri progetti lungo le rotte della migrazione. L’uso di “People on the Move” consentirà a medici ed epidemiologi di comprendere e di agire, grazie a tutti i dati raccolti, in un modo più specifico e veloce. Con l’introduzione di Watson Analytics, i dati potranno essere analizzati utilizzando le capacità predittive e prescrittive del cognitive, consentendo alle squadre sul territorio la scoperta di informazioni nuove e obiettive.

L’App consente di registrare in forma anonima le caratteristiche dei pazienti, le loro condizioni di salute e vulnerabilità (minori non accompagnati, donne incinte, disabili, persone sopravvissute a traumi o con patologie croniche), i traumi subiti prima o durante il viaggio, il tipo di intervento medico o psicologico effettuato dalle équipe di Medici Senza Frontiere, fino all’eventuale trasferimento nel sistema sanitario nazionale.

Per saperne di più, guarda il video
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