L’E3 (Electronic Entertainment Expo), fiera b2b con oltre 20 edizioni alle spalle, un tempo fulcro indiscusso dell’industria videoludica, ha annunciato la sua conclusione definitiva, dopo 3 edizioni in presenza saltate. Sul sito compare solo un messaggio degli organizzatori, la entertainment software association, che dice: “Dopo oltre due decadi di E3, ognuna più grande della precedente, è arrivato il momento di dirsi addio. Grazie per tutti i ricordi”. Questa decisione segna la fine di un’era per la più grande fiera di videogiochi al mondo, iniziata nel 1995 e ospitata annualmente al Los Angeles Convention Center fino al 2019. Interrotta per la pandemia si è tenuta nuovamente nel 2021 in formato virtuale, ma non si è più riusciti a organizzare un evento fisico per il progressivo ritiro degli editori che hanno approfittato della contingenza per presentarsi direttamente online al pubblico e risparmiare sui costi di un evento dal vivo che richiedeva un importante investimento logistico.
Importanza storica dell’E3
Fondato nel 1995, l’E3 è stato per anni il momento di maggiore visibilità per l’industria dei videogiochi. Rivolto fin dall’inizio solo agli addetti ai lavori e alla stampa, ha visto la partecipazione delle aziende più importanti del settore per presentare i propri nuovi titoli e prodotti. L’edizione del 2019, che ha permesso per la prima volta l’accesso al pubblico generale, ha attirato più di 66.000 persone, dimostrando la popolarità dell’evento non solo tra glii addetti ai lavori.
Tuttavia, la pandemia ha accelerato l’uso di presentazioni autonome da parte degli editori e dei media per promuovere direttamente ai consumatori i giochi in arrivo. Questo, unito alle preoccupazioni per i costi di partecipazione e alle tempistiche di sviluppo dei giochi solitamente allineate intorno alla convention per organizzare la presentazione, ha influito notevolmente sulla decisione di terminare l’E3. L’associazione organizzatrice aveva già deciso da tempo che non ci sarebbe statra neanche una edizione 2023, ma si pensava stessero lavorando a un ritorno in grande stile nel 2024. Questo messaggio invece conferma che non ci sono piani futuri per l’evento, neanche in altre città o in altri formati.
L’impatto sull’industria degli eventi
La chiusura dell’E3 segna un cambio significativo di prospettiva per l’industria videoludica che è ancora fiorente ma dove la comunicazione è passata in pochi anni dalla mediazione b2b alla promozione diretta sul b2c, come accade in molti altri settori in cui il prodotto non è più un bene strettamente fisico. Riflette non solo l’evoluzione delle strategie di marketing e comunicazione nell’era digitale, ma anche l’impatto della pandemia sul settore degli eventi.
E dimostra come nel contesto post-pandemico, tutta l’industria degli eventi B2B stia vivendo un’evoluzione significativa. Le fiere e i congressi stanno prendendo una direzione verso formati più ridotti e mirati, dove la decisione di partecipare diventa una questione di valore reale e di necessità. In questa nuova era, la sostenibilità economica degli eventi non viene più misurata in base ai metri quadri venduti, ma piuttosto in termini di valore aggiunto e di qualità dei servizi offerti.
Gli organizzatori stanno quindi cercando di creare esperienze più significative, focalizzandosi sull’arricchimento del contenuto e sull’offerta di opportunità uniche di networking e apprendimento. Questo cambiamento riflette una maggiore attenzione alle esigenze e alle aspettative dei partecipanti, con un occhio di riguardo verso un approccio più sostenibile e mirato. In ultima analisi, l’obiettivo è quello di garantire che la partecipazione a un evento B2B rappresenti un investimento di tempo e risorse ben speso per tutti gli interessati.