Il 2024 è stato designato come l'”Anno delle Radici” e potrebbe rivelarsi un’occasione unica per il settore turistico italiano. Con circa 60 milioni di italiani che risiedono all’estero e i loro discendenti, si profila una vasta comunità desiderosa di riscoprire le proprie radici in Italia. Questo segmento dimostra un notevole potenziale economico, con una spesa annua stimata in Italia che si avvicina agli 8 miliardi di Euro.

Dati rivelano che l’84% di questa vasta comunità conosce bene l’italiano, mentre il 82% consuma regolarmente cucina italiana. Solo il 12% non è mai stato in Italia, con la maggioranza dei visitatori che ritorna più volte nel corso degli anni. Tre su dieci dedicano da una a due settimane al viaggio per visitare parenti e luoghi di origine, preferendo spesso i mesi di giugno e settembre. Il 27% prevede di pernottare presso parenti e amici, mentre il 35% opta per alberghi e il 16% sceglie altre strutture turistiche. Il budget medio a disposizione per persona è di 2.300 euro, che aumenta a 3.700 euro per chi estende il soggiorno a un mese.

Questa comunità di turisti può essere suddivisa in quattro cluster distinti:

  • Il Nostalgico: migrante di prima generazione con un forte legame con l’Italia e la necessità di condividere la propria storia con la famiglia. Organizza il viaggio autonomamente.
  • L’Ambassador: viene spesso in Italia per motivi lavorativi, si sente italiano e agisce da testimonial dell’italianità nella sua comunità.
  • L’Italo-…: italiano di seconda generazione che cerca di approfondire le sue radici come parte del processo di identificazione.
  • Il Curioso: giovane italiano nato all’estero desideroso di sperimentare l’italianità senza necessariamente cercare le sue radici genealogiche.

Questi dati emergono da un’analisi condotta da Confcommercio e SWG sulle comunità “italiche” in otto paesi, insieme a uno studio di TRA Consulting sull’impatto economico del turismo delle radici in Italia. Lingua e cucina sono fattori chiave che identificano queste comunità e l’Italia esercita un notevole fascino su di loro. La ricerca evidenzia un notevole interesse per l’approfondimento della cultura italiana, oltre all’influenza dell’italianità nella vita quotidiana.

Afferma il presidente di Confcommercio, Claudio Sangalli: ” Desidero iniziare questo intervento con una considerazione sul contesto attuale in cui viviamo. Ci troviamo immersi in quella che è stata definita come una “permacrisi,” una condizione di crisi permanente caratterizzata da una serie ininterrotta di situazioni di emergenza. L’attuale crisi in corso in Israele, che è iniziata sabato scorso, si aggiunge a questa serie di crisi, presentando caratteristiche particolarmente drammatiche con modalità di violenza terroristica senza precedenti. Dinanzi a questa situazione, la reazione predominante è quella di sgomento. Tuttavia, rimane salda la convinzione che la pace sia essenziale per una terra che ha sofferto così intensamente. Il mondo ha un bisogno impellente di pace. Oltre alla permacrisi, stiamo assistendo a un fenomeno nuovo che alcuni chiamano “de-globalizzazione,” altri “ri-globalizzazione,” o ancora “nuova globalizzazione.” È evidente che stiamo attraversando una fase in cui la politica e i mercati globali si stanno ridefinendo in modi senza precedenti, con una fusione unica tra il globale e il locale. Questo nuovo contesto ha impatto anche sul settore turistico. Il concetto di “turismo delle radici” è emerso come un modo per descrivere il desiderio di coloro che, in tutto il mondo, hanno legami con l’Italia, che siano di origine italiana o basati su affinità culturali, familiari, o legami di studio e lavoro.

Piero Bassetti, Presidente dell’Associazione Globus et Locus, si riferisce a questa vasta popolazione come “italici.” Questo gruppo comprende non solo coloro che hanno origini italiane, ma anche coloro che sentono un forte legame con l’Italia per vari motivi. In termini ampi, si stima che ci siano tra 60 e 80 milioni di “italici” nel mondo, a cui si aggiungono i 5 milioni di cittadini italiani che vivono all’estero. Questi numeri indicano un enorme mercato di persone interessate a consumare prodotti e servizi italiani e desiderose di visitare l’Italia. Se attuato correttamente, il “turismo italiano delle radici” potrebbe avere un impatto positivo di circa 8 miliardi di euro all’anno sull’indotto turistico italiano. Il 2024, dichiarato l’Anno delle Radici italiane dal Ministero degli Affari Esteri, offre un’opportunità ideale per sviluppare questo mercato. Inoltre, un progetto nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede risorse e iniziative specifiche in questo settore. Tuttavia, molti operatori economici non sono a conoscenza di queste opportunità. Il turismo delle radici potrebbe anche incentivare una maggiore diversificazione e destagionalizzazione del turismo in Italia, spingendo i visitatori a scoprire luoghi meno noti e fuori dai soliti periodi affollati. Inoltre, essendo motivato da legami personali e sentimentali, il turismo delle radici è spesso più rispettoso e di qualità rispetto al turismo di massa, contribuendo così alla sostenibilità del territorio.

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  • Redazione Qualitytravel.it

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