Presso l’Aula Magna del San Giobbe Campus dell’Università Ca’ Foscari di Venezia si è tenuto l’evento, intitolato “Web Marketing: AI (Artificial Intelligence) Vs e-mail Marketing”, organizzato da Invenicement, il Financial & Business Club dell’ateneo e da Hotlead, agenzia internazionale di Digital Marketing. In questa occasione, è stato presentato il primo studio in Italia riguardante l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel marketing su Internet, contrapponendolo all’e-mail marketing. Si è trattato dell’esposizione dell’inizio di una ricerca sul campo, effettuata da Hotlead su una rosa dei propri clienti. L’indagine è stata condotta per comprendere se il chatbot (chat + robot) si potesse rivelare, più o meno efficace, dal punto di vista della comunicazione e se questo tipo di tecnologia potesse portare anche vantaggi sotto l’aspetto economico e di acquisizione di nuovi clienti.  Il chatbot è un sistema di messaggistica istantanea, presente anche nei social, che è interamente gestito dal software, ovvero dall’intelligenza artificiale.

“Ciò che abbiamo potuto rilevare è che, spesso, gli utenti non si accorgono di parlare con una macchina. Forse, perché il mezzo è nuovo, ma questo avviene. Impossibile non fare un riferimento ad Alan Turing che, nel suo Imitation game immaginava proprio questo scenario, ovvero la macchina che imita l’uomo tanto da poter essere scambiata per uno di loro. Aveva ragione.” ha evidenziato Gianluigi Ballarani. I risultati, fino ad ora, registrati da parte di Hotlead, hanno portato a far emergere dati di assoluto interesse. “I costi relativi alle campagne di advertising effettuate con i Chatbot portano ad un abbattimento medio dei costi del -50% rispetto alle e-mail. I Lead che vengono generati, ovvero i nuovi contatti, aumentano da un +30% sino ad un +100%. L’acquisizione effettiva del cliente si aggira intorno a un +3,5% (che al momento è per noi un dato parziale a causa di alcune campagne ancora in corso). Ciò vuol dire che il chatbot ha grandi potenzialità. Attrae, ma deve ancora lavorare sulla sua capacità di persuasione e di comprensione della persona” ha spiegato Ballarani.

Un altro vantaggio riguarda la profilazione dell’utente, ovvero la raccolta di informazioni su di lui, che si fa sempre più dettagliata e con la partecipazione dello stesso. Il risultato negativo del Chatbot è quello legato alle campagne di advertising B2B, dove la resa è stata inferiore del – 50% rispetto alle e-mail nell’acquisizione di nuovi contatti.  “I campi di applicazione dei chatbot sono vastissimi, forse, al momento non tutti immaginabili, ma che, con ogni probabilità, spazieranno dal mondo medico-sanitario alle Tlc, dalla sfera aziendale a quella della Governance. Ora, nell’ambito pubblicitario via web stiamo solo muovendo i primi passi nell’interazione uomo – macchina” ha concluso Ballarani.

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