Con un fatturato che conta ricavi per 75 milioni di euro, il Gruppo Nicolaus chiude con soddisfazione i primi tre trimestri dell’anno e si appresta a lanciare la volata al 2022. I dati relativi al riempimento superano l’80%, con alcuni interessanti picchi del 95% su alcuni villaggi di punta della programmazione.
Per essere messi bene a fuoco, i numeri vanno inquadrati in un’analisi ad ampio spettro dell’andamento della stagione, valutando con molta attenzione tendenze, cambiamenti del modo di relazionarsi alla vacanza, riposizionamento verso le modalità pre-pandemia, nonché le preziose indicazioni utili per il futuro. Fondamentale per un buon esito che sembrava molto difficile da ottenere, la solidità ulteriormente rafforzata con il trade.

L’estate mese per mese

L’avvio dell’estate del Mare Italia è stato doppiamente in salita, con il mese di giugno caratterizzato da un inizio incerto, legato alle incognite relative alla pandemia, e la necessità di adeguare le strutture ai protocolli anti Covid-19, che ha comportato un ingente impegno logistico ed economico finalizzato alla tutela degli ospiti e del personale e all’erogazione di un servizio ulteriormente accurato.

A luglio la stagione è entrata nel vivo: la prima parte è stata meno intensa della seconda, che ha generato tassi di riempimento decisamente più alti, seppur non sempre omogenei. Regioni come la Puglia e la Toscana, infatti, facilmente raggiungibili con mezzi propri, hanno espresso performances costantemente ottime, la Sicilia e la Sardegna, legate al trasporto navale e aereo, hanno avuto un ritmo un po’ più discontinuo, con un conseguente incremento delle richieste last minute. Meta che si è distinta per i risultati pienamente conformi alle attese è stata la Calabria, con risultati degni di nota anche a settembre.

Dopo un agosto in linea con le aspettative e caratterizzato da ottimi dati, la sorpresa positiva è stata generata dal mese di settembre che potrebbe essere definito “più lungo”, con un considerevole numero di richieste che hanno permesso in parte di controbilanciare i numeri poco brillanti di giugno. L’andamento di settembre fornisce un’indicazione preziosa, per cercare di avere una stagione più lunga, compatibilmente con i costi generali che in Italia differiscono da quelli di altri paesi del Mediterraneo, contraddistinti da stagioni turistiche che si protraggono fino a metà novembre e che puntano molto sui clienti esteri.

“Anche questa estate è stata complessa e inoltre le incertezze di carattere legislativo non hanno aiutato un settore come quello del tour operating. Alla luce di questo, però, siamo davvero soddisfatti, in primis, di come abbiamo costruito l’offerta, tenuto il passo con il ritmo del mercato e lavorato fianco a fianco delle agenzie per la soddisfazione del cliente. Naturalmente, lo siamo anche dei numeri, che nel limbo di giugno ci sembravano irraggiungibili”, commenta Gaetano Stea, direttore prodotto Gruppo Nicolaus.

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