Il governo Draghi appena entrato in carica ha annunciato la costituzione di un Ministero del Turismo con portafoglio slegato dal Mibact (che in futuro assumerà la denominazione di Ministero della Cultura con la conferma di Dario Franceschini). Nel ruolo di futuro ministro del Turismo ha giurato il leghista Massimo Garavaglia, già viceministro per l’Economia nel governo Conte 1 e assessore al bilancio della Lombardia nella giunta Maroni. Il turismo torna dunque alla Lega Nord dopo la parentesi di Centinaio al Mipaaft proprio nel Conte 1.
Come già accaduto con gli ultimi due mandati la nomina non sarà effettiva da subito perché serve un decreto per spostare le funzioni dal Mibact al neonato Ministero del Turismo. In realtà si tratta di un ritorno dopo 27 anni dall’abolizione referendaria del Ministero del Turismo e dello Spettacolo nel 1993. Non a caso il ruolo ufficiale di Garavaglia, almeno inizialmente, è quello di “Coordinamento di iniziative per il turismo”, un titolo necessario e che, come spiegato da Draghi, è inizialmente senza portafoglio, ma preposto a diventare il nuovo Ministro del Turismo con Portafoglio.
Non si tratta solo di cambiare nome e sede al Dipartimento del Turismo in seno al Mibact : essendo la competenza del turismo ancora delle Regioni sarà probabilmente necessaria una riforma costituzionale del Titolo V per avere un effettivo portafoglio con autonomia di spesa. Per cui la strada del nuovo ministero è sicuramente in salita: negli ultimi due governi, che hanno visto lo spostamento all’Agricoltura e il ritorno alla Cultura del Dipartimento Turismo, sono serviti circa 6 mesi per rendere operativa la nuova struttura. La notizia positiva è che per la prima volta c’è una larga maggioranza per approvare una modifica del titolo V della Costituzione e una dote di 8 miliardi di euro del recovery fund da non sprecare.
Per approfondire: la lista di tutti i ministri del Governo Draghi
Positivi i primi commenti:
Fiavet-Confcommercio si congratula con Massimo Garavaglia per il suo incarico di Ministro Del Turismo. Per la presidente Ivana Jelinic “L’attenzione del premier Mario Draghi al nostro settore è tale da dedicare, finalmente, al Turismo, un ministero specifico. Un ministero atteso da anni dal comparto e che giunge nel momento più difficile della storia del turismo italiano. Siamo certi che agenzie di viaggio e operatori turistici avvieranno presto un fattivo dialogo e una collaborazione in vista di una rinascita completa del settore basilare per il nostro Paese, che occupa 13% del PIL, e impegna il 15% della forza lavoro. Non era più possibile non dedicare un ministero a un comparto che, come attestano i dati di Confcommercio, contribuisce per 44 miliardi alla bilancia commerciale italiana e registra un valore della produzione di 190 miliardi. In qualità di presidente di Fiavet-Confcommercio, do la mia piena disponibilità, da subito, per un dialogo fattivo e concreto”.
Per Luca Patané, presidente di Confturismo Confcommercio: “Un Ministro del turismo con competenze perfettamente ritagliate nel quadro previsto dalla Costituzione e con portafoglio. Ci voleva Il Professore Mario Draghi per risolvere con determinazione e lucidità una questione sulla quale ci si arrovellava da decine di anni senza trovare mai la soluzione. Se il buongiorno si vede dal mattino, si apre una grande stagione per il turismo, stremato dalla crisi in corso, almeno sotto il profilo istituzionale. Ringraziamo il Presidente del Consiglio per la grande sensibilità ai temi del nostro settore che ha dimostrato con questo gesto importantissimo. Diamo il benvenuto al Ministro Garavaglia che siamo pronti ad incontrare, non appena si sarà insediato, per supportarlo da subito nell’impegno che lo attende”.
“Con la reintroduzione di un Ministero del Turismo con portafoglio il turismo italiano, la prima industria del Paese con il 13% di contributo al PIL, finalmente dopo 18 anni di attesa ritrova la propria casa – dichiara la Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – Si tratta di un risultato storico, frutto di anni e anni di battaglie portate avanti nella convinzione che solo con un dicastero ad hoc si potesse governare un sistema, un mercato, così complesso e variegato come quello turistico che oggi tocca ogni aspetto della vita economica del Paese”.
Per Nicola Ciccarelli, presidente del gruppo proprietario di Swadeshi Hotels e consigliere nazionale Confindustria Alberghi, “La nascita del ministero del Turismo con portafoglio è un segnale che accogliamo con entusiasmo e favore. Potremo finalmente confrontarci con un rappresentante che si dedicherà esclusivamente a un settore che dà lavoro in Italia a 300 mila persone e vale il 14 per cento del Pil. C’è molto da fare, il 2020 è stato l’anno zero del turismo, messo in ginocchio dalla pandemia. Basti pensare che lo scorso anno il fatturato degli alberghi italiani, secondo le stime di Confindustria Alberghi, è calato dell’80 per cento rispetto all’anno precedente”.
Per Sabrina Talarico, presidente Gist, Gruppo Italiano Stampa Turistica, “Grazie al recovery fund, nel cui capitolo relativo all’innovazione tecnologica, alla svolta green e digitale è ricompreso anche il turismo, l’Italia può recuperare le posizioni perse nell’ultimo decennio e ritornare tra le prime 3 destinazioni mondiali. Un ministero dedicato aiuterà sicuramente la ripresa del turismo, uno dei settori produttivi più penalizzati dal covid. Uno dei pochi non delocalizzabili, dunque in grado di creare vera ricchezza su tutto il territorio italiano”.