Detroit rinasce: la partnership con la Juventus apre nuove opportunità per il mercato italiano

Immaginate una città che, solo una decina d’anni fa, era sinonimo di crisi profonda – il più grande fallimento municipale della storia americana – e che oggi brilla come epicentro di innovazione, cultura e opportunità per il settore MICE, attirando l’attenzione di tour operator e agenti di viaggi italiani grazie a una partnership calcistica che ha fatto schizzare il traffico online del 700%. È questa la storia di Detroit, raccontata direttamente da Claude Molinari, presidente e CEO di Visit Detroit, in una recente conferenza stampa dedicata alla stampa tecnica italiana: una destinazione che non solo si è rialzata dal pavimento, come ama dire lo stesso Molinari, ma che ora invita i professionisti del turismo a esplorare nuove rotte per i loro clienti, mescolando il fascino autentico dell’America industriale con esperienze di lusso e innovazione che fanno venire voglia di prenotare un volo immediato. 

La partnership che ha fatto scattare la curiosità italiana

Partiamo proprio da quella partnership che ha catturato l’immaginazione: Visit Detroit è diventata la prima organizzazione turistica al mondo a sponsorizzare la maglia principale di una squadra di Serie A, la Juventus FC, con i suoi 560 milioni di fan globali e oltre 100 milioni in Europa. Non è un caso fortuito, ma il frutto di un incontro quasi cinematografico: una scatola misteriosa arrivata da Torino con una cornice di vetro raffigurante il logo di Visit Detroit sulla maglia bianconera, senza pitch commerciale, solo un’email. “Avete la mia attenzione”, rispose Molinari, e 400 giorni dopo nacque l’accordo. Per i tour operator italiani, questo significa un gancio perfetto per promuovere pacchetti tematici – pensate a incentive aziendali legati al calcio e all’automotive, o viaggi leisure per fan che vogliono unire una partita allo Juventus Stadium con un’estensione oltreoceano a Detroit, la “Motor City” che condivide con Torino un DNA industriale trasformato in attrattiva turistica. E se vi state chiedendo se funziona: dal giorno dell’annuncio, il sito visitdetroit.com ha visto un’impennata di visite dagli IP italiani, un segnale che la curiosità sta già trasformando in conversioni.

La rinascita di una città: da crisi a momentum irresistibile

Ma andiamo al cuore della rinascita di Detroit, una narrazione che Molinari ha condiviso con passione, partendo dal suo arrivo in città nel 2011. All’epoca, il convention center (allora Cobo Center) era gestito da un predecessore finito in prigione per corruzione, il sindaco era sulla stessa strada, e la metropoli si preparava al crack finanziario più grande mai visto. “Mia moglie mi chiese: ‘Che stai facendo?'”, ricorda Molinari ridendo, “ma io le dissi: ‘Non possiamo che migliorare, non si cade più in basso del pavimento'”. E aveva ragione: oggi, miliardi di investimenti privati hanno rivitalizzato il downtown, dove gru e cantieri sono ovunque, simbolo di un momentum irresistibile che fa pensare a opportunità per gruppi corporate in cerca di storie di resilienza. Prendete la Michigan Central Station: inaugurata nel 1913 proprio quando i treni stavano diventando obsoleti per l’ascesa dell’auto, fu abbandonata per decenni, con finestre rotte e interni devastati, diventando l’icona del declino detroitiano. Ford Motor Company l’ha acquistata e trasformata in un hub per veicoli autonomi ed elettrificazione, con i quattro piani superiori – mai completati all’origine – che ora ospitano un hotel Nomad di lusso. Immaginate di proporre ai vostri clienti un incentive qui: un tour privato tra sale storiche restaurate e laboratori high-tech, dove la storia incontra il futuro, lasciando un’impressione indelebile che spinge a estendere il soggiorno.

Questa trasformazione non è isolata: edifici iconici come il Book Cadillac, il Book Tower e il Siren Hotel, lasciati marcire per 30-50 anni solo perché la città non aveva fondi per demolirli, sono stati riportati al loro splendore art déco, offrendo oggi sistemazioni boutique che mescolano heritage e modernità. 

Superare le percezioni datate: la nuova immagine di Detroit

Per gli agenti di viaggi, è un tesoro nascosto: questi hotel non sono solo posti letto, ma esperienze narrative che vendono da sole un viaggio, soprattutto per clienti interessati a temi come la sostenibilità – Detroit ospita la prima strada elettrica al mondo con ricarica wireless, dove un veicolo EV potrebbe teoricamente viaggiare all’infinito. E se pensate che la percezione di Detroit come “città pericolosa” sia un ostacolo, Molinari la ribalta: “Molte idee sono superate”, dice, citando i sobborghi come Grosse Pointe o Birmingham, tra i più ricchi d’America, e un centro urbano che vibra di energia, con residenti illustri e un vibe che mescola grinta industriale a creatività. Per combatterla, Visit Detroit punta su fam trip e training per operatori italiani, trasformando scetticismo in entusiasmo: “Quando portiamo giornalisti o planner, restano stupiti”. 

Le attrazioni che rendono Detroit unica per leisure e gruppi

Passando alle attrazioni che rendono Detroit un must per pacchetti leisure e MICE, la città – con i suoi 600.000 abitanti e 4 milioni nell’area metropolitana – si affaccia sul fiume Detroit, proprio di fronte al Canada, collegata da ponti trafficati come l’Ambassador e il nuovo Gordon Howell International. Qui, la cultura pulsa: il Detroit Institute of Arts, uno dei musei top negli USA, custodisce capolavori da Diego Rivera a Van Gogh, ideale per tour artistici che incuriosiscono clienti高端; l’Henry Ford Museum racconta l’innovazione automobilistica, con mostre interattive che la legano al patrimonio italiano tramite Fiat e Stellantis; il Motown Museum evoca l’era soul con hit di Diana Ross e Stevie Wonder, perfetto per incentive musicali che fanno ballare i gruppi. E non va dimenticato il teatro: uno dei distretti più grandi al mondo, con produzioni che rivaleggiano con Broadway, o lo sport, con tutte e quattro le franchigie professionistiche (NFL, NBA, NHL, MLB) che giocano in centro, creando pacchetti evento che uniscono adrenalina e networking. Aggiungete il Detroit River Walk, il migliore d’America, con viste sul Canada che ispirano escursioni transfrontaliere – immaginate un day trip a Windsor per un tocco internazionale, facile da integrare in itinerari per famiglie o business traveler.

Il potenziale MICE: infrastrutture in espansione e grandi eventi

Per il segmento MICE, che rappresenta il 20% dei 19 milioni di visitatori del 2024 (con obiettivo 25 milioni entro il 2030), Detroit è un’opportunità crescente: l’Huntington Place, 16° convention center più grande degli USA, ha venduto i naming rights in un deal record, passando da notorietà criminale a venue premium. Con 6.000 camere downtown (più 2.000 in costruzione, inclusi un JW Marriott da 600 stanze collegato al centro e un altro hotel simile in arrivo), e 45.000 nell’area Southeast Michigan (più 8.000 in pipeline), la capacità sta esplodendo, ideale per eventi di media scala che evitano le folle di New York o Las Vegas. Pensate agli highlight: l’NFL Draft 2024 ha attirato 775.000 persone da 50 Stati e 40 Paesi; le Final Four NCAA di basket nel 2027 porteranno migliaia di fan; IPW 2028 sarà un boost per il turismo inbound. Per tour operator, significa proporre convention con twist unici, come sessioni su innovazione auto o cultura urbana, in una città dove il 80% dei visitatori è leisure ma il business cresce grazie a budget triplicati rispetto allo Stato del Michigan – un’anomalia che Molinari critica con ironia, paragonando il marketing turistico a una campagna elettorale: “Tutti conoscono Coca-Cola, eppure continuano a fare pubblicità”. 

Connettività e Sinergie Italo-Americane: perché ora è il momento

La connettività aerea rende tutto accessibile per il mercato italiano: Detroit Metropolitan Airport, secondo hub Delta al mondo, offre diretti da Amsterdam, Londra, Parigi, Francoforte, Istanbul (da 3 a 10 voli settimanali con Turkish, limitati solo dalla flotta), più stagionali per Roma e Monaco. Facile inserire Detroit in circuiti multi-destinazione: Toronto-Detroit-Chicago via treno ad alta velocità in arrivo, o estensioni da New York, sfruttando la comunità mediorientale più grande fuori dal Medio Oriente per pacchetti etnici. E il clima? Meno rigido di Chicago grazie ai Grandi Laghi, con inverni gestibili e stagioni ideali da primavera ad autunno – perfette per outdoor come giri dei laghi in due giorni e mezzo.

In sintesi, Detroit non è più solo la “città delle auto”: si presenta come un’autentica esperienza USA, con sinergie italo-americane (da Jeep a Chrysler) che Molinari enfatizza nell’intervista, paragonando la città a una Torino evoluta in hub turistico. Propone Detroit ad agenti e tour operator per differenziarsi: viaggi leisure da 80% del mix, MICE con ROI alto, e una destinazione che, come dice Molinari, “se li portiamo qui, li conquistiamo”. Con influencer e video Juventus in arrivo, e training dedicati agli operatori. Visit Detroit è disponibile per fam trip e materiali. 

Autore

  • Giampiero Moncada è un giornalista free lance con un'esperienza pluriennale nel settore del turismo e dell'informazione multimediale. Esperto nella produzione di video e nella gestione di uffici stampa, ha sviluppato una forte propensione per la narrazione multicanale, dalla radio alla televisione, dalla carta stampata al web. Nel corso della sua carriera ha collaborato con testate di rilievo come L’Espresso e ha seguito progetti di comunicazione strategica in diversi settori, dal turismo alla ristorazione, dai sistemi di pagamento alla tecnologia e al gaming.

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