Un imbarco rapido “one-step”, senza passaporto né carta d’imbarco.

È quello che annuncia in un comunicato del 7 febbraio la compagnia di bandiera olandese, KLM che all’aeroporto di Amsterdam Schiphol ha cominciato a testare l’imbarco biometrico.

Con l’aiuto di questo test, KLM e Schiphol vogliono studiare la tecnologia del riconoscimento facciale per misurarne efficacia, rapidità, affidabilità, ma anche l’esperienza del passeggero, con l’obiettivo finale di rendere il processo d’imbarco più rapido e piacevole possibile per i viaggiatori.

La procedura – che si svolgerà a un gate appositamente selezionato a Schiphol -richiede che i passeggeri si registrino prima in un chiosco vicino al gate, con l’aiuto del personale della compagnia. La registrazione comporta la scansione del passaporto, della carta d’imbarco e del volto del passeggero. Per proteggere la privacy dei clienti, KLM assicura che i loro dati personali saranno utilizzati solo per il test e cancellati subito dopo l’imbarco. Anche i dati memorizzati al momento della registrazione vengono eliminati dopo dieci ore.

Nel corso degli ultimi due anni, la collaborazione dell’aeroporto con KLM e le autorità governative ha portato all’introduzione nel 2015 del primo Security Scan per i passeggeri, l’equipaggio e il personale, e la nuova Security Lane. Un altro test è in corso, questa volta sulla scansione del bagaglio a mano che permette ai passeggeri di lasciare laptop e liquidi nella borsa che viene imbarcata. Nel frattempo saranno testate regolarmente altre tecnologie innovative e, se risultano valide, saranno introdotte. L’aeroporto punta infatti a diventare “Leading Digital Airport” nel 2018. Questo test è solo un passo in quella direzione.

Autore

  • Roberta F. Nicosia

    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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