Il settore turistico, pur essendo un elemento chiave dell’economia italiana, continua a essere uno di quelli con il più elevato livello di rischio, una situazione che rischio di limitarne gli investimenti. Stando ai dati diffusi da CRIF, il tasso di insolvenza delle società di capitali attive nel turismo è del 4,1% alla fine del 2023, un valore stabile rispetto al 2022 ma comunque superiore alla media nazionale delle imprese. Si prevede un ulteriore aumento del tasso di insolvenza entro la fine del 2024, con un incremento stimato tra l’1,2 e l’1,3%.

Nel complesso, il turismo italiano conta più di 400.000 aziende, concentrate principalmente nella ristorazione (321.400) e nelle strutture alberghiere (66.600). Le imprese individuali costituiscono il 41% del settore, mentre le società di capitali rappresentano il 33%. Più di un terzo di queste attività è situato nel Mezzogiorno e nelle Isole, a testimonianza del ruolo centrale di queste aree per l’industria turistica nazionale. La Lombardia guida la classifica delle regioni con il maggior numero di aziende turistiche (13,5%), seguita dal Lazio (11%) e dalla Campania (10,3%).

Nel primo trimestre del 2024, i prestiti concessi alle aziende del settore sono diminuiti leggermente (-1,4%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un calo più contenuto rispetto alla media delle società italiane (-3,6%). Tale andamento è influenzato dal mantenimento di tassi di interesse ancora alti, che hanno iniziato a scendere solo a metà anno, con una riduzione di 25 punti base decisa dalla BCE a giugno 2024.

Dal punto di vista dei pagamenti commerciali, le imprese turistiche mostrano maggiori difficoltà rispetto alla media italiana: solo il 20% delle aziende rispetta le scadenze, mentre il 17,4% registra ritardi gravi nei pagamenti, con tempi superiori ai 30 giorni. Particolarmente problematici sono i settori della ristorazione e dei bar, dove i pagamenti puntuali si verificano solo nel 17,7% dei casi, mentre i ritardi gravi superano il 19%, una percentuale più che doppia rispetto a quella di agenzie di viaggio e alberghi.

Sebbene il 2024 segni un miglioramento rispetto al periodo della pandemia, la regolarità dei pagamenti nel settore turistico mostra un progressivo deterioramento dal 2022, aggravato dal contesto economico incerto e dalla forte concorrenza.

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  • Redazione Qualitytravel.it

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