credits: Francesca Pagliai

di Antonella Guerra

Una superficie di 1.100 ettari, nel cuore della Toscana, nel Valdarno di Sopra, dove in origine sorgeva un’antica fortezza. È “Il Borro Relais & Chateaux“, un progetto ideato da Ferruccio Ferragamo per la tutela e la conservazione del territorio: oggi è un’azienda agricola all’avanguardia, biologica e sostenibile, che si integra all’ospitalità di lusso e alla ristorazione, gestita dai figli Salvatore e Vittoria. Abbiamo chiesto a Salvatore Ferragamo, amministratore delegato e titolare de “Il Borro” come declinare nell’era post covid-19 la filosofia che hanno portato avanti dal 1993 ad oggi in questo angolo della provincia di Arezzo.

Salvatore Ferragamo, la sostenibilità è la parola chiave dell’offerta turistica del dopo Coronavirus. Il Borro come interpreta, attualmente, questo valore?

Il Borro non interpreta questo valore, ma lo vive a pieno. Lo respira e lo trasmette in tutto quello che fa. Il Borro è stato precursore in questo, è un valore che ha fatto suo fin dal primo giorno. Quando la mia famiglia è arrivata ad Il Borro se ne è innamorata ed ha deciso di prendersene cura. Abbiamo camminato tra i vecchi filari di vite, lungo l’Agna, il piccolo torrente che attraversa la tenuta, abbiamo studiato il terreno ed abbiamo iniziato a sognare. Al primo posto c’è sempre stato il territorio, la natura e la terra che ci circondava e sui suoi bisogni abbiamo mosso tutto, dall’impiantare nuovi vitigni che meglio si adattavano al terreno, alla ricerca di seminativi e ortaggi della tradizione locale, a volte andati persi. L’azienda è certificata biologica dal 2015, e comprende 1.100 ettari incontaminati, tra vigneti, uliveti, seminati, bosco e un meraviglioso orto. Al suo interno, un autentico borgo medievale, casali e ville che oggi sono un albergo diffuso nel mezzo della campagna toscana, lontana dai fumi delle città. Qui i nostri ospiti possono vivere un’esperienza di vero relax, nel pieno della propria privacy e a stretto contatto con la natura e con gli animali.

La ripresa del turismo impone una trasformazione, nei servizi e nei valori. Come state riprogettando la vostra offerta, anche in termini di adeguamento alle nuove linee guida e protocolli?

Per quanto riguarda il settore accoglienza, come detto, partiamo avvantaggiati, essendo inseriti in un’oasi verde e biologica. Inoltre essendo una struttura diffusa, il distanziamento sociale è sicuramente favorito e privilegiato rispetto a un albergo con una serie di camere. Ad esempio, nonostante la struttura non abbia riaperto ufficialmente – lo faremo, infatti, in estate, con data da definire – siamo già pronti a ricevere i primi ospiti nelle ville, dove c’è maggiore spazio a disposizione, giardini esterni, piscine private e molta privacy.
Tuttavia, per assicurare ancora maggiormente i nostri ospiti in questo periodo di incertezza, abbiamo predisposto apparecchi di igienizzazione all’ozono, per sanificare ogni ambiente, sia comune, come la reception o la grande sala da colazione, sia privato, come le singole camere e suites. È stato steso anche un protocollo interno per il distanziamento sociale ed ovviamente tutti verranno dotati di mascherine. A disposizione anche gel igienizzanti. Abbiamo inoltre digitalizzato processi come il check-in, che invece di essere fatto alla reception, potrà essere fatto direttamente online. Questo eviterà il crearsi di eventuali assembramenti in area comune e aumenterà il distanziamento sociale.
Stiamo, inoltre, implementando ulteriori servizi in suite o in villa e le attività sono di tipo esclusivo e privato. I nostri ospiti potranno godere di un soggiorno in piena tranquillità, relax e sicurezza, gustando dei piatti eccellenti della nostra tradizione, rivisitati in chiave contemporanea, e sorseggiare i vini della nostra cantina. Molte delle nostre suite hanno il proprio patio o giardino privato, le ville oltre il giardino anche la propria piscina ad uso esclusivo.
Le cantine potranno essere visitate con dei percorsi privati.
Fiore all’occhiello del Relais Il Borro è il suo ristorante gourmet, Osteria del Borro, con un impianto di igienizzazione all’ozono, come quello delle sale chirurgiche e il primo implementato in una cucina, in tutta Europa. Da sempre abbiamo messo in primo piano l’igiene e la sicurezza dei nostri ospiti.

La cantina Il Borro rientra nella rete Toscana Wine Architecture, progetto che coinvolge 14 cantine, per valorizzare vino, architettura e territorio. Quali sono gli elementi che rendono una cantina, un attrattore turistico?

Esatto, la cantina de Il Borro fa parte del circuito di Wine Architecture, un progetto davvero bello che unisce 14 cantine toscane, tutte espressione di scelte progettuali che favoriscono la bioarchitettura, sperimentano modalità di integrazione innovative tra le nuove tecnologie nel campo dell’energia, ma anche la riduzione dell’impatto ambientale.
Sicuramente questo è un primo punto che rende attrattiva una cantina. All’attrazione di questi nuovi templi dell’architettura si coniuga indissolubilmente quella del vino, e ricordiamo che la Toscana è una destinazione leader in Italia e molto conosciuta in tutto il mondo. Quindi la qualità dei vini e la curiosità di riconoscere i vari vitigni e distinguere un vino da un altro è un aspetto molto importante.
La nostra cantina, nello specifico, è stata progettata dall’architetto Elio Lazzerini, e si presenta come una struttura in mattoni, parzialmente intonacata, d’impostazione tradizionale, per armonizzarsi con l’area circostante, ovvero con il borgo medievale, con le case coloniche, con la villa padronale e, soprattutto, con la vecchia cantina settecentesca. Lo stretto legame con il territorio e la sua storia è un altro punto vincente.
Infine, aggiungerei l’aspetto green e quello dell’esperienza. Spesso alle visite in cantina sono associati percorsi naturalistici alla scoperta delle vigne e molte altre attività. L’enoturista non è solo incuriosito dalla degustazione, ma vuole fare suo ed essere partecipe del mondo intorno a quel vino. Per questo cresce interesse nel partecipare alle vendemmie in azienda, alla fase di produzione, alla visita della vigna e ai momenti conviviali insieme agli stessi produttori.

Quali sono gli elementi dell’offerta enoturistica?

La nostra offerta enoturistica è un’immersione ne Il Borro, che può iniziare con la sola visita della cantina, fino ad un soggiorno vero e proprio, tante sono le proposte. Come anticipato, a mio avviso, l’enoturista è alla ricerca di una vera esperienza, vuole toccare con mano la realtà di quel vino. E noi proponiamo percorsi diversi, per incontrare i gusti di tutti, e che mettono in luce alcuni aspetti della nostra realtà. Anche solo il percorso classico, non è una semplice degustazione, ma un vero viaggio nell’Arte e nel Vino; prima di scendere nelle cantine per la degustazione, un percorso porta i nostri ospiti a vedere un video che racconta l’azienda e a percorrere la nostra galleria d’arte, con incisioni riguardanti il vino. Tra queste, artisti rinomati come Rembrandt, Manet, Goya, Mantegna, Picasso, Wharol. Altri tour uniscono un trattamento alla vinoterapia presso la nostra Spa, oppure una passeggiata a cavallo tra le vigne, una degustazione in abbinamento a piatti del nostro chef o persino laboratori artigianali nel cuore del borgo medievale.
Ecco, questo rende unica la degustazione e noi ci immaginiamo i nostri clienti, che al ristorante scelgono uno dei nostri vini e sorseggiandolo, si ricordino degli intensi colori delle vigne al tramonto, del canto degli uccellini come unico rumore percepibile tra i vicoli del borgo, della pace e della tranquillità ritrovata nel soggiorno.

L’enoturismo è considerato oggi il motore della ripartenza del turismo in Italia. Quali sono le prospettive di sviluppo del prodotto sul mercato?

Non è difficile immaginare che uno dei primi settori turistici a ripartire sia proprio quello dell’enoturismo In un periodo di lockdown come quello appena trascorso, la natura si è riappropriata dei suoi spazi, il livello di inquinamento dell’aria è notevolmente calato. In questo scenario, le cantine, prossime alle vigne e disperse nel verde, lontane dalla freneticità delle città, rappresentano luoghi ideali per lo svago e il relax.
Molte cantine poi, oggi giorno, offrono servizi di ospitalità di vario livello, quindi, le carte per giocare una bella partita ci sono tutte.
Detto questo si registrerà una flessione dell’enoturismo inevitabile rispetto agli altri anni, un circuito ho.re.ca. rallentato ed è necessario cercare nuove strade nel mercato per fare di questa situazione di crisi, un’opportunità.
Come azienda Il Borro, abbiamo avviato tutta una serie di strategie per fare un “enoturismo digitale”, come ad esempio degustazioni virtuali e webinar. Parallelamente abbiamo implementato la distribuzione dei nostri vini, in affermati portali di vendita online. Riguardo alla prossima produzione vitivinicola, le condizioni meteo sono state ideali e ci aspettiamo una buona vendemmia e un eccellente prodotto. Quello che desideriamo, resta comunque aprire le nostre porte quanto prima a tutti coloro che hanno voglia di scoprire la nostra realtà.

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