Abolizione ai primi di settembre di tutte le restrizioni legate al Covid e l’annuncio, ad agosto, di un nuovo collegamento fra Pape’ete e Rarotonga, il primo operato da Air Rarotonga fuori dai confini dell’arcipelago. Con queste ottime premesse le isole Cook – al primo posto tra la TOP 10 dei Paesi da visitare nel 2022 secondo Lonely Planet – si promuovono in Italia e in Europa. La destinazione quindi è più facilmente raggiungibile dall’Europa via Parigi e Tahiti e rientra perfettamente in un tour nel Pacifico o come estensione di un viaggio negli Usa. Nick Costantini, General Manager Southern Europe per CITC – Cook Island Tourism Corporation, ha commentato: «Questa rotta auspicata a lungo, permetterà molte combinazioni via USA ed aggiungerà un gateway a quello neozelandese di Auckland, i quali permetteranno più possibilità di estensioni da Australia e Nuova Zelanda, Tahiti e USA, oltre a giri del Mondo. Questa è solo un primo traguardo: infatti, ci son trattative in corso per ulteriori e interessantissimi gateway e rotte aggiuntive».

La strategia

«Ci aspettiamo un ritorno dei turisti dell’emisfero settentrionale, che in questi ultimi anni erano totalmente assenti, – spiega Noeline Mateariki, neo-eletta Direttrice Sales & Marketing durante la sua recente missione di rappresentanza in Italia, – e la nostra strategia è quella di far conoscere tutte le isole dell’arcipelago ai visitatori che finora si soffermavano solamente su Rarotonga e Aitutaki. Non puntiamo tanto sui numeri di arrivi ma sulla tipologia di viaggiatore che dovrebbe essere in primis intenzionato a visitare più isole, a partecipare alla conservazione della cultura e dell’ambiente locale, incrementando il periodo di soggiorno nella destinazione». Si punta sul Regenarative Tourism, cioè un turismo che vada oltre alla sostenibilità perché si propone non solo di non lasciare tracce e non danneggiare l’ambiente, ma contribuisce addirittura a migliorare la destinazione che si visita (“Leave it better yhen how you found it”). La filosofia su cui si basa questa strategia si chiama Mana Tiaki, cioè la consapevolezza della responsabilità che ogni abitante sente nel cuore di preservare la cultura e il patrimonio ambientale per le generazioni future (Mana in lingua Maori significa potere, influenza, e Tiaki custode, guardiano). Mana Tiaki dà anche il nome a una certificazione che attesta la sostenibilità dei servizi turistici: l’ha ottenuta anche nel 2022 il pluripremiato Ikurangi Eco Retreat il primo hotel e glamping green delle Isole Cook, creato per offrire ai visitatori di Rarotonga la possibilità di una vacanza che non comprometta l’ambiente. Immerso tra giardini biologici e piantagioni locali con spettacolari viste sulle montagne, è il posto ideale per una fuga nella natura all’insegna della sostenibilità.

L’obiettivo di CITC è quello di tornare ai numeri pre-Covid entro il 2026 puntando sulla cultura locale incarnata, ad esempio, dal Te Maeva Nui, dance festival che ogni anno per un’intera settimana celebra l’indipendenza delle Isole Cook,avvenuta il 4 agosto 1965. L’attenzione alla sostenibilità, si declina in tanti progetti come l’introduzione di energia rinnovabile al 100% entro 2025, sino all’eliminazione della plastica, all’utilizzo di bici elettriche e all’attenzione al waste management.

Simbolo dell’ecosostenibilità è il Marae Moana, il parco marino più grande al mondo, istituito nel 2017 su un’area di 1,9 milioni di kmq. Marae Moana dà anche il nome al progetto del murale più lungo del Pacifico, realizzato dall’artista messicano Gonzalo Aldana per celebrare la biodiversità delle 15 isole: una barriera di cemento grigia lascerà il posto alla narrazione di luoghi e persone appartenenti alla Polinesia Neozelandese, con il triplice scopo di abbellire il tratto il frangiflutti di Nikao, attrarre visitatori ed istruirli sulla storia locale. Il terzo asset su cui punta la destinazione è la diversità, con la creazione di pacchetti di 4 o 8 notti Island Hopping che includono anche le remote isole del Nord, pacchetti proposti da Turama Pacific, presente alla missione nella persona di Robert Skews. Anche se ci si può aspettare un crescente interesse nell’isola di Aitutaki, uno dei due big player, che nei recenti World Travel Awards 2022 è stata nominata migliore destinazione insulare di tutta l’Oceania, titolo detenuto per 3 anni consecutivi da Bora Bora.

«Fermo restando che il target principale è quello dei viaggi di nozze, – conclude Nick Costantini – riteniamo che le Cooks siano destinazione ideale anche per chi vuole celebrare il proprio matrimonio in loco, ottimizzando i costi e massimizzando l’impatto romantico e suggestivo della scelta del luogo dove pronunciare il fatidico sì. Le Isole Cook sono anche perfette per i boomers che celebrano anniversari e per piccoli gruppi di amici che possono condividere le ville multi-camere. Per chi, invece, non bada a spese, un Jet privato è a disposizione per condurre alla scoperta delle incontaminate isole del Nord».

LE ISOLE COOK SONO PRESENTI AL TTG TRAVEL EXPERIENCEPAD. C1 STAND 181

Autore

  • Roberta F. Nicosia

    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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  • Roberta F. Nicosia

    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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