“Non possiamo fermare nuovamente le fiere; siamo preoccupati per le voci relative alle ulteriori restrizioni che il prossimo DPCM potrebbe imporre sull’intero territorio nazionale per quanto riguarda la partecipazione agli eventi. Le fiere sono una fonte di business, sono fatte da professionisti e hanno protocolli molto rigidi in materia di salute e sicurezza, che vengono rispettati in tutte le fasi delle manifestazioni e degli allestimenti e tengono conto delle dimensioni di ciascun quartiere. Il prossimo Decreto deve considerare le esigenze del settore già fortemente colpito dalla pandemia, tra i primi ad essere bloccato e l’ultimo ad essere ripartito. Un settore che è già in ginocchio da mesi di blocco totale: il Governo non può considerare le fiere alla stessa stregua delle sagre di paese.
Dal primo settembre i nostri associati hanno riaperto i quartieri e le 47 manifestazioni che si sono svolte – di cui 20 internazionali – sono state realizzate in totale sicurezza, oltre ad aver dato un’iniezione di fiducia al business delle imprese italiane espositrici”, commenta Maurizio Danese, presidente di AEFI-Associazione Esposizioni e Fiere Italiane. “Teniamo sempre presente che l’espansione del virus a livello globale, potrebbe già penalizzare gli eventi fieristici sul fronte dell’incoming di operatori esteri. E’ quindi ancora più indispensabile che i nostri 40 associati possano avere delle certezze per affrontare i prossimi mesi”.