Lo scorso weekend, durante la Meetica convention dell’italian chapter di MPI, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Julius Solaris, uno dei più noti keynote speaker dell’industria degli eventi ed editor in chief di Event manager blog.
Abbiamo chiesto a Julius, italiano di origine ma basato a Las Vegas, quali sono i tre consigli che si sentirebbe di dare agli organizzatori di eventi. La sua risposta non lascia spazio a interpretazioni: “Innanzitutto non bisogna chiudersi a riccio sul modo di fare le cose e continuare a operare in un certo modo perché ci è stato insegnato così – spiega Julius – Bisogna invece concentrarsi sull’essere innovativi e creativi nel problem solving e abbracciare le novità del nostro lavoro. In secondo luogo bisogna ricordarsi che il nostro lavoro è cambiato e non siamo più esecutori di to do list. Siamo invece persone che devono portare avanti strategicamente il messaggio dei nostri sponsor e creare valore per i nostri attendees. Ultima cosa: non chiuderci davanti alla tecnologia, focalizziamoci su ciò che accade intorno a noi perché è quello che ci dà un vantaggio competitivo”.
Nel corso di Meetica Julius Solaris ha tenuto uno degli speech più seguiti e coinvolgenti della tre giorni in cui ha elencato i trend che stanno cambiando il mondo degli eventi e ha dato alcune regole da seguire per interpretare il cambiamento:
La prima è “Put FIRE in your events“, dove FIRE è l’acronimo di: Flawless execution, Idea, Relevance e Engagemnt”. Un altro passaggio importante è stato quello sulle sponsorship, partendo da una statistica interessante: il 43% dei professionisti degli eventi non è in grado di provare a uno sponsor qual è il suo ritorno su un investimento. L’approccio consigliato da Solaris è quello di partire da metriche ben precise e dall’essere Creativo nel proporre il coinvolgimento degli sponsor, Allineato a quelle che sono gli obiettivi della committenza e offrire risultati Tangibili e misurabili sul ROI. Il cosiddetto CAT approach.
Julius ha poi spiegato come usare a proprio vantaggio una delle più gravi malattie portate alla luce da interner, il FOMO, fear of missing out, la paura di essere tagliati fuori. Negli eventi questo si traduce nel creare situazioni esclusive in cui gli assenti avvertano il timore di essersi persi qualcosa di importante, in modo che non mancheranno di partecipare all’evento successivo.
Per concludere ha suggerito agli organizzatori che vogliono coinvolgere i partecipanti agli eventi di padroneggiare le 6 P dell’engagement: Place, People, Performers, Public, Platforms e Purpose.