Segnali molto positivi per le prossime vacanze di Natale in Italia da parte degli albergatori. In particolare la montagna sta facendo segnare un vero e proprio boom di prenotazioni soprattutto dall’estero. Tra Natale e Capodanno l’aumento si attesta tra il 2% e il 3% – addirittura a Capodanno l’occupazione dovrebbe superare il 70% delle camere disponibili – con un’ulteriore accelerata (tra il 3 e il 4%) per il week end lungo dell’Epifania.
Sono molti i motivi di questo exploit. Da quelli contingenti, ma non per questo meno importanti, che arrivano dal clima con un inizio di stagione che vede un innevamento che mancava a questi livelli da molti anni, a quelli di lungo periodo.
Certamente la montagna, dopo alcuni anni di relativo appannamento, sta vivendo un ciclo di mercato che è tornato ad essere favorevole: destinazioni come Courmayeur e la Val d’Aosta stanno vivendo una fase di grande successo, testimoniata anche da investimenti e nuove aperture nel settore alberghiero. Strutture nate per una domanda internazionale attenta e sofisticata che guarda ad un’offerta capace di valorizzare il dialogo con la natura, con servizi attenti alla sostenibilità ed alla valorizzazione del territorio e delle comunità locali. Comunità raccolte ma ricche di unicità che sono quindi particolarmente in sintonia con le chiavi di ispirazione più contemporanee del turismo.
Ma a questo ritorno di attenzione verso la montagna sta contribuendo molto anche il risultato di Cortina che dopo essersi aggiudicata i mondiali di sci del 2021, è riuscita con Milano ad aggiudicarsi le olimpiadi del 2026.
Eventi che al di là del momento, offrono prima e dopo grandissima visibilità nazionale e soprattutto internazionale alla destinazione.
A questo successo ha contribuito un lavoro importante che il territorio ha avviato fin dal 2013 con la mappatura di Google Street dei sentieri dolomitici che ancora oggi è tra le pagine più visitate e poi dalla pubblicazione nel 2017 del Lonely Planet Dolomiti, quasi una consacrazione per l’Italia del turismo.
Ma il boom della montagna non toglie nulla alle altre destinazioni. Le città d’arte mantengono un segno complessivamente positivo. All’ottima performance della prima parte di queste festività – a Natale aumentano le prenotazioni sia da parte degli italiani (+1%) che da parte della clientela straniera (+2%) e a Capodanno l’incremento sale addirittura al +2% per gli italiani e oltre il +3% per gli stranieri – si accompagna un rallentamento per l’Epifania con un numero di prenotazioni leggermente più basso rispetto a quello dell’anno scorso (-0,5%).
Regina indiscussa tra le città d’arte Firenze, dove l’occupazione delle camere degli alberghi raggiungerà il 70% a Natale fino all’80% per Capodanno grazie ad un aumento delle prenotazioni di oltre il 3%, derivante da un complessivo aumento sia della clientela italiana che di quella straniera.
Un segnale importante questo che arriva dalle feste di fine anno dopo le incertezze dell’estate scorsa. Il settore appare in recupero e se questi dati saranno confermati, riparte di slancio per il 2020.