In questo articolo:
- Il caso Santiago: il cammino come modello europeo
- Lourdes e Fatima: accoglienza professionale e turismo integrato
- Italia: un patrimonio diffuso da valorizzare
- Accoglienza religiosa e nuove esigenze dei viaggiatori
- Pasqua, riti e cammini: un patrimonio vivo
- Una sfida di sistema, un’opportunità per i territori
Nel 2025 parlare di turismo religioso in Italia significa inevitabilmente confrontarsi con l’enormità del Giubileo di Roma, evento spirituale ma anche turistico, che sta attirando, secondo le previsioni, oltre 30 milioni di pellegrini e visitatori nella Capitale. Tuttavia, limitarsi a guardare al solo evento giubilare rischia di oscurare una realtà ben più ampia: quella di un turismo spirituale e religioso che, in Italia e in Europa, si sta trasformando in una proposta strutturata, esperienziale, sostenibile. E dove l’Italia è chiamata a reclamare il proprio ruolo, anche sfruttando la grande visibilità che offre il Giubileo.
L’Italia, culla del cattolicesimo, conserva infatti una straordinaria densità di santuari, abbazie, conventi e itinerari spirituali, con oltre 800 km di cammini. Ma oggi è chiamata a misurarsi con modelli di gestione e promozione più evoluti, come quelli di Lourdes in Francia, Fatima in Portogallo o Santiago de Compostela in Spagna. Tre casi emblematici di come una destinazione a forte vocazione religiosa possa strutturarsi come prodotto turistico internazionale, capace di coniugare fede, accoglienza, economia locale e brand identity.
Il caso Santiago: il cammino come modello europeo
Tra le esperienze che più hanno influenzato il turismo spirituale contemporaneo c’è senza dubbio il Cammino di Santiago, divenuto in pochi decenni uno degli itinerari più percorsi al mondo, con oltre 446.000 pellegrini registrati nel 2023. Un successo che non si basa solo sulla spiritualità, ma sulla capacità di coinvolgere enti locali, associazioni, strutture ricettive e stakeholder pubblici in una visione unitaria. Il “modello Santiago” ha fatto scuola, dimostrando come un cammino possa generare sviluppo, identità e qualità dell’accoglienza lungo l’intero tracciato. Per questo è positivo che il Ministero del Turismo stia sostenendo i cammini italiani con diverse iniziative e finanziamenti, ma al momento nessuno di questi, incluso il sistema delle vie Francigene, sembra in grado di raggiungere una popolarità paragonabile all’esperienza spagnola.
Lourdes e Fatima: accoglienza professionale e turismo integrato
Anche Lourdes e Fatima rappresentano in Francia e Portogallo esempi significativi di destinazioni religiose che hanno saputo dotarsi di infrastrutture turistiche moderne, sistemi di prenotazione efficienti, servizi per pellegrini con disabilità e un dialogo costante tra dimensione spirituale e organizzazione turistica. Lourdes, in particolare, accoglie ogni anno circa 5 milioni di visitatori, di cui il 60% stranieri, con un indotto stimato di oltre 400 milioni di euro. Fatima, con i suoi 6 milioni di pellegrini lo scorso anno, ha puntato su un’accoglienza inclusiva, una comunicazione multilingue e un sistema integrato di offerte spirituali, culturali ed enogastronomiche.
Italia: un patrimonio diffuso da valorizzare
L’Italia, pur non avendo un unico grande polo paragonabile a Santiago o Lourdes (eccezion fatta per Roma), dispone di una rete capillare di mete religiose che va dai santuari noti come San Giovanni Rotondo, Assisi, Loreto, Oropa e Cascia, ai cammini storici come la Via Francigena, il Cammino di San Francesco, la Via di San Benedetto, il Cammino Materano, il Cammino dei Santuari Mariani. Secondo i dati del Centro Studi Turistici, nel 2023 il turismo religioso in Italia ha generato circa 6,3 milioni di arrivi, con una netta prevalenza di turismo domestico, ma con segnali di ripresa anche dai mercati esteri, soprattutto Spagna, Polonia, Germania, USA e Sud America.
Il Giubileo rappresenta quindi una grande occasione per rilanciare tutto il sistema del turismo spirituale italiano, a patto che le proposte non si concentrino esclusivamente su Roma. Diverse Regioni, come Toscana, Umbria, Lazio, Campanis e Puglia, hanno lavorato su itinerari tematici, pacchetti legati ai cammini, forme di ospitalità alternativa ed esperienziale da abbinare a una visita a Roma ed estendere l’esperienza spirituale e vedremo in questi mesi se hanno funzionato.
Accoglienza religiosa e nuove esigenze dei viaggiatori
Oltre 4.000 sono le strutture religiose ricettive presenti in Italia tra case per ferie, conventi, monasteri e istituti religiosi. In molti casi offrono ospitalità essenziale ma autentica, particolarmente apprezzata da viaggiatori che cercano silenzio, spiritualità, natura, condivisione. Si tratta di una forma di accoglienza che può dialogare con il turismo scolastico, i ritiri spirituali, il turismo delle famiglie e con il turismo esperienziale, se sostenuta da progetti di promozione adeguati.
Il turismo dell’anima, come ormai viene spesso chiamato, non è solo un fatto religioso. È una risposta a un bisogno di lentezza, profondità, senso. E come tale va ascoltato, promosso, organizzato.
Pasqua, riti e cammini: un patrimonio vivo
Nel periodo pasquale, molte destinazioni italiane si animano con riti secolari di grande impatto emotivo e turistico. Le processioni dei Misteri di Trapani, la ‘Ncrinata di Sulmona, la Settimana Santa di Enna, Taranto o Procida non sono solo espressioni di fede, ma anche momenti di identità collettiva e richiamo turistico. Intorno a questi eventi si possono costruire pacchetti esperienziali che uniscano spiritualità, cultura, enogastronomia, artigianato.
Allo stesso modo, i cammini religiosi, molti dei quali percorribili in 3-5 giorni, rappresentano un’occasione concreta per attrarre un target trasversale.
Una sfida di sistema, un’opportunità per i territori
Il Giubileo 2025 è senza dubbio un attrattore e un catalizzatore che farà scoprire anche nuovi territori, ma la vera sfida sarà rendere strutturale e distribuito lo sviluppo del turismo spirituale in Italia dopo il Giubileo. Questo significa investire in formazione, accessibilità, servizi, digitale, storytelling e promozione unitaria. E soprattutto significa coinvolgere i territori, le comunità religiose, gli operatori dell’ospitalità e della cultura in una visione condivisa.
Non si tratta solo di attrarre pellegrini, ma di proporre un’Italia dell’interiorità, del cammino, della bellezza e della relazione. Un’Italia che sa accogliere chi cerca qualcosa di più di una semplice vacanza.