Partita in Italia la campagna vaccinale anti covid-19, salutata da più parti con esultanza come la luce in fondo al tunnel, appare lecito chiedersi come questa impatterà sulla ripresa dei viaggi nel 2021 a livello italiano e internazionale. Cominciamo col dire che questo dipenderà innanzitutto dalla disponibilità delle dosi e dai tempi della campagna vaccinale: il primo vaccino disponibile, prodotto dalla Pfizer, richiede due somministrazioni, a distanza di almeno 21 giorni, e circa un mese per iniziare a produrre gli anticorpi anti covid necessari. I tempi quindi non sono così brevi: in Italia è stato presentato un piano che prevede la vaccinazione in primo luogo delle professioni sanitarie e delle persone anziane più a rischio che sarà completata entro l’estate. Subito dopo toccherà ai lavoratori più esposti e a chi ha patologie croniche con obiettivo di coprire questa fetta della popolazione entro settembre. Solo dopo toccherà agli altri con l’idea di completare tutte le vaccinazioni entro fine anno.

Nessun accenno, dunque, alla possibilità di viaggiare grazie al vaccino, anche se diverse realtà si sono già pronunciate per introdurre l’obbligo vaccinale per viaggiare e soggiornare. Un esempio è la compagnia aerea australiana Qantas che potrebbe fare da apripista per introdurre l’obbligo nel comparto aereo: a quel punto ci si chiede se saranno le dosi disponibili per permettere di iniziare la profilassi per viaggiare un mese prima o se solo alcuni ‘fortunati’ potranno viaggiare.

Anche a livello politico si è iniziato a discutere dell’obbligo per alcune attività economiche: in Francia c’è già un dibattito pubblico mentre in Italia è stato il governatore veneto Luca Zaia a lanciare il sasso, paventando l’obbligo per chi frequenta aeroporti e alberghi. A oggi però non sembra una soluzione praticabile a breve termine: mancano dati sull’efficacia sul campo, sulla contagiosità dei vaccinati (fondamentale per ‘abbandonare’ le mascherine), sulla possibilità di mettere in piedi la macchina organizzativa per chi deve partire, almeno per chi lo fa per ragioni di lavoro.

Per il 2021, quindi, la soluzione più praticabile per viaggiare in sicurezza sembra restare quella del tampone obbligatorio, già praticata con successo dalle compagnie di crociera in Italia e che Marriott ha iniziato a introdurre nei suoi hotel in USA. Per il 2022, invece, con il completamento dei piani vaccinali, appare più probabile realizzare il passaporto sanitario di cui tutti parlano e il ritorno alla normalità per chi ne sarà in possesso. A quel punto probabilmente non servirà neanche un obbligo di legge: se servirà per viaggiare lo faranno tutti, così come già viene fatta obbligatoriamente la profilassi per febbre gialla, tifo o epatite per entrare in diversi Paesi in cui è endemica.

Autore

  • Domenico Palladino

    Domenico Palladino è editore, consulente marketing e formatore nei settori del travel, della ristorazione e degli eventi. Dal 2019 è direttore editoriale di qualitytravel.it, web magazine trade della travel & event industry. Gestisce inoltre i progetti editoriali di extralberghiero.it, dedicato agli operatori degli affitti brevi e cicloturismo360.it, per gli amanti del turismo su due ruote. Ha pubblicato per Hoepli il manuale "Digital Marketing Extra Alberghiero". Laureato in economia aziendale in Bocconi, indirizzo web marketing, giornalista dal 2001, ha oltre 15 anni di esperienza nel travel. Dal 2009 al 2015 è stato web project manager del magazine TTG Italia e delle fiere del gruppo. Dal 2015 al 2019 è stato direttore editoriale di webitmag.it, online magazine di Fiera Milano Media dedicato a turismo e tecnologia.

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