UNA Italian Hospitality, indicatori in crescita. Marchegiani: «Il claim migliore sono i fatti»

È di questi giorni l’annuncio del riposizionamento dell’Hotel Trastevere Roma nella collezione upper-upscale UNA Esperienze, ufficializzato con un grande e innovativo evento in struttura riservato a stampa e top clients.
Frutto di un investimento strategico e di una visione più ampia volti a valorizzare l’immagine complessiva del Gruppo, il soft rebranding di Trastevere Roma | UNA Esperienze traduce in modo concreto la rinnovata filosofia della catena, fondata su un’attenta qualità, una meticolosa attenzione al dettaglio, un profondo legame con il territorio e uno stile italiano che è ugualmente riconoscibile e internazionale.
Tutti valori che si riflettono anche sul segmento MICE e BT del Gruppo, che insieme rappresentano circa il 40% del fatturato. Ne parliamo con Giorgio Marchegiani, Amministratore Delegato di UNA Italia Hospitality.

Giorgio Marchegiani, AD Gruppo UNA

Il ruolo fondamentale del MICE

«Il Gruppo UNA punta molto sul MICE, che da solo vale circa il 20%, – afferma Marchegiani – perché questo segmento rappresenta la rivincita del viaggio di lavoro dopo il Covid. Il BT di stretta necessità viene fatto meno, perché ci sono le comunicazioni, audio e video che lo sostituiscono, ma le aziende, proprio perché il patrimonio del talento dei collaboratori è molto importante, sentono sempre più bisogno di avere anche dei momenti incentive, degli eventi, di team building. È chiaro a tutti che le risorse umane sono un elemento fondamentale di un’azienda, e quindi per curare il talent pool di un’azienda bisogna che le persone si incontrino fisicamente, interagiscano fra loro. Questo è il motivo per cui il MICE funziona, ed è un settore che da noi cresce a due cifre. È un pilastro della nostra azienda ma anche del nostro sviluppo: quando prendiamo un albergo nuovo, per esempio, uno dei criteri fondamentali è la disponibilità di sale. E sarà così anche per l’hotel di viale Scarampo, di fronte alla Fiera Milano City».

I pilastri della strategia MICE

«Il successo si basa su tre pilastri: il prodotto, cioè gli hotel che abbiamo, la gestione interna del Food & Beverage, che ci permette di completare il servizio in modo personalizzato, e la nostra forza vendita. Abbiamo un team molto preparato a Milano, Roma e in Sicilia che fa sviluppo commerciale ma anche gestione operativa, il che ci permette di adattarci perfettamente alle necessità dei clienti, che sia per una cena per 500 persone che per un convegno che ha bisogno ogni volta di dotazioni tecnologiche diverse, secondo i codici di comunicazione di un’azienda, che sia la realtà aumentata o la videocomunicazione con dieci posti nel mondo. Questo dimostra che in realtà c’è un quarto aspetto fondamentale, che è la tecnologia che si applica sia nell’organizzazione degli eventi che al booking. Abbiamo piattaforme molto potenti che consentono ai vari tipi di canali di entrare direttamente nei nostri sistemi e completare velocemente di le prenotazioni».

Trastevere Roma | UNA Esperienze

La trasformazione digitale

«Per quello che riguarda il sistema di prenotazione, è multicanale. La gente da noi prenota tramite i nostri canali interni che sono il sito e l’ufficio prenotazioni, ma anche tramite agenzie specializzate che creano un pacchetto. Quest’anno abbiamo fatto un sito nuovo con una nuova veste dedicata al cliente e un booking engine nuovo con un sistema di pagamento online ovviamente più flessibile. Con questo sistema di prenotazione, sviluppato con il team Digital Experience di Unipol, possiamo garantire sia ai privati che ai viaggiatori d’affari un’autonomia anche rispetto ai codici promozionali e quindi accesso alle tariffe speciali. Questa trasformazione digitale risponde a obiettivi strategici chiari: incrementare le prenotazioni dirette, rafforzare l’interazione con il segmento MICE per l’organizzazione di eventi, convention e meeting aziendali, ampliare la visibilità nei mercati leisure e corporate, favorire la crescita del network franchising e migliorare la fruibilità dell’offerta ristorativa, fiore all’occhiello della catena indirizzata anche a clientela esterna».

Principi di Piemonte | UNA Esperienze

La crescita continua dei mercati esteri

«Per quello che riguarda i vari segmenti, il leisure fa ancora la parte del leone, con il 60%, ma se guardiamo al fatturato nel suo complesso, MICE, Business Travel e leisure, abbiamo un 30% di Italiani e 70% di stranieri. Gli Stati Uniti, che rappresentano l’11,6%,sono il secondo mercato dopo l’Italia e crescono del 3,4%. Stranamente proprio gli americani – che una volta si fidavano solo dei brand made in USA, – sono quelli che prenotano di più online, il che vuol dire che si fidano di UNA Italian Hospitality. Quello che cercano sono l’atmosfera e lo stile italiano, e un legame forte con il territorio. Tra i nostri hotel scelgono soprattutto Roma Trastevere, lifesyle per eccellenza, e Capo Taormina, per la destinazione, ma anche Principi di Piemonte a Torino e Milano Verticale a Milano».
Altri mercati in crescita sono l’India e la Cina, che pur rappresentando ancora piccoli numeri, registrano performance brillanti, India + 22% e Far East +21%. Cresce ben anche il Regno Unito che segna un +20%, a conferma della capacità del brand di attrarre una domanda sempre più diversificata.

L’importanza dell’ESG e il ruolo del fattore umano

La sostenibilità e l’impatto sociale sono elementi su cui UNA Italian Hospitality investe molto e che è importante anche per il MICE.
«Dal 2023 facciamo il nostro Bilancio di sostenibilità, che è l’occasione per evidenziare i quasi 100 progetti che coinvolgono tutti i criteri dell’ESG, l’impatto dell’azienda sull’ambiente, le relazioni con dipendenti e la comunità e la governance. Quello che mi preme sottolineare di più – conclude Marchegiani – è la sostenibilità sociale e la gestione delle risorse umane perché sono ovviamente la base del servizio che diamo ai clienti. Uno dei modi con cui lo abbiamo fatto è quello di fare un contratto integrativo aziendale che si lega all’ESG nella parte welfare ma che prevede anche la partecipazione ai risultati aziendali e ai suoi successi economici da parte dei dipendenti. Il mio modo di interpretare l’ospitalità non è legato solo al bello, allo stile, al design, all’architettura, ma vogliamo essere “belli fuori e belli dentro”. I grossi gruppi internazionali e le aziende che ci scelgono vogliono sapere chi siamo e che politiche abbiamo verso le persone e apprezzano questo nostro approccio. UNA Italian Hospitalty vuole essere sempre di più le persone che ci lavorano, il rapporto col territorio e la capacità di essere pienamente parte del luogo in cui ci troviamo».
Per ultimo una battuta: «Il claim migliore sono i fatti. Abbiamo diversi riconoscimenti, ma forse il rating migliore che abbiamo è il numero di questionari clienti, 50.000, che corrispondono al 5% di un milione di room nights che abbiamo. Noi agiamo sulla base dei feedback che sono per mese e per albergo e per argomento per offrire sempre il servizio migliore possibili».

Le performance di UNA Italian Hospitality

Nel 2024 il gruppo ha raggiunto ricavi alberghieri per 217,7 milioni di euro. Tutti gli indicatori sono in crescita: il tasso di occupazione è salito al 76%, l’ADR (Average Daily Rate) ha raggiunto i 164 euro (+2,44%) e il RevPAR (Revenue Per Available Room) è cresciuto dell’oltre 4% attestandosi a circa 125 euro.
Anche il 2025, fino a questo momento, mostra segnali incoraggianti con oltre 21.000 room nights in più, pari a una crescita del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Positiva anche l’estate, con un incremento del 4% delle room nights vendute in luglio e agosto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche a fronte di un cambiamento della domanda interna che spesso predilige i periodi di spalla.

Trastevere Roma | UNA Esperienze

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  • Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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