Nel corso di una serata all’ADI Design Museum, Alidays ha presentato Alyda, la nuova piattaforma di progettazione di viaggio. Uno strumento tecnologico che vuole essere però un alleato dei consulenti delle agenzie e non un sostituto, all’insegna della filosofia del gruppo che mette al centro la persona nella duplice veste di consulente e di viaggiatore, per creare un viaggio tailor made che rispetti tutte le esigenze del cliente e si avvicini più possibile al suo sogno.
«Creare il viaggio, ascoltando la persona, le sue aspettative ed i suoi desideri, è per noi la sfida quotidiana che vogliamo condividere con tutti i nostri partner – racconta Davide Catania CEO Alidays – Per noi la vera destinazione è la persona. La tecnologia altro non è che uno strumento, necessario ma non sufficiente, per realizzare viaggi unici, che richiedono sensibilità, cura, passione e la conoscenza di professionisti specializzati nella progettazione di viaggi su misura, che abbiano significato per la persona».
Un concetto che solo apparentemente va controcorrente, in quanto mette sì al centro il rapporto umano e quindi valorizza il ruolo delle agenzie, ma che allo stesso tempo senza la tecnologia non potrebbe riuscire a creare una proposta di viaggio così personalizzata.
La presentazione della piattaforma, alla presenza di tutte le maggiori Top Agencies, è stata ben lungi da essere tecnica, ma ha coinvolto alcuni ospiti d’eccezione in un talk show – intervallato da divertenti sketch di due bravi attori – “In viaggio verso la persona fra scrittura, musica e tecnologie digitali”.
Maria Sebregondi, Co-Founder e presidente della Moleskine Foundation, ha raccontato come annotare e trascrivere in un taccuino le emozioni e le esperienze di un viaggio sia un’azione densa di significato e che, come anche le neuroscienze testimoniano, la scrittura è immersione in una dimensione interiore, unica ed irripetibile. Contrariamente alla fotografia, scrivere su un taccuino, permette di fissare anche il proprio paesaggio interiore.
Beatrice Venezi, Direttore d’orchestra e appassionata di viaggi, ci ha ricordato che la musica, come il viaggio, è una lingua universale che emoziona, e il viaggio diventa fonte di ispirazione. Venezi ricorda come ci sia molta letteratura musicale legata al viaggio, e come ogni rappresentazione sia un’interpretazione che cambia ogni volta secondo la cultura del luogo e del pubblico presente, così come cambia il rapporto con l’orchestra. Come il viaggio, la musica parla all’individuo, ma genera coinvolgimento e condivisione. La musica è scambio, è reciprocità, è crescita e anche memoria.
Roberto Verganti, Professor of Leadership & Innovation at Stockholm School of Economics, Harvard Business School, Politecnico di Milano, ha portato la platea ad interrogarsi sulla concezione del viaggio. Secondo Verganti, “i luoghi sono costruttori d’identità” che permettono una crescita personale. Bisogna partire con una domanda ben precisa, chiedersi perché e che cosa si voglia scoprire, mettersi in gioco attraverso la conoscenza di un’altra cultura per conoscere meglio la propria. Non vedere sempre ‘cose diverse’ ma magari le stesse cose con occhi sempre diversi perché dire ‘ci son già stato’, non esiste.