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È stato sospeso fino al prossimo autunno il concorso nazionale per guide turistiche bandito a gennaio dal Ministero del Turismo. Lo ha deciso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, sezione seconda quater, che ha accolto – con un’ordinanza pubblicata il 15 maggio – il ricorso dell’Associazione Nazionale Guide Turistiche (Angt), unica tra le sigle del settore ad aver contestato formalmente il nuovo bando.

Il provvedimento del Tar non annulla il concorso ma lo congela, rinviando la decisione di merito al 14 ottobre 2025. Una scelta che, di fatto, interrompe temporaneamente il percorso di selezione per l’abilitazione previsto dalla nuova normativa entrata in vigore nel 2024 e già finita al centro di numerose polemiche. Il Ministero, per il momento, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali.

Un colpo per quasi 30mila candidati

Il concorso rappresentava un passaggio molto atteso per migliaia di aspiranti guide: sono infatti ben 29.228 le domande presentate a livello nazionale. Ora tutti questi candidati dovranno attendere l’autunno per capire se potranno effettivamente sostenere l’esame oppure se il bando sarà modificato o annullato. Da un punto di vista formale, il Ministero del Turismo potrebbe teoricamente decidere di proseguire con le prove, senza attendere la sentenza definitiva, ma è improbabile che ciò accada in un quadro di incertezza giuridica come quello delineato dall’ordinanza.

Una riforma attesa da oltre un decennio

Nonostante la normativa europea del 2013 imponesse abilitazioni valide su tutto il territorio nazionale, superando il vecchio sistema a livello regionale o provinciale, la questione è rimasta irrisolta per anni, finché la Commissione europea ha inserito la riforma tra gli obiettivi vincolanti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), imponendo una scadenza al 31 dicembre 2023. La nuova disciplina è quindi arrivata nell’estate 2024, introducendo un sistema di abilitazione annuale con prova scritta e orale, accessibile a chiunque possieda un diploma e conosca almeno una lingua straniera.

Le critiche dell’Angt

Proprio su questi criteri – giudicati troppo permissivi – si concentra la contestazione dell’Angt. L’associazione ha sostenuto che il bando attuale non garantirebbe standard adeguati di competenza e selezione. In un blog Carlo Castello, componente del direttivo nazionale ANGT, spiega i punti contestati: “Non era più prevista la laurea come titolo e nemmeno la conoscenza di una seconda lingua, inoltre prevedeva l’assurdità di svolgere la professione in tutto il territorio nazionale. In sintesi trasforma va quella che è una professione all’attività di un ciarlatano”
La loro posizione non è però condivisa da tutte le sigle del settore. Molte altre associazioni, pur riconoscendo i limiti della riforma, hanno preferito non ostacolare il concorso, ritenendo prioritaria la necessità di nuove abilitazioni dopo quindici anni di stallo.

La sentenza attesa per il 14 ottobre 2025 sarà quindi decisiva per il futuro della professione. Intanto, i candidati restano in sospeso, anche per prepararsi al concorso, in attesa di conoscere il destino di un concorso che avrebbe dovuto rappresentare l’avvio di una nuova fase per il comparto.

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