Si parla spesso delle “Grandi” e poco o nulla delle “Piccole e Micro” Imprese, ma queste ultime costituiscono più del 90% del tessuto imprenditoriale italiano, anche dell’occupazione. Purtroppo però le micro e piccole imprese rischiano di rimanere indietro nella competizione globale, perché spesso hanno maggiore difficoltà a comprendere ed attuare il cambiamento e l’innovazione.

L’Osservatorio Piccola e Micro Impresa promosso da Prolution Group ha svolto nelle settimane scorse una indagine (Interviste telefoniche e Casi su un campione di 2000 imprese), dalla quale sono emersi dati interessanti: solo il 31% degli intervistati ha pianificato i propri investimenti attraverso l’uso di un Piano di Marketing e il 20% addirittura ignora del tutto di cosa si tratti.

Ancora: del 31% che ha svolto il Piano di Marketing, il 79% lo ha realizzato una sola volta e non lo rivede nel corso dell’anno.

Tra coloro che non hanno mai fatto un Piano di Marketing, le motivazioni più diffuse sono la mancanza delle competenze necessarie (40%) e la poca fiducia in Agenzia e Consulenti esterni (31%).

“E’ evidente che in un periodo complesso come questo non avere un Piano di Marketing e non rivederlo periodicamente, significa navigare a vista. – ha dichiarato Edoardo Lisi di Prolution Group – Ed è probabilmente qui il vero problema della microimpresa italiana: una visione troppo spesso a breve termine, poca programmazione, poca innovazione.”

“Occorre una bussola, degli obiettivi da perseguire in un dato arco temporale, una strategia, l’ottimizzazione dei tassi di conversione dei tanti canali di Marketing che vanno utilizzati in sintonia come gli strumenti di un’orchestra e tanto altro ancora. Se avere le idee chiare è importante per una grande impresa, già forte e con la liquidità sufficiente a coprire eventuali perdite dovute a scelte errate, diventa fondamentale al diminuire delle dimensioni dell’impresa. Anche per questo il 96% delle imprese, in gran parte proprio quelle più piccole, chiude nei primi 10 anni di vita.” – ha aggiunto Marco Rubini dell’Osservatorio Prolution Group.

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