E’ stato firmato nella notte tra il 7 e l’8 marzo il nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, emanato per fronteggiare l’epidemia del coronavirus SARS-CoV-19 e che sostituisce il precedente con disposizioni molto più restrittive sia per tutta Italia che per le nuove zone rosse: la regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.
Secondo il decreto all’interno delle nuove zone rosse bisognerà evitare dall’8 marzo fino al 3 aprile 2020 tutti i movimenti in entrata e in uscita dai territori: saranno permessi solo per inderogabili esigenze lavorative e per motivi sanitari. Sono bloccati tutti gli eventi pubblici e privati, tranne quelli sportivi a porte chiuse. Chiusi tutti i luoghi di aggregazione, dalle palestre alle sale bingo. Restano aperti ristoranti e bar ma solo tra le 6 alle 18, con l’obbligo di far rispettare le distanze di sicurezza di un metro tra le persone. Chiusi tutti i musei e i luoghi della cultura, mentre le sedi religiose dovranno permettere la fruizione in condizioni di sicurezza. Chiusi i centri commerciali nei weekend. Gli esercizi commerciali aperti dovranno far rispettare le distanze di sicurezza pena la chiusura.
Nel resto d’Italia misure meno stringenti: ci si potrà muovere ma resta il consiglio ad evitare più possibile gli assembramenti. Bar e ristoranti potranno aprire la sera, ma facendo rispettare le distanze di sicurezza. Infine resterà il rinvio dei congressi e di tutti gli eventi a dopo il 3 aprile nonché la chiusura delle scuole e di tutte le attività di formazione se non in modalità e-learning. Le misure, ovviamente, potranno essere prolungate o inasprite a seconda del decorso dell’epidemia.
Il testo ufficiale del decreto, firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è scaricabile a questo link
Le misure si sono rese necessarie anche per lo scarso rispetto del precedente decreto con numerosi momenti aggregativi e partenze per weekend al mare o in montagna, in spirito decisamente contrario a quanto prescritto già dal primo decreto.
La notizia è immediatamente rimbalzata sui media di tutto il mondo e con ogni probabilità causerà un ulteriore inasprimento delle restrizioni di viaggio verso altri paesi. Tutto il turismo leisure, business travel e congressuale è rimandato a data da destinarsi dato che a oggi è impensabile che dal 4 aprile possa tornare tutto alla normalità.