Secondo SAS Aviation Insight, nel 2024 la Scandinavia ha perso oltre 1,2 milioni di posti aerei in partenza rispetto ai livelli pre-pandemici. Un calo netto che SAS attribuisce principalmente alla chiusura dello spazio aereo sopra Russia, Ucraina e Bielorussia, che ha obbligato i vettori occidentali a rivedere numerose rotte verso l’Asia.
Il rapporto, pubblicato dalla compagnia di bandiera scandinava, analizza in dettaglio gli effetti operativi, economici e competitivi della situazione geopolitica in corso. L’impossibilità di sorvolare l’area euroasiatica orientale ha avuto un impatto diretto sulle rotte storiche tra Scandinavia e Asia, rendendole più lunghe, costose e meno attrattive per i passeggeri.
Un esempio su tutti è la rotta Copenaghen–Shanghai, che oggi richiede fino a due ore in più per tratta. Questo allungamento comporta un consumo maggiore di carburante, minore efficienza degli aeromobili e degli equipaggi, aumento dei costi operativi e riduzione del carico trasportabile, in particolare per le merci. Una combinazione che mina la competitività delle compagnie europee, costrette a operare in condizioni più svantaggiose rispetto ai vettori asiatici.
«Finché lo spazio aereo russo resterà chiuso, questo squilibrio persisterà. L’industria ha bisogno di un campo da gioco equo per garantire sostenibilità, concorrenza e connettività affidabile», ha dichiarato Mads Brandstrup Nielsen, vicepresidente senior Public Affairs di SAS.
La compagnia ha già confermato che nel 2025 non opererà voli diretti verso la Cina, mentre le compagnie cinesi hanno aumentato la capacità proprio sulle rotte penalizzate dai divieti europei. Le statistiche evidenziano come i vettori occidentali abbiano perso più passeggeri rispetto a quelli che continuano a sorvolare la Russia, a testimonianza di una situazione di concorrenza asimmetrica.
Eppure, non mancano segnali di reazione. SAS ha annunciato l’apertura di una nuova rotta verso Seul, prevista per settembre 2025. Un collegamento che – almeno secondo le stime della compagnia – potrà mantenersi competitivo, poiché tutte le compagnie affrontano vincoli simili sul tragitto Europa–Corea del Sud.
Effetti a catena su cargo e turismo
Il dossier SAS mette in luce anche le ricadute sul trasporto merci e sull’economia regionale. Le nuove rotte obbligate riducono la capacità di carico e allungano i tempi di consegna, con effetti diretti sul commercio tra Europa e Asia. Per le imprese esportatrici del Nord Europa, questo si traduce in costi più alti e minore prevedibilità logistica.
Anche il settore turistico risente dei cambiamenti: meno voli diretti comportano meno arrivi internazionali e una contrazione dei viaggi d’affari. La conseguenza è un calo delle entrate per l’economia locale e un aumento dell’utilizzo di strumenti digitali per sostituire le trasferte fisiche.
In questo scenario, SAS sta cercando soluzioni per rafforzare la propria resilienza. Investimenti in aeromobili a basso consumo, tecnologie innovative e partnership strategiche mirano a contenere l’impatto delle attuali restrizioni e a garantire la competitività nel medio-lungo termine.