L’estate del turismo open air si preannuncia favorevole. Secondo le previsioni diffuse da FAITA-Federcamping, basate su un’indagine condotta dal CISET dell’Università Ca’ Foscari di Venezia su un campione di oltre 200 strutture, la stagione 2025 potrebbe superare quota 73 milioni di presenze, consolidando la crescita costante del comparto.
A trainare il settore saranno, ancora una volta, la combinazione tra contatto con la natura e comfort, un modello che – nelle parole del presidente di FAITA-Federcamping, Alberto Granzotto – «oggi rappresenta un benchmark europeo, fondato su sostenibilità ambientale, accessibilità e qualità dei servizi».
Dati in crescita: +1,3% gli arrivi, +1,4% le presenze
L’analisi evidenzia un aumento medio dell’1,3% negli arrivi e dell’1,4% nelle presenze rispetto all’estate 2024. A fronte di un incremento del 2,4% nelle tariffe, il fatturato crescerà con maggiore prudenza, attestandosi su un +1,2%. La stagione 2024 si era chiusa con 11 milioni di arrivi, di cui oltre la metà dall’estero, per 72 milioni di presenze complessive e una permanenza media di 6,5 notti. La proiezione per il 2025 conferma la tenuta del settore, con buoni livelli di prenotazione già registrati a metà maggio.
Gli italiani si confermano i più veloci nelle prenotazioni, seguiti da tedeschi, olandesi, svizzeri e francesi. Il meteo, come sempre, resta una variabile cruciale in grado di incidere anche sotto data.
Mare in testa, bene la montagna, in lieve flessione i laghi
Le destinazioni costiere si confermano le più richieste: qui si attende un incremento dei flussi vicino al +2% e un +1% del fatturato, in linea con l’aumento dei prezzi. La montagna, grazie a un allungamento della durata media dei soggiorni (+1,3% di presenze), vedrà una crescita del +1,5% del fatturato. Diversa la situazione per i laghi, dove gli arrivi sono previsti in lieve crescita (+0,5%) ma le presenze in leggera flessione (-0,7%): il fatturato, tuttavia, dovrebbe salire del 1,4% grazie a un aumento più marcato delle tariffe, soprattutto nel Nord-Ovest.
Settembre e ottobre si rivelano sempre più strategici, con tassi di occupazione già al 31% e al 12% rispettivamente, mentre luglio e agosto restano i mesi centrali, con occupazione media al 55% e 66%.
Le regioni: Veneto avanti, Toscana in ripresa, Abruzzo e Sicilia ottimiste
Veneto – Ottima partenza per il Veneto, con il ponte del 2 giugno che ha toccato l’82% di occupazione. I dati di HBenchmark mostrano un anticipo significativo delle prenotazioni rispetto al 2024. Crescono gli italiani (+1,9%) e si riduce leggermente la quota di ospiti da Austria, Olanda, Svizzera e Polonia.
Toscana – Dopo un inizio incerto per il maltempo, la regione mostra un buon recupero. Le presenze da gennaio a giugno sono aumentate dell’1%, con il 45% degli ospiti provenienti dall’estero. “È in atto un salto di qualità dell’open air”, sottolinea Enrico Paoli, direttore Faita Toscana, che prevede una crescita dell’1,5% rispetto al 2024.
Abruzzo – Il bel tempo degli ultimi ponti ha favorito i flussi, soprattutto lungo la costa. “Stiamo recuperando bene dopo una primavera instabile”, afferma Giuseppe Delli Compagni di Faita Abruzzo. I grandi eventi sportivi come il Giro d’Italia hanno generato impatti positivi, ma resta aperto il tema degli investimenti pubblici.
Trentino – Anche in Trentino si guarda con fiducia alla stagione: le prenotazioni crescono del 3% e i ponti festivi hanno registrato ottime performance, nonostante qualche difficoltà causata da allarmi meteo amplificati sulla stampa estera.
Lazio – A Roma, le strutture beneficiano degli eventi religiosi e sportivi: il Giubileo e le gare internazionali hanno trainato gli arrivi. Il Camping Capitol, ad esempio, ha ospitato atleti e cavalli per importanti eventi equestri. Ubaldo Fusco, presidente regionale, sottolinea l’appeal crescente del glamping.
Emilia-Romagna – Scenario più incerto. Le presenze sono stabili rispetto al 2024, ma si registra una contrazione della spesa. La domanda resta alta per chi ha investito su qualità e servizi.
Sicilia – Dopo un inizio frenato dal meteo, la stagione si annuncia positiva, con picchi di prenotazioni fino a settembre. Aumentano gli stranieri, soprattutto svizzeri e tedeschi, sempre più attratti da glamping e mobile home.
Il turismo open air italiano conferma il suo dinamismo e la capacità di adattarsi alle nuove esigenze dei viaggiatori. «Una vacanza a contatto con la natura oggi è sinonimo di comfort e qualità – ribadisce Granzotto – ed è su questi elementi che si gioca la competitività dell’offerta italiana nel contesto europeo». Con oltre 2.600 strutture attive, 1,3 milioni di posti letto e una rete diffusa da nord a sud, il settore si candida ancora una volta a protagonista dell’estate turistica 2025.