In un’intervista riportata da Leggo il sottogretario al Mibact con delega al Turismo Lorenza Bonaccorsi analizza la difficile situazione del settore alle prese con l’epidemia covid-19.
Il sottosegretario illustra le misure già prese, conscia che non basteranno: ” Già il 2 marzo abbiamo permesso alle imprese turistiche di sospendere gli oneri previdenziali e tutta una serie di pagamenti. E abbiamo dato il via libera ai voucher, con i quali si rimborsano sia i viaggiatori sia i vettori o gli alberghi, tutelando tutta la filiera. Poi nel decreto Cura Italia abbiamo esteso la cassa integrazione in deroga agli operatori del turismo, così come abbiamo allargato i 600 euro ai lavoratori stagionali inserendo misure di sostegno per la rinegoziazione dei prestiti. Perché il turismo italiano è fatto da piccole e medie imprese”.

La preoccupazione ora è per gli stagionali estivi che rischiano di non essere mai assunti e per gli alberghi costretti a pagare affitti mentre sono completamente vuoti.

“Servono misure strutturali per sostenere un minimo di ripresa – prosegue Bonaccorsi – Un’altissima percentuale delle prenotazioni viene fatta nei primi tre mesi dell’anno, questo fa capire le dimensioni del problema. Abbiamo bisogno di mettere subito in atto una serie di misure per aiutare le imprese a far ripartire il turismo. Dobbiamo tutelare gli stagionali estivi e individuare gli strumenti per prenderci cura anche di loro mentre nel prossimo decreto inseriremo una norma per mettere in sicurezza le imprese alberghiere che non ce la fanno a pagare gli affitti”

Bonaccorsi appare pessimista sul salvataggio della stagione estiva e pensa convenga puntare sul turismo interno: “Stiamo preparando una campagna che incentivi gli italiani a rimanere nel nostro Paese. Saranno vacanze diverse, fatte di periodi molto brevi e territoriali, nel senso che in moltissimi non si allontaneranno troppo. Da qui a quando ripartirà un turismo internazionale consistente, passeranno mesi. Dobbiamo sostenere il settore fino a quel momento. S e si riparte con troppa fretta c’è la possibilità di un contagio di ritorno. Sarebbe la cosa peggiore che potrebbe capitarci.

Infine il sottosegretario ammette che c’è un settore che la preoccupa più di altri: “Il settore congressuale è particolarmente in difficoltà. Gli eventi vengono pianificati sui due tre anni successivi. Sono state annullate importantissimi fiere, saloni. E stiamo parlando di un target alto-spendente. Per assorbire questa botta ci vorranno uno-due anni”.

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