Booking.com ha pubblicato un rapporto internazionale che analizza il sentiment dei consumatori nei confronti dell’intelligenza artificiale, coinvolgendo oltre 37.000 persone in 33 mercati. Lo studio mostra un quadro in chiaroscuro: da un lato entusiasmo e curiosità, dall’altro cautela e diffidenza quando si tratta di affidare all’IA decisioni autonome.
Il 91% degli intervistati si dichiara entusiasta della tecnologia e il 79% afferma di conoscerne il funzionamento, anche se a livelli diversi a seconda dell’area geografica. L’America Latina e l’Asia Pacifico guidano per familiarità e apertura, mentre Nord America ed Europa risultano più scettici. In particolare, il 32% dei consumatori nordamericani e il 29% di quelli europei afferma di non fidarsi delle informazioni generate dall’IA.
Nonostante il forte interesse, solo il 6% degli utenti dichiara una fiducia totale e appena il 12% si sente a proprio agio quando l’intelligenza artificiale prende decisioni in autonomia. La maggioranza preferisce un utilizzo “assistito”, in cui l’IA supporta ma non sostituisce il giudizio umano. «L’opportunità che ci aspetta è straordinaria – ha dichiarato James Waters, Chief Business Officer di Booking.com – ma per guidare i viaggiatori nel futuro occorre garantire trasparenza, sicurezza e costruire fiducia».
Il settore dei viaggi è tra i più esposti a questa trasformazione. Secondo la ricerca, l’89% dei consumatori vorrebbe utilizzare l’IA per pianificare le proprie vacanze. Due su tre hanno già sperimentato la tecnologia per la scelta delle destinazioni, la prenotazione o l’organizzazione sul posto. In particolare, gli assistenti basati su IA (24%) vengono considerati più affidabili dei blogger (19%) e degli influencer (14%). Durante il viaggio, l’IA viene usata soprattutto per traduzioni (45%), suggerimenti su attività e ristoranti (oltre il 40%) e orientamento in città sconosciute.
Un dato interessante riguarda la sostenibilità: il 71% apprezza i consigli dell’IA per evitare mete sovraffollate o periodi di alta stagione, mentre il 60% chiede che vengano segnalate esperienze capaci di generare impatti positivi sulle comunità locali.
Il rapporto conferma dunque che l’intelligenza artificiale non è più percepita solo come strumento tecnologico, ma come fattore che può incidere direttamente sull’esperienza di viaggio e sulle scelte dei consumatori. Resta però il nodo della fiducia, che si conferma il vero terreno di sfida per un’adozione più diffusa e consapevole.