Sono 2.154 le startup innovative partecipate da almeno una corporate e 6.727 gli investitori in Corporate Venture Capital: sono questi i numeri che emergono dalla seconda edizione dell’Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital italiano presentato a Smau 2017.

Tra i dati interessanti risulta che le startup partecipate dalle realtà corporate crescono più delle startup partecipate da fondi di investimento e nel 77% dei casi hanno visto un aumento dei ricavi fra il 2015 e il 2016.

Per queste startup anche il tasso di fallimento è significativamente più basso: appena il 4,1% è uscita dal mercato nel corso del 2015, contro il 16% nel caso di realtà partecipate da un investitore specializzato.

Un dato che restituisce una fotografia inedita del fenomeno dell’Open Innovation. “Spesso – spiega Pierantonio Macola, Presidente Smau – analisti e osservatori puntano il dito contro la scarsità di risorse finanziarie destinate al venture capital nel nostro Paese. Gli esiti dell’Osservatorio mettono invece in luce un altro aspetto, meno raccontato: quella del Corporate Venture Capital, che in Italia è già una realtà, che interessa un numero di startup cinque volte superiore rispetto a quelle partecipate da un fondo di investimento e che, almeno a giudicare da quanto emerge dal rapporto, rappresenta la forma migliore di investimento”.

“Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dai dati sugli impatti del Corporate Venture italiano emersi dall’Osservatorio di quest’anno – ha commentato Alvise Biffi, coordinatore dell’Industry Advisory Board di Italia Startup – l’analisi rileva infatti che questo tipo di investimento fa crescere i ricavi delle startup, ne abbassa la mortalità, le rende più patrimonializzate e le connette in modo più rapido al mercato. Oltre che portare tanta innovazione alle imprese che investono. E’ la direzione che il nostro sistema industriale deve intraprendere, in coerenza con le politiche connesse a Industria 4.0, ma con un’attenzione più forte all’innovazione aperta che viene dalle startup e dai loro partner, in primis incubatori, parchi scientifici e investitori”.

Fra i dati più interessati proposti dalla seconda edizione del rapporto, si nota la forte crescita del numero di piccole imprese che hanno deciso di investire in una startup (+45% in un anno) a conferma del fatto che il Corporate Venture Capital non è uno strumento appannaggio solo delle grandi imprese. Se fra le piccole e medie imprese si registra la crescita maggiore, nel complesso in tutte le classi dimensionali si è rilevato un netto incremento. In un anno, sono aumentate del 31% le società che hanno investito in una startup innovativa, a conferma del fatto che il corporate venture capital continua a crescere a ritmi consistenti nel nostro Paese. Nel complesso, gli investitori in CVC sono nel capitale del 22,9% delle startup innovative iscritte al Registro delle Imprese, gli investitori specializzati hanno partecipazioni all’interno di 417 startup iscritte al Registro Imprese, ovvero l’8,6%.

Dal rapporto emerge poi che ben il 56% delle aziende che investono in una startup sceglie una realtà al di fuori del territorio della propria Regione, mentre la quasi totalità – il 95% – punta su startup di settori diversi rispetto al proprio settore di riferimento. Dati che confermano come, con il fenomeno dell’Open Innovation, si superi la logica del vecchio distretto di prossimità a vantaggio di una nuova geografia dell’innovazione inclusiva di tutte le regioni e si vada oltre gli “steccati” dei settori tradizionali.

Autore

  • Domenico Palladino

    Domenico Palladino è editore, consulente marketing e formatore nei settori del travel, della ristorazione e degli eventi. Dal 2019 è direttore editoriale di qualitytravel.it, web magazine trade della travel & event industry. Gestisce inoltre i progetti editoriali di extralberghiero.it, dedicato agli operatori degli affitti brevi e cicloturismo360.it, per gli amanti del turismo su due ruote. Ha pubblicato per Hoepli il manuale "Digital Marketing Extra Alberghiero". Laureato in economia aziendale in Bocconi, indirizzo web marketing, giornalista dal 2001, ha oltre 15 anni di esperienza nel travel. Dal 2009 al 2015 è stato web project manager del magazine TTG Italia e delle fiere del gruppo. Dal 2015 al 2019 è stato direttore editoriale di webitmag.it, online magazine di Fiera Milano Media dedicato a turismo e tecnologia.

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