Poco tempo fa una nostra lettrice ci ha chiesto come mai non parlassimo mai dell’Abruzzo.

La verità è che è stato proprio l’Abruzzo, dopo la tragedia del terremoto nel 2009, a non far parlare più di sé sul piano turistico, se non per alcune manifestazioni di carattere storico-religioso o per il Settembre di Lanciano, con i suoi numerosi eventi pirotecnici, enogastronomici e musicali.

Lanciano che nel 1952 venne insignita con la medaglia d’oro al valore militare da Luigi Einaudi, come uno dei luoghi simbolo della resistenza italiana.

Altri tempi. Oggi che anche la neve si è messa in mezzo per martoriare una terra già disastrata, la situazione si fa ancora più grave e la sopravvivenza di quei territori sempre più a rischio.

laquila

Nel corso di una nota trasmissione serale in onda su Rai 1 qualche mese fa, l’attuale Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Graziano Delrio aveva incensato i lavori che si stanno compiendo a L’Aquila, definendo la città un cantiere all’avanguardia per lo studio delle ricostruzione post sismica.

Sarà, ma pur sempre di cantiere si tratta, e nonostante la piazza principale della città stia lentamente riprendendo vita, nonostante il successo della manifestazione “Jazz italiano per L’Aquila” sia in grado di muovere oltre 60.000 persone ogni settembre, il turismo non può certo beneficiare di una situazione che si trascina ormai da più di 8 anni.

Laquila_festival del jazz

Non è semplice parlare dell’Abruzzo in questi giorni a seguito della tragedia che ha coinvolto l’hotel di Rigopiano. Ma da qualcosa bisognerà pur ripartire.

GranSassoNon c’è altro modo, per rilanciare il turismo della Regione, se non quello di promuovere in maniera coordinata quello che la Natura e una scarsa prevenzione dell’uomo non hanno portato via; gioielli unici, come il Parco Nazionale del Gran Sasso, quello della Maiella, fino a Campotosto, comune in provincia de L’Aquila e sede del secondo lago artificiale più grande d’Europa per estensione.

Nel mentre continuano su televisioni e media le raccolte fondi per il Centro Italia, per aiuti che sembrano non essere mai abbastanza.   La maggior parte dei soldi raccolti viene destinata per tamponare le emergenze, per l’acquisto di moduli abitativi (con 100 mila euro se ne comprano almeno 5, uno per famiglia), continuando a rimandare il vero problema, ossia la messa in sicurezza dei territori e la loro ricostruzione.

Ma il senso dell’articolo non è fare polemica. Il senso è accendere i riflettori su tutto ciò che di positivo è rimasto nelle Regioni del centro Italia devastate da terremoto e neve.

Non solo l’Abruzzo ma anche Marche e Umbria, di cui avevamo parlato in un recente articolo, e la provincia di Rieti con Amatrice tra i luoghi simbolo della tragedia

Promuovere e dare loro la nostra solidarietà. Per quel che ci compete non possiamo fare altro.

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Un pensiero su “Regioni martoriate”
  1. Bene, se questa è la promessa, ci aspettiamo che lo facciate. A parte alcuni luoghi che hanno avuto danni dalle nefaste vicende del terremoto e dalle nevicate straordinaria dei giorni scorsi, il resto della Regione non ha risentito ne dell’uno ne dell’altro. Purtroppo non siamo sufficiente bravi a promuovere le nostre identità e risorse e le istituzioni non ci sono di aiuto. Se volete suggerimenti su eventuali redazionali o volete pubblicare articoli scritti direttamente da noi abruzzesi vi offro la mia collaborazione. Cordialmente

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