Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha da poco reso pubblica la lista nazionale dei dispositivi di rilevamento della velocità autorizzati in Italia. Si tratta del risultato del censimento nazionale previsto dal decreto direttoriale n. 367 del 29 settembre 2025: ogni Comune, ente locale e corpo di polizia ha dovuto registrare su una piattaforma ad hoc marca, modello, versione, matricola (se presente), estremi del decreto di omologazione, direzione di marcia, e — ove necessario — collocazione chilometrica dell’autovelox. Di seguito l’elenco al 1° dicembre 2025 (che aggiorneremo periodicamente):
3.600-4.000 autovelox: la fotografia aggiornata
Secondo l’elenco ufficiale risultano censiti circa 3.625 apparecchi — comprendendo fissi, mobili e tutor.
Da oggi, chi riceve un verbale per eccesso di velocità può verificare se l’apparato che ha generato la multa è presente nella banca dati istituzionale. Se l’autovelox non risulta registrato, la sanzione può essere impugnata: nei fatti, diventa nulla.
Cosa significa per automobilisti e cittadini
- Dispositivi non registrati devono essere disattivati: chi li mantiene operativi rischia di emettere multe illegittime.
- La consultazione è libera e accessibile: chi riceve una multa può — e deve — controllare se il rilevatore è censito e, in caso negativo, valutare l’impugnazione.
- Anche per gli autovelox regolarmente censiti resta cruciale la prova dell’omologazione: senza di essa, il verbale resta sugli stessi binari dell’illegittimità.
Un cambio di scenario dopo anni di incertezze
Per molto tempo in Italia si è dibattuto sul numero reale di autovelox attivi e sulla loro regolarità: cifre a volte altissime — “10-11 mila” o più — hanno alimentato sospetti, dubbi e battaglie legali. Oggi il dato ufficiale — 3.625 — mette ordine e chiarisce le dimensioni reali del sistema di controllo elettronico della velocità. Il nuovo registro rappresenta una svolta: trasparenza formale, responsabilità delle amministrazioni, e possibilità concreta per i cittadini di verificare l’effettiva legittimità delle sanzioni.
Cosa fare in caso di multa
Chi riceve un verbale per eccesso di velocità dovrebbe seguire questi passaggi:
- Collegarsi al portale ufficiale del MIT e cercare l’autovelox indicato nel verbale (mediante matricola, se presente, o dati indicati).
- Verificare che il dispositivo sia effettivamente censito. Se non lo è → valutare il ricorso per contestare la multa, entro i termini previsti.
- In alternativa, per gli apparecchi censiti ma di cui non viene dimostrata omologazione, richiedere l’esibizione del relativo decreto; in mancanza, anche queste multe rischiano di essere annullate.
Con la pubblicazione dell’elenco nazionale degli autovelox, la potenziale “trappola automatica” delle multe per eccesso di velocità si trasforma — almeno sulla carta — in un sistema verificabile e trasparente. Chi guida ha ora la possibilità di conoscere realmente quali dispositivi sono autorizzati e, soprattutto, di difendersi se il controllo non rispetta le regole. Per un paese in cui la fiducia nelle istituzioni passa anche attraverso l’equità dei controlli, è un passo importante.

