La Serie A si trova in un momento di crisi finanziaria particolarmente elevata che sta mettendo a rischio il futuro di giocatori e intere società. A seguito della chiusura degli stadi, infatti, molte squadre si ritrovano senza un quantitativo di entrate sufficiente per sostenere gli ingenti costi derivanti da stipendi, allenamenti e trasferte. La situazione è talmente tragica che alcuni dirigenti hanno iniziato a chiedere aiuto allo stato, proponendo un’abolizione del decreto dignità in vigore da poco più di anno.

Questa manovra consentirebbe alla squadre di recuperare alcuni profitti pubblicitari che il decreto ha bloccato, anche per far fronte a una tendenza di investimento a ribasso degli sponsor che negli ultimi mesi hanno erogato il 20% in meno rispetto all’anno precedente. Stessa tendenza anche per i diritti televisivi, dove alcune quote sono ancora bloccate per dei conflitti di interesse tra Lega Serie A e Sky Sport, lasciando le squadre nella più totale incertezza.

È evidente che sia necessario un intervento e l’eliminazione del decreto dignità potrebbe essere la mossa giusta. Abolendo il decreto, infatti, le squadre potrebbero mostrare nuovamente pubblicità di betting come le NetBet scommesse live negli stadi, durante gli intervalli delle partite e anche sulle maglie. Il decreto, infatti, ha abolito qualsiasi forma pubblicitaria legata a questo settore, lasciando alcune squadre in una situazione disastrosa, come ad esempio la Roma che portava sulla maglia proprio uno sponsor legato a questa nicchia.

Quali sono le altre soluzioni per salvare la Serie A?


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L’abolizione del decreto dignità non è l’unica soluzione proposta da parte degli amministratori e dirigenti delle squadre. Per evitare il deficit, infatti, pare che sia necessario un intervento più concreto del governo. Anche se nessuno ha mai parlato di richiedere fondi in denaro per salvaguardare lo sport, è chiaro che anche questa idea potrebbe essere una soluzione adeguata per evitare di far finire in bancarotta alcune squadre.

Il problema, però, è che le società calcistiche devono sorreggere dei costi elevatissimi, principalmente per gli stipendi faraonici di certi giocatori. Per questo motivo, l’opinione pubblica è divisa tra chi pensa che sia giusta una riduzione degli stipendi e chi invece è a favore di una erogazione di fondi.

Altra soluzione più plausibile nel breve termine sarebbe quella di un differimento delle tasse, consentendo alle squadre di evitare di versare le imposte dovute per poter investire nuovamente le proprie plusvalenze al 100%. Questo rinvio delle tasse non significa che le società non dovranno mai pagare gli importi dovuti, tuttavia, rallentare la pressione fiscale e agevolare le società per consentire loro di risanare i bilanci potrebbe essere la decisione giusta. Questa stessa proposta è supportata anche da dirigenti di spicco nel mondo calcistico come Marotta, amministratore delegato dell’Inter, e Agnelli, presidente della Juventus.

Il fatto che le maggiori squadre del campionato, quelle che dovrebbero generare più entrate e profitti date le posizioni occupate in classifica nei vari anni si ritrovino in crisi è segno che la situazione non sia proprio delle migliori. Per evitare che la Serie A crolli è necessario prendere una decisione tempestivamente, sia che si tratti di abolire il decreto dignità che accettare una tra le altre proposte a livello finanziario.

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  • Redazione Qualitytravel.it

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