Messa in ombra nelle prime pagine dalla crisi dell’epidemia covid-19, in questi ultimi giorni sta avvenendo in silenzio la liquidazione di Air Italy, come peraltro già annunciato a febbraio: confermati 1450 licenziamenti di cui circa 900 a Malpensa con la partenza delle lettere di licenziamento. A nulla sono valse le proteste sindacali, parte delle quali annullate per l’emergenza coronavirus.
“L’azienda prosegue sulla sua strada – spiega a Il Giorno Luigi Liguori, segretario generale della Filt Cgil di Varese – noi ci aspettavamo un atteggiamento differente, che si potesse tentare di avviare un percorso condiviso, invece nulla da fare, non un passo indietro rispetto alla decisione di febbraio”.
“Siamo certi che il licenziamento collettivo è solo un passaggio formale e chiediamo che venga al più presto possibile richiesto da parte dell’azienda l’esame congiunto per far partire la cassa integrazione straordinaria: i lavoratori ne hanno già diritto”, ha commentato su MilanoToday Melania Rizzoli, assessore al lavoro in Regione che chiede inoltre che il Governo faccia la sua parte per rifinanziare adeguatamente il “fondo volo“
Dall’invio delle lettere di licenziamento passeranno circa 75 giorni perché siano esecutive: in questo lasso di tempo la speranza è che i liquidatori valutino le offerte di acquisto che in questi giorni, secondo indiscrezioni, sono giunte da British Airways (del gruppo Iag, partecipato al 25% da Qatar), Easyjet e Blue Air.