Vorrei ma non posso. Una battuta del premier Mario Draghi in conferenza stampa riassume bene il sentiment degli italiani in questo nuovo periodo di restrizioni a causa della pandemia covid-19. “Se potessi andare in vacanza lo farei”, ha dichiarato il premier commentando le parole del ministro del Turismo Garavaglia, ottimista verso la riapetura estiva del turismo e della possibilità di prenotare vacanze in Italia.
Una fotografia più analitica arriva dall’Osservatorio Confturismo – Confcommercio: comincia lentamente a tornare la voglia di viaggiare ma a frenare i progetti di vacanza degli italiani sono, da un lato, le restrizioni agli spostamenti rafforzate dalle ultime misure del Governo, dall’altro le incertezze sui tempi delle vaccinazioni.

Un intervistato su tre, infatti, dichiara che, tra marzo e maggio, avrebbe voluto programmare un viaggio ma non lo ha fatto per le disposizioni che impediscono di circolare tra le diverse aree dell’Italia, oltre che verso gli stati esteri. In termini pratici questo vuol dire che, a coloro che comunque non sarebbero partiti, per timori per la salute, per mancanza di ferie o di disponibilità economiche, si aggiungono, da qui all’inizio dell’estate, altri 5 milioni di connazionali che non si muoveranno per turismo in Italia, pari a quasi 12 milioni di presenze in meno.

Ancor più pesano sulla prossima estate le indecisioni sul piano vaccini. Il 75% degli intervistati dichiara che, se potesse essere vaccinato nelle prossime settimane, sarebbe più propenso a programmare da subito le vacanze, in pratica a prenotare. Dunque tre quarti del popolo italiano dei vacanzieri, quindi quasi 20 milioni di persone prendendo a riferimenti i dati ISTAT, non fa progetti di viaggio perché resta in attesa di sapere quando verrà vaccinato.

A ciò si aggiunge il fatto che il 62% del campione dice che considererebbe con attenzione l’ipotesi di andare in una destinazione “Covid free”, dove un sistema composito di test in partenza e di operatori turistici e popolazione locale vaccinata garantirebbe una sorta di “bolla” per proteggere la salute. Attenzione dunque a non restare indietro rispetto ai competitor di Grecia, Spagna, Croazia e altri Paesi che perseguono da settimane questa strategia e, soprattutto, stanno costruendo su di essa una pesante linea di comunicazione interna e verso l’estero. L’Italia potrebbe restare a bocca asciutta di turisti anche per la semplice mancanza di queste azioni basilari.
Luca Patané, Presidente di Confturismo-Confcommercio dichiara: “Il piano delle vaccinazioni non è solo un tema di salute, è un elemento essenziale per fare ripartire l’economia del Paese, cominciando dal turismo, che vale il 13% del Pil. Da questo Governo – che tra l’altro ha ricostituito il Ministero del turismo dopo tanti anni – ci attendiamo scelte decise. Bisogna puntare sul nostro settore, non solo con ristori adeguati in rapporto alle enormi perdite accumulate, ma anche vaccinare con priorità i nostri addetti, aderire da subito e con convinzione all’iniziativa dei green pass digitali proposta dall’Europa e realizzare corridoi e destinazioni Covid free comunicandolo ai grandi mercati, come stanno facendo altri paesi.” C’è poi il tema del rilancio complessivo del settore, aggiunge Patané: “Il PNRR del 12 gennaio scorso, che al turismo dedica risorse per 1,5 miliardi in totale, deve essere profondamente rivisto. Il settore va posto al centro delle linee di intervento previste su digitalizzazione, transizione ecologica, riqualificazione di strutture e competenze, inclusione sociale e mobilità. Su questi temi abbiamo pronte proposte progettuali concrete, redatte da esperti ed europrogettisti, che vogliamo presentare nei prossimi giorni al Ministro Garavaglia”.

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  • Redazione Qualitytravel.it

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