Una maggiore competitività, pressioni finanziarie, l’incertezza legata alla Brexit e i prezzi elevati dei carburanti sono le cause più comuni di bancarotta delle compagnie aeree secondo la società di consulenza IBA. Il 2019 è stato un anno da record in termini di fallimenti: sinora, quasi 20 compagnie hanno cessato l’attività, ma questo numero potrebbe aumentare entro la fine dell’anno.

La bancarotta di Thomas Cook è stata quella di cui i passeggeri hanno risentito maggiormente. Oltre alle migliaia di passeggeri costretti ad anticipare il rientro dalle vacanze e il rimpatrio, l’effetto domino si è fatto sentire anche in altri settori turistici come quello alberghiero. Altre bancarotte spettacolari avvenute quest’anno sono state quelle della compagnia aerea brasiliana Avianca Brasil e dell’indiana Jet Airways. Anche le seguenti compagnie aeree sono scomparse dal mercato: Adria, la compagnia di bandiera della Slovenia, la tedesca Germania, l’islandese WOW Air e la francese Aigle Azur. Sono rimasti a terra anche i velivoli della cipriota Cobalt Air e dell’islandese Primera Air. Anche alcune piccole compagnie locali, come l’americana California Pacific e la colombiana Aerolinea de Antioquia, sono fallite. La britannica Flybe è stata salvata in extremis dagli investitori e da Virgin Atlantic.

La bancarotta di una compagnia aerea rappresenta un ostacolo quando si cerca di ottenere un risarcimento per un problema relativo a un volo: se la compagnia è in amministrazione straordinaria o sta per essere liquidata, il rimborso e il risarcimento dei passeggeri rimasti a terra rischia di essere l’ultima priorità del curatore fallimentare rispetto ad altri creditori privilegiati e molte aziende e passeggeri stanno pagando il conto delle compagnie aeree che nel 2019 hanno cessato l’attività dall’oggi al domani con scarse speranze di vedersi restituito qualcosa.

Secondo le normative UE, i passeggeri hanno diritto a un risarcimento in caso di voli in ritardo o cancellati, o per negato imbarco. L’importo del risarcimento dipende dalla distanza ed è di:

  • € 250 per voli fino a 1.500 km
  • € 400 per tutti i voli intra-UE superiori ai 1.500 km e tutti i voli compresi tra 1.500 km e 3.500 km
  • € 600 per i voli al di fuori dell’UE superiori ai 3.500 km

Per evitare problemi di pagamento del risarcimento legati alla bancarotta di una compagnia aerea, è possibile adottare queste misure preventive:

  • acquistare i biglietti aerei con carta di credito; in caso di bancarotta, è possibile richiedere un risarcimento direttamente alla propria banca. Una volta presentata e verificata la richiesta, la banca può elaborare una procedura di “chargeback” per il rimborso.
  • utilizzare un’agenzia di viaggio per acquistare i biglietti aerei. Il volo sarà così soggetto a un contratto di viaggio e sarà coperto dall’assicurazione dell’agenzia. I costi dei biglietti possono quindi essere recuperati dall’agenzia di viaggio o dalla compagnia assicurativa.
  • sottoscrivere un’assicurazione di viaggio personale presso la propria banca o compagnia assicurativa che copra un’eventuale bancarotta delle compagnie aeree

Qualora questi metodi non fossero efficaci, è difficile recuperare denaro per un volo cancellato a causa di bancarotta. Per farlo, occorre sporgere reclamo presso la compagnia aerea includendo numero del volo, data e tratta. “La compagnia aerea è obbligata a rispondere a un reclamo, secondo quanto stabilito dal Regolamento (CE) 261/2004. La compagnia aerea dovrebbe elencare tali reclami nella propria lista dei reclami”, ci spiega Elżbieta Tyszka, Capo Legale della società GIVT, specializzata nella gestione di richieste di risarcimento per voli in ritardo o cancellati e per negato imbarco. “Se le risorse della compagnia fallita consentono di soddisfare questi reclami, la situazione è molto più positiva per i passeggeri, che possono aspettarsi un risarcimento, nonché il rimborso delle spese sostenute per via del volo cancellato” ha aggiunto. Purtroppo, nonostante la scadenza per la presentazione delle richieste sia la stessa per tutti i creditori, l’ordine in cui vengono liquidate le richieste di risarcimento dipende dalla priorità. Tra le quattro categorie esistenti, i consumatori sono al secondo posto in ordine di priorità. Le richieste dei consumatori possono essere considerate solamente dopo aver soddisfatto tutte le richieste della prima categoria.

Esiste un’eccezione se il volo è stato gestito da un’altra compagnia aerea partner. In questo caso, la compagnia aerea partner è tenuta a risarcire i passeggeri del volo. “Questa procedura potrebbe differire leggermente in altri Paesi, tuttavia la regola generale dovrebbe essere quella di tutelare i debitori in caso di fallimento di un creditore. In molti Paesi si sta lavorando alla creazione di un fondo a cui attingere per risarcire i passeggeri in caso di bancarotta di una compagnia aerea o di un’agenzia di viaggio” conclude Elżbieta Tyszka.

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