Milano ha voltato pagina sulla storica “Scala del calcio”. Il Comune ha approvato la vendita dello stadio Giuseppe Meazza di San Siro e degli oltre 280.000 metri quadrati dell’area circostante ai club Inter e Milan per 197 milioni di euro, una cifra che ha subito acceso un acceso dibattito politico e sociale in città. L’operazione, che andrà formalizzata entro il 10 novembre 2025 per rispettare vincoli paesaggistici, apre la strada a un progetto di rigenerazione urbana da oltre 1,2 miliardi di euro, con l’obiettivo di consegnare il nuovo impianto entro il 2031. Il nuovo stadio, progettato dagli studi Foster + Partners e Manica, avrà una capienza di 71.500 spettatori e punterà a ospitare grandi eventi sportivi, concerti e spettacoli di rilievo internazionale.
I numeri e i tempi dell’operazione
Il prezzo di cessione, fissato a 197 milioni, tiene conto di una riduzione di 22 milioni destinata alla bonifica dell’area e alla realizzazione di infrastrutture come il tunnel Patroclo, che resteranno a carico pubblico. La vendita riguarda un’area vasta che comprende lo stadio Meazza e i terreni limitrofi, ceduti a circa 440 euro al metro quadro, cifra che ha spinto molte associazioni e forze politiche a parlare di “svendita” in favore delle squadre e dei fondi stranieri che li sostengono.
Il calendario è serrato: il rogito dovrà essere ufficializzato entro novembre 2025 per poter procedere con la demolizione e la costruzione senza essere bloccati da vincoli paesaggistici. Il nuovo impianto è previsto pronto per il 2031, in tempo per eventi come gli Europei di calcio 2032 e l’atteso aumento degli eventi sportivi e culturali di caratura internazionale.
Quando sarà demolito San Siro
Il conto alla rovescia per la demolizione dello storico stadio Meazza è ormai ufficialmente iniziato, ma solo dopo l’entrata in funzione del nuovo stadio il vecchio stadio Meazza andrà incontro al suo destino e verrà abbattuto. Secondo la tabella di marcia, il vecchio San Siro continuerà a ospitare partite ed eventi fino all’inaugurazione del nuovo impianto, prevista per il 2031. Subito dopo, inizierà lo smantellamento: i lavori di demolizione dureranno circa dodici mesi e procederanno “ad anelli”, partendo dal tetto e dal terzo livello, fino a lasciare in piedi solo una porzione simbolica del primo anello come memoria storica per la città. Il passaggio di consegne tra passato e futuro sarà dunque definitivo, con la demolizione che segnerà non solo la fine di un’epoca sportiva, ma anche l’inizio di una nuova visione urbana e turistica per Milano. Accanto al nuovo stadio, sorgeranno strutture commerciali, alberghiere, ristoranti e ampi spazi verdi pubblici, il tutto progettato per rilanciare il quartiere circostante con un approccio sostenibile.
Polemiche e contestazioni
La vendita ha incontrato un’opposizione netta e articolata. Il prezzo considerato troppo basso, il rischio di eccessiva cementificazione e la perdita di un simbolo cittadino hanno animato il dibattito pubblico. Ambientalisti, comitati di quartiere e alcune forze politiche hanno manifestato contro quella che definiscono una “svendita” di Milano, temendo un impatto negativo sulla qualità della vita e sull’identità locale.
Benefici per turismo ed eventi
La rigenerazione dell’area e la costruzione del nuovo impianto moderno rappresentano però una grande opportunità per Milano. Il nuovo San Siro sarà uno hub polifunzionale in grado di ospitare grandi eventi sportivi di prima fascia, concerti internazionali e manifestazioni culturali, potenziando la capacità attrattiva della città.
Si prevede una ricaduta positiva per il turismo, con un incremento significativo degli arrivi, pernottamenti e consumi, soprattutto grazie alle nuove infrastrutture ricettive e commerciali che completeranno il progetto. La posizione strategica e i miglioramenti infrastrutturali garantiranno inoltre una migliore accessibilità e fruibilità per milioni di visitatori ogni anno.
Con questa operazione, Milano si proietta al futuro, cercando di coniugare sport, cultura, business e turismo. Un futuro che, nonostante le divisioni e le polemiche, punta a mantenere la città al centro della scena internazionale degli eventi di grande richiamo.
Tabella riassuntiva
La trasformazione della “Scala del calcio” non è soltanto una partita immobiliare, ma una pagina di storia urbana che ridefinisce il rapporto tra cultura popolare, business dello sport, turismo e politica cittadina. Milan e Inter vincono un derby fuori dal campo, ma la partita più difficile, quella dell’accettazione sociale e della qualità urbana, è appena cominciata.