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Venezia si prepara a ospitare uno degli eventi mondani più chiacchierati del 2025: il matrimonio di Jeff Bezos, fondatore di Amazon e terzo uomo più ricco del pianeta, con la giornalista e ex pilota Lauren Sánchez. Le nozze, previste tra il 24 e il 28 giugno, hanno attirato l’attenzione internazionale, generando però anche una forte ondata di proteste da parte di residenti, attivisti e movimenti civici contrari alla spettacolarizzazione dei luoghi storici della città.

Ma mentre la polemica divampa, il Comune e alcune associazioni di categoria sottolineano con forza il potenziale ritorno economico di un evento che potrebbe portare visibilità, lavoro e investimenti in un territorio fragile ma ricco di eccellenze artigianali.

Un matrimonio da 7 milioni di dollari

Secondo fonti vicine all’organizzazione, il matrimonio di Bezos e Sánchez avrebbe un budget stimato in circa 7 milioni di dollari. Gli eventi principali si svolgeranno in location iconiche come l’Isola di San Giorgio Maggiore, la Scuola Grande della Misericordia e, forse, una pagoda allestita sul Lido. Si attendono circa 200 ospiti, tra cui celebrità del calibro di Leonardo DiCaprio, Kim Kardashian, Oprah Winfrey, Bill Gates, Ari Emanuel e Ivanka Trump.

Per Venezia, l’evento rappresenta una rara occasione di promozione globale. I fornitori coinvolti – secondo il sindaco Luigi Brugnaro – sono per l’80% aziende locali: artigiani, fioristi, cuochi, tecnici audio-luci, sartorie e società di logistica. Si stima che l’indotto generato tra allestimenti, catering, servizi di sicurezza e ospitalità possa superare i 4 milioni di euro, a beneficio diretto dell’economia cittadina e delle piccole imprese.

La protesta: “Venezia non è un parco giochi per miliardari”

A fronte di queste ricadute positive, si registra un’ondata di indignazione. Il collettivo “No Space for Bezos”, composto da studenti, ambientalisti, sindacalisti e attivisti per il diritto alla casa, ha lanciato una campagna di protesta contro quello che definisce “l’ennesimo affronto alla dignità urbana di Venezia”. Il punto critico, secondo i promotori, è la trasformazione della città in un “parco giochi per miliardari”, inaccessibile per i residenti, svuotata della sua funzione abitativa e sociale.

Sono previsti striscioni, presidi, blocchi simbolici con barche gonfiabili, distribuzione di volantini e azioni dimostrative per ostacolare l’accesso degli invitati alle cerimonie. Federica Toninello, portavoce del movimento, ha dichiarato che “Bezos non arriverà mai alla Misericordia”, in riferimento al ricevimento previsto in uno degli edifici rinascimentali più prestigiosi della laguna.

Anche l’abate della Basilica di San Giorgio Maggiore, Stefano Visintin, ha espresso perplessità: “L’evento rischia di banalizzare la sacralità del luogo. Se fosse in California, nessuno protesterebbe”.

Il Comune: “Evento gestito, nessun impatto sul tessuto urbano”

Il sindaco Luigi Brugnaro ha cercato di rassicurare la cittadinanza, precisando che non ci sarà alcuna militarizzazione della città né blocchi alla viabilità acquea. “Non sono previsti maxi-arrivi o interruzioni del trasporto pubblico. Venezia è abituata a ospitare eventi di caratura internazionale: sapremo farlo con decoro e sicurezza, senza disturbi per i residenti”.

Il Comune insiste anche sul valore promozionale dell’iniziativa: il nome di Venezia è già finito sui principali media internazionali – da The New York Times a El País – con potenziali benefici in termini di prenotazioni, turismo di fascia alta e valorizzazione del made in Italy. Un’opportunità, quindi, per affermare l’identità della città anche come destinazione esclusiva, che sa coniugare cultura e ospitalità, anche a fronte del ticket di ingresso alla laguna.

Una città divisa

In definitiva, il matrimonio di Jeff Bezos è diventato un caso simbolico delle tensioni che attraversano Venezia: da un lato la necessità di attrarre investimenti e attenzione mediatica per sostenere un’economia turistica sempre più affaticata, dall’altro la richiesta di una città più vivibile, inclusiva e non assoggettata alle logiche del lusso e della spettacolarizzazione.

Tra romanticismo e polemica, la laguna si appresta a vivere una delle settimane più osservate dell’anno. E se da un lato i riflettori porteranno nuova luce su Venezia, resta da capire a chi davvero servirà questo nuovo capitolo del turismo d’élite.

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