guide turistiche

È prevista entro la fine di settembre 2025 la prova scritta dell’esame nazionale di abilitazione alla professione di guida turistica, secondo quanto comunicato dal Ministero del Turismo. La data esatta verrà annunciata a breve e sarà definita in base alla disponibilità delle sedi selezionate per accogliere i candidati: Milano, Torino, Roma, Chieti, Napoli, Catania e Cagliari.

Il test, che comprenderà 80 domande, rappresenta la prima fase del nuovo iter nazionale per ottenere l’abilitazione, introdotto con il DM 88/2024 in attuazione della legge 190/2023. Una riforma attesa da anni che mira a uniformare i criteri di accesso alla professione su tutto il territorio italiano e a istituire un Elenco Nazionale delle Guide Turistiche (ENGT).

Una commissione di alto profilo

Con decreto del 20 giugno 2025, il Ministero ha ufficializzato la composizione della commissione incaricata di supervisionare le prove d’esame, inclusa la selezione dei luoghi e dei temi oggetto delle simulazioni. A presiederla è Luigi Malnati, già direttore generale delle antichità al Ministero della Cultura, affiancato dai presidenti supplenti Stefano De Caro e Valentino Nizzo. Completano la commissione gli esperti Antonia Rallo, Carmen Bizzarri, Dario Nappo, Marco Izzolino e Francesco Torchia. Tra i membri supplenti figurano Paola Santoro, Daniela La Foresta, Eleonora Capannolo, Germano Boffi e Giuseppe Liccardo. Il regolamento prevede che la commissione esaminatrice sia composta da cinque membri effettivi, inclusi presidente e vice, con qualificazione specifica nelle materie oggetto delle prove.

Tre prove, punteggi severi

Il percorso di selezione prevede tre prove: scritta, orale e tecnico-pratica, ciascuna con un punteggio massimo di 40 punti. Per superare ogni fase, sarà necessario ottenere almeno 25 punti.

La prova scritta, prevista a settembre, si svolgerà esclusivamente online e consisterà in 80 quesiti a risposta multipla da completare in 90 minuti. Gli argomenti includeranno storia dell’arte, geografia, storia, archeologia, diritto del turismo, accessibilità dell’offerta turistica e disciplina dei beni culturali e del paesaggio. Il punteggio sarà calcolato con il metodo: +0,50 per ogni risposta esatta, 0 per le risposte non date, –0,25 per le risposte sbagliate.

I candidati che supereranno la prova scritta saranno ammessi all’orale, che avrà l’obiettivo di verificare le capacità comunicative, la padronanza delle stesse materie già affrontate nel test e la conoscenza di almeno una lingua straniera a livello B2. Sono esonerati dalla verifica linguistica coloro che possiedono un titolo di studio (diploma o laurea) conseguito in lingua straniera.

Infine, chi otterrà un punteggio sufficiente anche all’orale sarà convocato per la prova tecnico-pratica, che consisterà in una simulazione di visita guidata, con presentazione di un sito culturale o archeologico, scelta tra quelli indicati dalla commissione. Il sito dovrà essere illustrato sia in italiano che nella lingua straniera selezionata dal candidato. La valutazione terrà conto della capacità di gestione del gruppo, delle competenze relazionali e della chiarezza espositiva.

L’elenco dei siti tra cui verranno scelti gli argomenti per la prova pratica sarà reso pubblico almeno venti giorni prima dell’avvio degli orali.

L’accesso all’albo nazionale

Al termine del percorso, i candidati che avranno superato tutte le prove saranno iscritti d’ufficio all’ENGT, l’albo nazionale delle guide turistiche, che rappresenterà il nuovo riferimento ufficiale per chi desidera esercitare la professione in Italia e nell’Unione europea. Sono oltre 29mila le domande di partecipazione pervenute, a testimonianza del forte interesse per una figura professionale sempre più strategica nel panorama del turismo culturale.

Il Ministero invita i candidati a consultare regolarmente il portale istituzionale e la piattaforma InPA per aggiornamenti su calendario, sedi e banca dati ufficiale delle domande. Nei prossimi giorni è attesa la comunicazione ufficiale con la data definitiva della prova scritta.

Focus sulle lingue e sull’accessibilità

Particolare attenzione è riservata alla valorizzazione dell’offerta in chiave inclusiva e all’internazionalizzazione del profilo professionale: tra le materie d’esame, infatti, figura anche l’accessibilità dell’offerta turistica, tema in linea con le direttive europee sul turismo per tutti. La certificazione linguistica, invece, è considerata essenziale per garantire una qualità elevata dell’esperienza guidata anche per i visitatori stranieri.

Per chi desidera intraprendere questa carriera, si apre dunque un’opportunità concreta per ottenere un riconoscimento formale valido su scala nazionale e comunitaria.

Il concorso nazionale per l’abilitazione alla professione di guida turistica ha registrato un record di partecipazione con 29.228 domande presentate entro il termine del 27 febbraio 2025. Questo esame, previsto dalla legge 190/2023 e regolamentato dal decreto ministeriale n. 88 del 26 giugno 2024, rappresenta una svolta significativa nella regolamentazione della professione, uniformando le modalità di accesso e garantendo una maggiore qualità del servizio turistico in Italia. Nonostante il TAR del Lazio stia esaminando un ricorso contro lo svolgimento del concorso, il Ministero del Turismo ha espresso la volontà di andare avanti con le prove a luglio 2025 come previsto dalla normativa, considerando che il TAR non ha sospeso l’efficacia esecutiva del bando.

Struttura dell’esame

L’esame di abilitazione si articola in tre prove che valutano le competenze teoriche, linguistiche e pratiche dei candidati:​

  1. Prova scritta: consiste in 80 quesiti a risposta multipla da completare in 90 minuti. Le materie oggetto della prova includono:
    • Storia dell’arte
    • Geografia
    • Storia
    • Archeologia
    • Diritto del turismo, accessibilità e inclusività dell’offerta turistica
    • Disciplina dei beni culturali e del paesaggio
      Il punteggio massimo è di 40 punti, con almeno 25 punti necessari per superare la prova.
  2. Prova orale: è un colloquio in lingua italiana sulle materie della prova scritta e include la verifica della conoscenza di almeno una lingua straniera a livello B2. Sono esentati dalla verifica linguistica coloro che hanno conseguito un titolo di studio in lingua straniera. Anche in questo caso, il punteggio massimo è di 40 punti, con almeno 25 punti richiesti per il superamento.​
  3. Prova tecnico-pratica: consiste nella simulazione di una visita guidata in italiano e nella lingua straniera scelta. La prova valuta la capacità di comunicazione, la padronanza delle materie e l’abilità nell’organizzare e condurre una visita. Anche questa prova prevede un punteggio massimo di 40 punti, con almeno 25 punti necessari per il superamento.​

Superate tutte le prove, i candidati saranno iscritti nell’Elenco Nazionale delle Guide Turistiche (ENGT), istituito presso il Ministero del Turismo, che consente l’esercizio della professione su tutto il territorio nazionale.​

Preparazione all’esame

Per affrontare con successo l’esame, è fondamentale una preparazione approfondita e mirata. Non essendoci però una letteratura specifica, bisogna cercare di sviluppare competenze trasversali con le diverse risorse disponibili per supportare i candidati:​

  • Manuali di studio: testi aggiornati che coprono tutte le materie d’esame, spesso accompagnati da quiz e simulazioni.​ Su Amazon sono già disponibili una decina di titoli diversi.
  • Corsi di formazione: sia online che in presenza, offrono lezioni specifiche sulle diverse aree tematiche e sulla simulazione delle prove pratiche.​
  • Simulazioni di visite guidate: esercitazioni pratiche che aiutano a sviluppare le competenze necessarie per la prova tecnico-pratica.​
  • Gruppi di studio e forum online: piattaforme dove condividere materiali, esperienze e consigli con altri candidati. Suggeriamo il forum del Ministero dell’Interno, quello di Formazione Turismo e diversi Gruppi Facebook che sono nati in questi mesi

È consigliabile iniziare la preparazione con largo anticipo, dedicando tempo allo studio teorico e alla pratica delle competenze linguistiche e comunicative. La partecipazione a corsi specifici e l’utilizzo di risorse didattiche mirate possono fare la differenza nel superamento delle prove.​

Prossimi aggiornamenti

Attualmente, si attende la nomina ufficiale delle commissioni esaminatrici, prevista a breve. Tuttavia, è stato presentato un ricorso al TAR contro il bando, il che potrebbe comportare uno slittamento delle date delle prove. È importante rimanere aggiornati attraverso i canali ufficiali del Ministero del Turismo e le piattaforme dedicate per ricevere tempestivamente tutte le comunicazioni relative all’esame.

Negli ultimi giorni, il settore turistico italiano è stato scosso da una notizia che ha riportato al centro del dibattito una professione chiave per la valorizzazione del nostro patrimonio: quella della guida turistica. Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha accolto il ricorso presentato dall’ANGT, l’Associazione Nazionale Guide Turistiche, contro il bando del concorso nazionale indetto dal Ministero del Turismo per l’abilitazione delle nuove guide. La notizia ha sollevato reazioni contrastanti, riflessioni profonde e, soprattutto, l’urgenza di ridefinire i criteri di accesso alla professione e i metodi di certificazione delle competenze.

Ma andiamo con ordine.

Per anni il mondo delle guide turistiche ha vissuto in una sorta di limbo normativo. Dopo l’abolizione delle vecchie norme regionali in attesa di una regolamentazione nazionale uniforme, il Ministero del Turismo quest’anno ha finalmente bandito un concorso pubblico per la selezione e abilitazione di nuove guide, con validità su tutto il territorio italiano. L’obiettivo dichiarato era duplice: da un lato, colmare il vuoto normativo e dare un assetto definitivo alla professione; dall’altro, rispondere alla crescente domanda di servizi guidati qualificati in un’Italia che continua ad attrarre milioni di visitatori ogni anno. Tuttavia, il bando, seppur atteso da tempo, ha sollevato sin da subito critiche da parte delle associazioni di categoria. Alcuni aspetti, in particolare, sono stati considerati lesivi della professionalità e del valore culturale del mestiere di guida turistica.

L’ANGT, in rappresentanza di numerosi professionisti del settore, ha presentato ricorso al TAR del Lazio, evidenziando come il bando contenesse diverse disposizioni problematiche. Tra le più contestate, l’accesso al concorso aperto anche a chi è in possesso del solo diploma di scuola superiore, senza l’obbligo di una laurea, una scelta che, secondo l’associazione, rischia di svilire una professione che richiede profonde competenze storiche, artistiche, linguistiche e culturali. Un secondo punto critico riguarda le lingue straniere: il bando, infatti, non prevede l’obbligo di certificazioni linguistiche internazionali, considerando che il lavoro delle guide turistiche si svolge in gran parte con visitatori provenienti dall’estero, molti ritengono inaccettabile che si possa accedere alla professione senza dimostrare in modo oggettivo un’elevata padronanza di almeno una lingua straniera. Infine, è stata messa in discussione la scelta di rilasciare un’abilitazione nazionale, senza alcuna distinzione territoriale, in un Paese come l’Italia, la cui ricchezza culturale e paesaggistica varia profondamente da regione a regione, molti operatori considerano essenziale mantenere una dimensione locale o almeno interregionale dell’abilitazione, per valorizzare la specificità dei territori e incentivare una formazione mirata.

Il 15 maggio 2025 il TAR del Lazio ha emesso un’ordinanza con la quale ha accolto l’istanza cautelare dell’ANGT, sospendendo di fatto l’efficacia del bando fino alla discussione di merito fissata per il 14 ottobre 2025. La decisione ha suscitato grande attenzione: non si tratta solo di una sospensione tecnica, ma di un riconoscimento, seppur provvisorio, della fondatezza delle argomentazioni avanzate dall’associazione. Il TAR ha anche invitato il Ministero a non procedere con iniziative che possano pregiudicare le istanze sollevate, inclusa l’abilitazione delle nuove guide in forza del concorso impugnato, in parole semplici, tutto è fermo! E con l’alta stagione turistica alle porte, questa situazione ha generato preoccupazione sia tra i candidati sia tra gli operatori del turismo, che già lamentano una carenza di guide autorizzate. Nonostante l’ordinanza, si intuisce che è intenzione del Ministero del Turismo di voler procedere con lo svolgimento degli esami e dunque il blocco non dovrebbe pregiudicare alcun annullamento. 

Un segnale che mostra però come l’intero impianto normativo sia oggi oggetto di tensioni istituzionali e interpretazioni divergenti. Altre associazioni di categoria, pur condividendo molte delle perplessità sollevate dall’ANGT, si sono dette preoccupate per l’impatto che un’eventuale cancellazione o modifica del concorso potrebbe avere sull’intero settore, è il caso dell’AGTA, che ha sottolineato come la sospensione possa aggravare la carenza di guide in alcune aree ad alta domanda, proprio nel momento in cui il turismo internazionale sta tornando ai livelli pre-pandemici.

Questa vicenda giudiziaria rappresenta solo la punta dell’iceberg di un problema più ampio e strutturale: la necessità di ripensare il sistema di accesso e abilitazione alla professione di guida turistica in Italia, è giunto il momento di avviare una riflessione profonda e condivisa, che non si limiti alla risoluzione di un ricorso, ma affronti in modo sistemico la questione. In un contesto sempre più competitivo, in cui il turismo esperienziale, culturale e sostenibile richiede figure altamente qualificate, il processo di abilitazione deve essere espressione di eccellenza e non un ostacolo formale. Le guide turistiche sono ambasciatori culturali, narratori del territorio, mediatori tra il patrimonio e il visitatore è quindi doveroso che il percorso per diventarlo sia rigoroso, selettivo e soprattutto coerente con le esigenze del turismo contemporaneo.

Alla luce delle criticità emerse, è possibile avanzare alcune proposte operative per la costruzione di un nuovo modello di abilitazione delle guide turistiche:

  • – L’accesso al nuovo concorso dovrebbe essere riservato a candidati con un indirizzo scolastico in discipline attinenti (beni culturali, storia dell’arte, archeologia, lingue, turismo, ecc.), con l’aggiunta di una certificazione linguistica almeno di livello B2 per la lingua straniera principale, in questo modo, si garantirebbe una solida base culturale e la capacità di comunicare con un pubblico internazionale.
  • Si potrebbe strutturare un’abilitazione su base modulare: una base nazionale comune, con esami e percorsi formativi specifici per aree territoriali (regioni, province, siti UNESCO) o per aree tematiche (turismo enogastronomico, archeologico, religioso, naturalistico). Questo approccio permetterebbe una maggiore valorizzazione delle competenze locali.
  • Una guida turistica non può fermarsi alla formazione iniziale, occorre prevedere un sistema di aggiornamento obbligatorio, con crediti formativi da acquisire annualmente, su temi come nuove tecnologie, accessibilità, sostenibilità e nuove metodologie di storytelling turistico.
  • Per chi già opera nel settore in maniera non regolarizzata, sarebbe opportuno prevedere un percorso di “emersione” che valorizzi l’esperienza documentata, con esami dedicati o corsi di adeguamento. Questo eviterebbe di disperdere un patrimonio di competenze costruito sul campo.
  • Le associazioni di categoria, le regioni e i territori dovrebbero essere coinvolti fin dalle prime fasi della progettazione dei bandi e dei percorsi formativi. Questo garantirebbe una maggiore aderenza alle reali esigenze del mercato e ridurrebbe i conflitti istituzionali.

La sospensione cautelare del concorso nazionale per guide turistiche, al di là degli aspetti giuridici, rappresenta un’opportunità per ripensare una professione strategica per il turismo italiano. In un’epoca in cui i viaggiatori cercano esperienze autentiche, contenuti culturali approfonditi e relazioni significative con il territorio, il ruolo della guida turistica si fa sempre più centrale. Occorre dunque costruire un sistema di abilitazione che sia all’altezza di questa sfida: serio, inclusivo, meritocratico, territoriale e aggiornato, un sistema che riconosca le guide turistiche non solo come figure abilitate, ma come veri e propri custodi del patrimonio culturale. L’Italia ha un’occasione per dimostrare che non solo sa accogliere, ma anche formare e valorizzare chi racconta la sua storia.

È stato sospeso fino al prossimo autunno il concorso nazionale per guide turistiche bandito a gennaio dal Ministero del Turismo. Lo ha deciso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, sezione seconda quater, che ha accolto – con un’ordinanza pubblicata il 15 maggio – il ricorso dell’Associazione Nazionale Guide Turistiche (Angt), unica tra le sigle del settore ad aver contestato formalmente il nuovo bando.

Il provvedimento del Tar non annulla il concorso ma lo congela, rinviando la decisione di merito al 14 ottobre 2025. Una scelta che, di fatto, interrompe temporaneamente il percorso di selezione per l’abilitazione previsto dalla nuova normativa entrata in vigore nel 2024 e già finita al centro di numerose polemiche. Il Ministero, per il momento, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali.

Un colpo per quasi 30mila candidati

Il concorso rappresentava un passaggio molto atteso per migliaia di aspiranti guide: sono infatti ben 29.228 le domande presentate a livello nazionale. Ora tutti questi candidati dovranno attendere l’autunno per capire se potranno effettivamente sostenere l’esame oppure se il bando sarà modificato o annullato. Da un punto di vista formale, il Ministero del Turismo potrebbe teoricamente decidere di proseguire con le prove, senza attendere la sentenza definitiva, ma è improbabile che ciò accada in un quadro di incertezza giuridica come quello delineato dall’ordinanza.

Una riforma attesa da oltre un decennio

Nonostante la normativa europea del 2013 imponesse abilitazioni valide su tutto il territorio nazionale, superando il vecchio sistema a livello regionale o provinciale, la questione è rimasta irrisolta per anni, finché la Commissione europea ha inserito la riforma tra gli obiettivi vincolanti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), imponendo una scadenza al 31 dicembre 2023. La nuova disciplina è quindi arrivata nell’estate 2024, introducendo un sistema di abilitazione annuale con prova scritta e orale, accessibile a chiunque possieda un diploma e conosca almeno una lingua straniera.

Le critiche dell’Angt

Proprio su questi criteri – giudicati troppo permissivi – si concentra la contestazione dell’Angt. L’associazione ha sostenuto che il bando attuale non garantirebbe standard adeguati di competenza e selezione. In un blog Carlo Castello, componente del direttivo nazionale ANGT, spiega i punti contestati: “Non era più prevista la laurea come titolo e nemmeno la conoscenza di una seconda lingua, inoltre prevedeva l’assurdità di svolgere la professione in tutto il territorio nazionale. In sintesi trasforma va quella che è una professione all’attività di un ciarlatano”
La loro posizione non è però condivisa da tutte le sigle del settore. Molte altre associazioni, pur riconoscendo i limiti della riforma, hanno preferito non ostacolare il concorso, ritenendo prioritaria la necessità di nuove abilitazioni dopo quindici anni di stallo.

La sentenza attesa per il 14 ottobre 2025 sarà quindi decisiva per il futuro della professione. Intanto, i candidati restano in sospeso, anche per prepararsi al concorso, in attesa di conoscere il destino di un concorso che avrebbe dovuto rappresentare l’avvio di una nuova fase per il comparto.

Il 27 febbraio si è conclusa la fase di iscrizione al primo bando nazionale per aspiranti guide turistiche, promosso dal Ministero del Turismo in attuazione della Riforma della Professione prevista dalla Legge 190/2023. Il bando, molto atteso, ha registrato un’affluenza significativa, con 29.228 domande presentate. Questo dato è particolarmente rilevante se confrontato con le 14.000 guide attualmente operative, secondo l’Elenco Nazionale gestito dallo stesso Ministero.

Valeria Gerli, Presidente di ConfGuide, Federazione nazionale delle Guide Turistiche affiliata a Confcommercio Professioni, ha espresso preoccupazione riguardo a questi numeri. “Si tratta di cifre elevate che, sebbene prevedibili dopo tanti anni, richiedono una riflessione approfondita”, ha dichiarato Gerli. “Se da un lato alcune realtà territoriali e specifiche tipologie di attività segnalano una carenza di professionisti abilitati, dall’altro l’introduzione di un numero così elevato di nuove guide potrebbe triplicare entro l’anno il numero di professionisti, con conseguenze ancora da valutare.”

Un ulteriore timore sollevato riguarda la possibile diminuzione della qualità dei servizi offerti. In un contesto in cui si richiede sempre maggiore eccellenza per contrastare fenomeni come l’overtourism, l’ingresso massiccio di nuove guide potrebbe compromettere gli standard attuali.

ConfGuide aveva già manifestato preoccupazione per il depotenziamento della Riforma, attribuito a interventi della Commissione Europea. Tra le modifiche criticate vi sono l’abbassamento del titolo di accesso alla professione da laurea a diploma e la riduzione del requisito linguistico da due lingue straniere a una sola, con livello B2.

Nonostante queste criticità, la Presidente Gerli ha rivolto un augurio a tutti i candidati, auspicando che le prove d’esame selezionino i più meritevoli, qualificati e preparati, poiché è di questi professionisti che il settore del turismo e della cultura ha bisogno.

Fiavet-Confcommercio è preoccupata per la modifica del regolamento di sicurezza di Venezia che entrerà in vigore il primo agosto, in piena stagione turistica, quando ormai le prenotazioni e l’organizzazione dei tour, soprattutto di turisti internazionali, è già precostituita, con costi chiari e guide assegnate.

La delibera, volta a limitare l’overtourism a Venezia, riguarda la limitazione del numero turisti seguiti da guide o accompagnatori nel centro storico di Venezia e nelle isole di Murano, Burano e Torcello, che prevede gruppi che non superino le 25 persone, la metà dei passeggeri di un pullman turistico, e secondo l’associazione delle agenzie di viaggio comporta un danno economico a imprese che commercializzano i loro prodotti con un anno di anticipo rispetto al viaggio.

La delibera – spiega Fiavet – dimostra la poca conoscenza del settore che è un punto di forza della nostra economia: il turismo organizzato, il solo autorizzato alla costruzione di pacchetti turistici.
Il presidente di Fiavet-Confcommercio, Giuseppe Ciminnisi, esterna il proprio disappunto nei confronti della scelta dell’amministrazione veneziana in piena alta stagione: “Tutto questo lascia intendere che l’amministrazione veneziana non ha dato ascolto in modo compiuto alle associazioni di categoria prima di varare il provvedimento”.

“La limitazione a gruppi di 25 persone – prosegue il presidente- comporta l’utilizzo di due guide con un aumento di costi molto significativo, e con la limitazione dei tempi di percorrenza che impedisce ai turisti di godere delle bellezze dei luoghi oggetto delle visite”. Fiavet-Confcommercio fa anche notare che le guide autorizzate sono molto difficili da reperire e la delibera potrebbe sortire l’effetto opposto di quello a cui mira, aumentando il lavoro non regolare. Inoltre, l’allungamento dei tempi, qualora una sola guida debba portare due gruppi da 25 persone di uno stesso pullman, non consentirebbe di attuare i programmi prestabiliti nel pacchetto, creando così una insolvenza che costringerebbe l’operatore al rimborso della escursione non usufruita”.

“Non siamo contro il regolamento veneziano in sé – spiega il presidente Fiavet – Confcommercio Giuseppe Ciminnisi- se fosse stato annunciato per il prossimo anno ne avremmo preso atto e ci saremmo organizzati, ma in alta stagione questo sconvolge i piani di moltissime imprese del turismo organizzato, ed insistiamo nel dire che per simili delibere l’ascolto e la condivisione dovrebbero essere presi in considerazione. Non si tratta del Comune di Venezia in particolare – conclude Giuseppe Ciminnisi – ma di un modus operandi che ci vede, in tutto il Paese, come una trascurabile entità economica, senza considerare che muoviamo il 13% del PIL Italiano, e per alcune città come Venezia, rappresentiamo sicuramente un introito ancora maggiore”.

ANGT, Associazione Nazionale Guide Turistiche esprime disappunto per il mancato accoglimento delle proposte emendative al DDL 833 di riforma della professione di Guida turistica, presentate da Senatori di diversi schieramenti politici, prima fra tutte, la richiesta dell’obbligo della specializzazione abilitante per esercizio nel territorio regionale prescelto, livelli linguistici adeguati alla mediazione di contenuti complessi e limiti alle deroghe al possesso dell’abilitazione nei confronti del terzo settore turistico culturale.

L’associazione invece esprime perplessità sul fatto che siano stati invece approvati emendamenti che stravolgono la ratio iniziale del DDL, andando a ridurre le finalità dell’operare della Guida turistica e lasciando spazio a sacche di lavoro non tutelato e spesso mal pagato: sono state infatti eliminate dal testo la finalità didattica della visita guidata svolta a favore di studenti, la necessità di utilizzare una Guida abilitata per curare visite da remoto e la possibilità, per gli enti preposti, di sanzionare piattaforme o siti web che promuovano percorsi guidati da abusivi.

ANGT in una nota spiega che “pur condividendo alcuni punti del DDL 833, ha sempre espresso la totale contrarietà nei confronti degli articoli che di fatto, istituendo una guida “generalista” con eventuale facoltà di specializzazione, liberalizza la professione non garantendo standard di qualità culturali e linguistici adeguati per lo svolgimento della professione stessa. Le conseguenze pratiche di questo decreto sono evidenti: territori sguarniti di professionisti con una formazione consona alle richieste e alla tutela del consumatore, nessuna ricaduta economica sui territori e incentivo al turismo di massa, in contraddizione con quanto sostenuto dal Piano strategico per il Turismo riguardo il turismo sostenibile e responsabile”.

Confguide apprende con forte preoccupazione del mancato inserimento delle guide e degli accompagnatori turistici tra i destinatari degli interventi per il sostegno della filiera del turismo contenuti nel decreto legge del 2 marzo 2020, n. 9 che prevede misure economiche urgenti per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza Coronavirus.

Spiega l’associazione: “Le guide e gli accompagnatori turistici, in quanto soggetti che operano nella filiera turistica, stanno subendo gravissime ripercussioni sulla loro attività lavorativa: la cancellazione pressoché totale dei servizi di visita guidata già messi in calendario per tutta la stagione primaverile, che peserà su circa il 50% del loro reddito annuale. Le guide e gli accompagnatori turistici subiscono gli effetti negativi derivanti dalle misure restrittive, peraltro prioritarie, sulle visite guidate e sui viaggi d’istruzione, dalla chiusura e dal contingentamento degli ingressi nei musei e, di fatto, dall’annullamento dei viaggi in Italia da parte dei turisti stranieri”.

“Oltre all’immediata cancellazione totale di visite, tour guidati e viaggi d’istruzione, rischiamo che il fermo delle nostre attività si protragga oltre l’estate” – dichiara Paola Migliosi, Presidente di Confguide, la Federazione nazionale delle guide turistiche aderente a Confcommercio Professioni. “In questo modo veniamo messi in ginocchio. Le guide e gli accompagnatori turistici che non lavorano e non lavoreranno in tutto il territorio nazionale devono essere considerati tra i destinatari di misure eccezionali di sostegno economico”.