In questo articolo:
- Il desiderio di viaggiare resta alto, ma con nuove sensibilità
- Workation, bleisure e nomadismo digitale: si viaggia per lavorare (e viceversa)
- Sovraffollamento turistico: scelte più consapevoli per evitare l’overtourism
- L’intelligenza artificiale entra nel viaggio: utilità, ma anche dubbi
- Scelte sostenibili: tra dichiarazioni e comportamenti concreti
- Prezzi e inflazione: il budget resta un driver, ma perde centralità
- I mezzi preferiti: auto per le vacanze, treno per il lavoro
- Profili emergenti e nuove esigenze
L’Osservatorio EY Future Travel Behaviours 2025, giunto alla quinta edizione, offre un quadro articolato sull’evoluzione delle abitudini e delle motivazioni dei viaggiatori europei, con un focus particolare sull’Italia. L’indagine, condotta su oltre 5.000 persone in Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, combina domande esplicite e test psicologici impliciti per indagare non solo cosa fanno i viaggiatori, ma anche perché.
Il desiderio di viaggiare resta alto, ma con nuove sensibilità
Nel 2025, oltre il 90% degli italiani ha in programma almeno un viaggio di vacanza, in linea con la media europea. Si registra una tendenza alla stabilità rispetto all’anno precedente, con l’Italia che si conferma tra le destinazioni più desiderate dai viaggiatori europei, dopo la Spagna. Circa il 60% degli italiani punta a viaggi in Europa, mentre un ulteriore 30% guarda oltre i confini continentali.

Tuttavia, questa voglia di viaggiare si intreccia con nuove consapevolezze. Inflazione, impatto ambientale, overtourism e digitalizzazione stanno ridefinendo le priorità, generando cambiamenti significativi nelle scelte di destinazione, nei mezzi di trasporto e nei servizi richiesti.
Workation, bleisure e nomadismo digitale: si viaggia per lavorare (e viceversa)
Uno dei trend in maggiore ascesa è la combinazione tra vacanza e lavoro. Il 48% dei viaggiatori italiani dichiara interesse per forme ibride, con percentuali più alte tra i Millennials (67%) e la Generazione Z (79%). Le modalità più diffuse sono il “workation”, ovvero lavorare da una destinazione turistica per un periodo limitato (23%), il “bleisure”, cioè prolungare un viaggio di lavoro con giorni di vacanza (22%), e il “digital nomadism” (19%), che prevede una vita itinerante grazie alla tecnologia.

Questa trasformazione coinvolge anche le imprese e le politiche dei Paesi: l’Italia, ad esempio, ha avviato iniziative per attrarre nomadi digitali, tra cui visti dedicati e agevolazioni fiscali.
Sovraffollamento turistico: scelte più consapevoli per evitare l’overtourism
Il fenomeno dell’overtourism preoccupa l’80% dei viaggiatori. Per evitarlo, il 42% pianifica viaggi nella bassa stagione, il 36% sceglie mete meno battute e il 30% opta per il turismo lento. Tra le misure auspicabili, emergono i controlli sui comportamenti dei turisti (39%), le prenotazioni obbligatorie per l’accesso ai siti più affollati (37%) e, in alcuni casi, anche l’introduzione di una tassa turistica (25%).
La Generazione Z si distingue per una maggiore attenzione a queste tematiche: il 36% preferisce destinazioni che applicano tasse di accesso, e il 38% è orientato verso un’esperienza turistica più sostenibile e autentica.
L’intelligenza artificiale entra nel viaggio: utilità, ma anche dubbi
Cresce l’apertura verso l’uso dell’AI nella pianificazione dei viaggi. Il 50% dei partecipanti è disposto a usare un assistente virtuale per scegliere mete, alloggi e attività. Tuttavia, solo il 6% degli italiani ha effettivamente utilizzato chatbot basati su AI, a fronte di una media europea del 12%.
I Gen Z, invece, mostrano maggiore dimestichezza e fiducia: il 66% sarebbe pronto a utilizzare strumenti di AI per programmare i propri viaggi, chiedendo servizi personalizzati, accesso rapido, e informazioni in tempo reale. L’AI è vista come “comoda, efficiente e moderna”, ma una parte del campione esprime dubbi legati alla mancanza di umanità e al rischio di eccessiva standardizzazione.
Scelte sostenibili: tra dichiarazioni e comportamenti concreti
Se il 50% dei viaggiatori dichiara di considerare l’impatto ambientale nella scelta del viaggio, nei comportamenti effettivi emerge un certo scarto. Solo un terzo ha effettivamente scelto in passato esperienze a basso impatto, anche se il 62% si dice disponibile a pagare di più per compensare le emissioni.
Per orientare i viaggiatori verso scelte sostenibili, il 41% chiede informazioni chiare e offerte eco-friendly, il 31% incentivi economici e l’11% maggiore trasparenza. Le tecnologie digitali, inoltre, possono aiutare: quasi un terzo dei viaggiatori si dice più propenso a usare trasporti pubblici e micromobilità se integrati in un’unica piattaforma digitale.
Prezzi e inflazione: il budget resta un driver, ma perde centralità
Il prezzo continua a essere uno dei principali fattori di scelta, ma cala al 58% rispetto al 65% del 2024. Due viaggiatori su tre dichiarano che una riduzione del potere d’acquisto potrebbe modificare le loro abitudini. Tuttavia, 1 su 5 è determinato a non rinunciare ai viaggi, anche a costo di sacrificare altre spese.
I mezzi preferiti: auto per le vacanze, treno per il lavoro
L’auto resta il mezzo preferito per le vacanze, scelta dal 70% degli italiani, mentre per i viaggi di lavoro il treno (57%) supera l’aereo, segno di una crescente attenzione alla comodità e alla sostenibilità. Il treno cresce soprattutto tra le nuove generazioni e in Paesi come la Spagna, dove l’Alta Velocità ha registrato un aumento del 10% in un anno.

Profili emergenti e nuove esigenze
L’analisi dei profili dei viaggiatori evidenzia otto categorie. Oltre agli “Hypertravelers” e ai “Serial Vacationers”, emergono i “Techno-Travellers” e gli “Eco-conscious Seniors”, sensibili all’ambiente e più propensi a viaggiare fuori stagione. Tra gli italiani, si conferma una forte attenzione a comfort e rimborsi, ma minore propensione verso l’adozione di tecnologie AI e misure restrittive contro l’overtourism.