Caos guide turistiche: il TAR blocca il concorso. Una professione da riformare

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Negli ultimi giorni, il settore turistico italiano è stato scosso da una notizia che ha riportato al centro del dibattito una professione chiave per la valorizzazione del nostro patrimonio: quella della guida turistica. Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha accolto il ricorso presentato dall’ANGT, l’Associazione Nazionale Guide Turistiche, contro il bando del concorso nazionale indetto dal Ministero del Turismo per l’abilitazione delle nuove guide. La notizia ha sollevato reazioni contrastanti, riflessioni profonde e, soprattutto, l’urgenza di ridefinire i criteri di accesso alla professione e i metodi di certificazione delle competenze.

Ma andiamo con ordine.

Per anni il mondo delle guide turistiche ha vissuto in una sorta di limbo normativo. Dopo l’abolizione delle vecchie norme regionali in attesa di una regolamentazione nazionale uniforme, il Ministero del Turismo quest’anno ha finalmente bandito un concorso pubblico per la selezione e abilitazione di nuove guide, con validità su tutto il territorio italiano. L’obiettivo dichiarato era duplice: da un lato, colmare il vuoto normativo e dare un assetto definitivo alla professione; dall’altro, rispondere alla crescente domanda di servizi guidati qualificati in un’Italia che continua ad attrarre milioni di visitatori ogni anno. Tuttavia, il bando, seppur atteso da tempo, ha sollevato sin da subito critiche da parte delle associazioni di categoria. Alcuni aspetti, in particolare, sono stati considerati lesivi della professionalità e del valore culturale del mestiere di guida turistica.

L’ANGT, in rappresentanza di numerosi professionisti del settore, ha presentato ricorso al TAR del Lazio, evidenziando come il bando contenesse diverse disposizioni problematiche. Tra le più contestate, l’accesso al concorso aperto anche a chi è in possesso del solo diploma di scuola superiore, senza l’obbligo di una laurea, una scelta che, secondo l’associazione, rischia di svilire una professione che richiede profonde competenze storiche, artistiche, linguistiche e culturali. Un secondo punto critico riguarda le lingue straniere: il bando, infatti, non prevede l’obbligo di certificazioni linguistiche internazionali, considerando che il lavoro delle guide turistiche si svolge in gran parte con visitatori provenienti dall’estero, molti ritengono inaccettabile che si possa accedere alla professione senza dimostrare in modo oggettivo un’elevata padronanza di almeno una lingua straniera. Infine, è stata messa in discussione la scelta di rilasciare un’abilitazione nazionale, senza alcuna distinzione territoriale, in un Paese come l’Italia, la cui ricchezza culturale e paesaggistica varia profondamente da regione a regione, molti operatori considerano essenziale mantenere una dimensione locale o almeno interregionale dell’abilitazione, per valorizzare la specificità dei territori e incentivare una formazione mirata.

Il 15 maggio 2025 il TAR del Lazio ha emesso un’ordinanza con la quale ha accolto l’istanza cautelare dell’ANGT, sospendendo di fatto l’efficacia del bando fino alla discussione di merito fissata per il 14 ottobre 2025. La decisione ha suscitato grande attenzione: non si tratta solo di una sospensione tecnica, ma di un riconoscimento, seppur provvisorio, della fondatezza delle argomentazioni avanzate dall’associazione. Il TAR ha anche invitato il Ministero a non procedere con iniziative che possano pregiudicare le istanze sollevate, inclusa l’abilitazione delle nuove guide in forza del concorso impugnato, in parole semplici, tutto è fermo! E con l’alta stagione turistica alle porte, questa situazione ha generato preoccupazione sia tra i candidati sia tra gli operatori del turismo, che già lamentano una carenza di guide autorizzate. Nonostante l’ordinanza, si intuisce che è intenzione del Ministero del Turismo di voler procedere con lo svolgimento degli esami e dunque il blocco non dovrebbe pregiudicare alcun annullamento. 

Un segnale che mostra però come l’intero impianto normativo sia oggi oggetto di tensioni istituzionali e interpretazioni divergenti. Altre associazioni di categoria, pur condividendo molte delle perplessità sollevate dall’ANGT, si sono dette preoccupate per l’impatto che un’eventuale cancellazione o modifica del concorso potrebbe avere sull’intero settore, è il caso dell’AGTA, che ha sottolineato come la sospensione possa aggravare la carenza di guide in alcune aree ad alta domanda, proprio nel momento in cui il turismo internazionale sta tornando ai livelli pre-pandemici.

Questa vicenda giudiziaria rappresenta solo la punta dell’iceberg di un problema più ampio e strutturale: la necessità di ripensare il sistema di accesso e abilitazione alla professione di guida turistica in Italia, è giunto il momento di avviare una riflessione profonda e condivisa, che non si limiti alla risoluzione di un ricorso, ma affronti in modo sistemico la questione. In un contesto sempre più competitivo, in cui il turismo esperienziale, culturale e sostenibile richiede figure altamente qualificate, il processo di abilitazione deve essere espressione di eccellenza e non un ostacolo formale. Le guide turistiche sono ambasciatori culturali, narratori del territorio, mediatori tra il patrimonio e il visitatore è quindi doveroso che il percorso per diventarlo sia rigoroso, selettivo e soprattutto coerente con le esigenze del turismo contemporaneo.

Alla luce delle criticità emerse, è possibile avanzare alcune proposte operative per la costruzione di un nuovo modello di abilitazione delle guide turistiche:

  • – L’accesso al nuovo concorso dovrebbe essere riservato a candidati con un indirizzo scolastico in discipline attinenti (beni culturali, storia dell’arte, archeologia, lingue, turismo, ecc.), con l’aggiunta di una certificazione linguistica almeno di livello B2 per la lingua straniera principale, in questo modo, si garantirebbe una solida base culturale e la capacità di comunicare con un pubblico internazionale.
  • Si potrebbe strutturare un’abilitazione su base modulare: una base nazionale comune, con esami e percorsi formativi specifici per aree territoriali (regioni, province, siti UNESCO) o per aree tematiche (turismo enogastronomico, archeologico, religioso, naturalistico). Questo approccio permetterebbe una maggiore valorizzazione delle competenze locali.
  • Una guida turistica non può fermarsi alla formazione iniziale, occorre prevedere un sistema di aggiornamento obbligatorio, con crediti formativi da acquisire annualmente, su temi come nuove tecnologie, accessibilità, sostenibilità e nuove metodologie di storytelling turistico.
  • Per chi già opera nel settore in maniera non regolarizzata, sarebbe opportuno prevedere un percorso di “emersione” che valorizzi l’esperienza documentata, con esami dedicati o corsi di adeguamento. Questo eviterebbe di disperdere un patrimonio di competenze costruito sul campo.
  • Le associazioni di categoria, le regioni e i territori dovrebbero essere coinvolti fin dalle prime fasi della progettazione dei bandi e dei percorsi formativi. Questo garantirebbe una maggiore aderenza alle reali esigenze del mercato e ridurrebbe i conflitti istituzionali.

La sospensione cautelare del concorso nazionale per guide turistiche, al di là degli aspetti giuridici, rappresenta un’opportunità per ripensare una professione strategica per il turismo italiano. In un’epoca in cui i viaggiatori cercano esperienze autentiche, contenuti culturali approfonditi e relazioni significative con il territorio, il ruolo della guida turistica si fa sempre più centrale. Occorre dunque costruire un sistema di abilitazione che sia all’altezza di questa sfida: serio, inclusivo, meritocratico, territoriale e aggiornato, un sistema che riconosca le guide turistiche non solo come figure abilitate, ma come veri e propri custodi del patrimonio culturale. L’Italia ha un’occasione per dimostrare che non solo sa accogliere, ma anche formare e valorizzare chi racconta la sua storia.

Autore

  • Mino Reganato si occupa di gestione del management e del marketing di strutture ricettive e tour operator da lungo periodo, vantando numerose esperienze in diverse località nazionali ed internazionali.  Amministratore di società operanti nel settore turistico-alberghiero ed in campo associativo nella sua lunga carriera ha partecipato a numerosi progetti per il destination management territoriale, disciplina di cui è anche formatore oltre ad aver ricevuto diversi premi nel settore turistico-alberghiero. Scrive articoli di approfondimento relativi al settore turistico e alberghiero per il suo blog Hotel & Tourism Management Group e occasionalmente per alcune testate giornalistiche online.

    Mino Reganato infine è a fianco delle strutture che hanno bisogno di un piano d'azione urgente (bassa occupazione, calo fatturato, costi fuori controllo).

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