Turismo rigenerativo: la Commissione UE sceglie l’italiana simtur

L’ecosistema professionale simtur, costituito a Roma nel 2019 come “Società italiana professionisti mobilità e turismo sostenibile”, cambia nome, statuto e missione. L’Assemblea generale “La svolta rigenerativa”, convocata in sessione straordinaria presso il Palacongressi di Rimini, ha decretato all’unanimità la trasformazione in “Ecosistema professionale turismo rigenerativo / Regenerative tourism professional network”. È stato inoltre acclamato presidente Federico Massimo Ceschin, affiancato dai vicepresidenti Patrizia Lupi e Giovanni Antonio Sanna.
La trasformazione di simtur arriva dopo la selezione, lo scorso 5 settembre, da parte della Commissione Europea per partecipare alla Pact for Tourism Skills Forward Alliance (Alleanza europea per le competenze future del Turismo).

Un’iniziativa strategica a lungo termine che promuove la formazione e le nuove competenze nel turismo, avviando un percorso per accelerare la transizione verso un modello turistico basato sulla rigenerazione attiva e sul valore sociale, per contribuire alla definizione dell’Agenda europea del turismo 2030. Una scelta che riconosce il lavoro dell’associazione italiana e che segna una svolta: dall’approccio “sostenibile” al paradigma “rigenerativo”.

«Il turismo rigenerativo si differenzia dal turismo sostenibile – spiega l’Alleanza- per la sua visione sistemica e la sua integrazione con l’economia circolare. Mentre il turismo sostenibile si concentra sulla mitigazione del proprio impatto ambientale, il turismo rigenerativo va oltre: adotta pratiche concepite per ripristinare e rafforzare il capitale naturale, sociale ed economico, generando un impatto positivo e duraturo sulle destinazioni turistiche e sulle rispettive comunità».

«Siamo chiamati a disegnare un nuovo ruolo per il turismo – ha dichiarato Ceschin – che non sia più interpretato come un settore a sé stante ma come elemento trasversale della società e dell’economia, promuovendo politiche turistiche che comprendano obiettivi di ripristino attivo e diano una risposta all’interconnessione di tutte le componenti di una destinazione turistica: gli ecosistemi, le comunità, l’economia locale e i visitatori».

La Commissione Europea e la nuova missione del turismo

Il processo è stato avviato a febbraio 2025, quando il Comitato Economico e Sociale Europeo ha adottato un documento che ridefinisce la direzione del turismo nell’Unione: stop agli approcci del turismo sostenibile considerati insufficienti, per adottare «un approccio sistemico che integri gli aspetti ambientali e sociali e internalizzi quelle che finora sono state considerate esternalità. Il turismo deve essere considerato come un sistema complesso, strettamente interconnesso al sistema ecologico e sociale».

La Commissione europea ha dato seguito a questa visione, ridefinendo il concetto di “successo turistico”: ha abbandonato parametri collegati alla quantità di visitatori per preferire indicatori qualitativi. Ha così attivato partnership che coinvolgono oltre 100 tra istituzioni pubbliche, leader di settore piccole e medie imprese (PMI), enti di istruzione e formazione professionale (IFP), organizzazioni non governative (ONG) e professionisti del settore impegnati in una transizione verso il turismo di nuova generazione.

Per trasformare il turismo rigenerativo in realtà concreta nei territori, l’Unione Europea introdurrà nuove misure di finanziamento nel periodo 2024-2029. Regioni, enti locali e imprese dovranno essere pronti a cogliere queste opportunità, creando laboratori di innovazione basati su natura e tecnologia che sviluppino soluzioni su misura per ciascun ecosistema locale. «Per questo è necessaria una classe dirigente coraggiosa, affiancata e sostenuta da professionisti competenti, etici e affidabili: questo lo spirito di servizio richiesto agli associati simtur» ha concluso Ceschin.

La strada già tracciata da simtur: dall’Italia “minore” al modello europeo

Si rafforza ulteriormente, dunque, la visione di un team cross-disciplinare al servizio di comunità, territori e destinazioni per la ricerca, la formazione e la pianificazione di politiche e di misure capaci di influire sul benessere di luoghi e persone.

Una strada già avviata in questi anni da simtur con programmi come «piccole patrie» e «destinazioni slow», che hanno creato i presupposti per un patto con l’Italia ostinatamente considerata “minore”, con nuovi punti di equilibrio e nuovi motivi di connessione tra città e campagna, tra costa ed entroterra, tra nord e sud del “Bel Paese”, isole comprese. Esperienze che ora diventano laboratorio per il modello europeo del turismo rigenerativo.

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