di Francesca Ferrara

Negli ultimi anni è aumentato il trend dell’organizzazione del viaggio tramite le piattaforme che offrono la possibilità di vedere in anticipo le location attraverso una gallery di fotografie e di consultare le recensioni di chi vi ha soggiornato. Assieme a questo trend è aumentata anche la tendenza di scegliere un soggiorno fuori dal circuito alberghiero. I numeri dell’extralberghiero, infatti, risultano in crescita: sempre più persone, grazie all’esistenza delle piattaforme di prenotazione scelgono soluzioni b&b in alloggi dedicati all’hospitality, ma chi oggi fa l’host non può farlo a caso, ma deve rispettare le regole e non essere abusivo.

Portali e figure professionali

A fronte di un trend di un incoming positivo, il settore extralberghiero, realizzato per lo più da appartamenti e case che i proprietari destinano all’incremento del proprio reddito nasconde molte insidie tra cui quella della nascita di soggetti che si definiscono property manager, spinti dalla facilità di proporre un immobile per brevi locazioni in vetrina sulle piattaforme, senza alcuna preparazione professionale.

“Il fenomeno degli improvvisati manager senza autorizzazione dalla Camera di Commercio e  pseudo property manager soggetti che si autodefiniscono gestori o intermediari non effettuano sostituto d’imposta e poi eludono oneri fiscali e, delle volte, non hanno neanche capacità organizzative di curatela dell’organizzazione e gestione dell’immobile (dal check-in, alle pulizie, al cambio lenzuola, all’offerta del breakfast). Lo scopo di fondo è quello di mettere a reddito gli immobili di proprietà in cui non si abita”   spiega  alla BMT (Borsa del Turismo del Mediterraneo) Agostino Ingenito, presidente di A.B.B.A.C. (Associazione Bed&Breakfast e Affittacamere della Campania).

“Il paradosso è che l’esistenza di questi portali fa in modo che stia crescendo una generazione di operatori che crede che tutto dipenda da queste piattaforme in maniera automatica quando l’ospitalità è manodopera della ricezione, è rapporto interpersonale con l’ospite”.

Caso Italia

La domanda da porsi è:”Che tipo di turismo vogliamo in Italia quale offerta si vuole dare ai viaggiatori/ospiti?”

La risposta a questa domanda è complessa in un paese che presenta 20 leggi regionali diverse, una per ogni regione a discapito di una unica normativa che renda la gestione dei flussi turistici tratta in egual maniera in qualsiasi territorio italiano.

“Paraddossalmente, questo paese che ha come grande sua risorsa il Turismo non ha un ministero dedicato, ma bensì una delega affidata ad altro ministro. Il 14%Pil Italiano nazionale è turistico” continua Ingenito e sottolinea che L’utente odierno che sceglie la vacanza in tre minuti è orientato al low-cost – alla vacanza smart anche per la tassa di soggiorno senza rendersi conto che ogni città può avere caratteristiche diverse. Ad esempio, non è scontato che sappia che a Napoli esiste la più grande collezione archeologica, oppure che voglia fare otto chilometri per arrivare a Pompei o che voglia farsi una esperienza culturale”.

Sviluppo reti nel sistema turistico

L’ASSORETI PMI (Associazione Reti di Imprese PMI) ha individuato nel settore del turismo una leva strategica per lo sviluppo economico territoriale.

“Il turismo è strategico perché è un settore dell’economia orizzontale che genera effetti benefici diretti e indiretti anche per altri settori e ha la capacità di sfruttare domanda esterna in quei luoghi dove la domanda interna è rallentata” spiega il Professore Francesco Verde e continua “Per tenere alta la domanda  e fare una azione di pressione sulla richiesta bisogna avere il dimensionamento e offrire i servizi adeguati oltre che avere le competenze e politiche idonee e come AssoReti Pmi ci facciamo portavoci per supportare l’aggregazione, incrementare il dimensionamento dei singoli operatori attraverso le reti d’impresa per migliorare il funzionamento delle reti attraverso la filiera del settore che costituisce l’insieme dell’offerta e attraverso le reti i percorsi di specializzazione e di qualificazione delle competenze. Si tratta di una formazione immediatamente implementabile sul lavoro e  tutto ciò offre un’esperienza completa al turista che oltre a visitare un posto bello si è trovato anche bene nella struttura ricettiva ed è motivato a ritornare. L’aggregazione è elemento chiave nel settore soprattutto nell’extralberghiero”.

 

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