Rispettati nel Regno Unito i tempi della road map di riaperture in quattro step annunciata da Boris Johnson il 22 febbraio scorso: grazie al crollo dei contagi, da lunedì 12 aprile, comincia la fase due: bar e ristoranti possono riaprire per il servizio all’aperto con la regola delle sei persone al massimo, così come i negozi di beni non essenziali, parrucchieri, librerie, musei palestre e piscine. Sospeso anche il coprifuoco, mentre rimane la regola di 30 persone al massimo ai funerali, che sarà adottato anche per il principe Filippo, Duca di Edimburgo e marito della regina Elisabetta II, deceduto il 9 aprile scorso.

Secondo il piano previsto, non sarà necessario esibire alcun passaporto vaccinale per accedere ai dehors dei pub e dei ristoranti, così come non è contemplato avvenga nella fase tre del piano, prevista per il 17 di maggio e che – previa conferma del crollo dei dati di contagio – prevede la riapertura totale dei ristoranti con la possibilità di accedere anche all’interno, la riapertura di cinema e teatri, hotel, Bed&Breakfast e – si spera – anche l’apertura dei confini verso i turisti internazionali. Su quest’ultimo punto ancora nessuna decisione è stata presa perché verrà valutato in base ai dati, ma c’è un moderato ottimismo.

Questo step fondamentale per la ripresa del turismo è stato già ampiamente sottolineato da Sally Balcombe, CEO di Visit Britain, come si può evincere dalla nostra intervista di marzo a latere dell’evento virtuale Explore GB.

Balcombe ha sottolineato il ruolo di Visit Britain, che è quello di “promuovere la destinazione facendo crescere la fiducia dei visitatori stranieri mettendoli al corrente delle strategie adottate in Gran Bretagna per contenere la pandemia”. Come è noto, la Gran Bretagna ha deciso di privilegiare la somministrazione del primo vaccino alla maggior parte della popolazione a scapito della seconda dose, e questo ha consentito di ottenere una notevole diminuzione dei dati di contagio. Alla data attuale, più di 30 milioni di cittadini hanno ricevuto la prima dose.

A questo ritmo, possiamo prevedere con una certa dose di ottimismo che entro fine luglio tutta la popolazione adulta (sopra ai 18 anni) sia vaccinata, così che anche i visitatori stranieri si sentano sicuri. A questo proposito abbiamo ideato il programma We’re Good to Go, una sorta di certificato, riconosciuto dalla comunità internazionale, che conferma l’adesione ai protocolli Covid 19 in termini di igiene, sicurezza, distanziamento sociale”. All’epoca dell’intervista 44mila operatori (alberghi, negozi, ristoranti ecc) hanno sottoscritto l’adesione al programma.

Quanto alla riapertura dei confini prevista come detto il 17 maggio, Balcombe dichiara che prima di quella data faranno un annuncio ufficiale con informazioni chiare e univoche che illustreranno tutti i requisiti per entrare e muoversi liberamente in tutto il Paese, perché la strategia adottata non ha previsto regole diverse nelle diverse aree ma un unico protocollo da seguire in tutte le regioni, per rendere le regole più chiare e facili da seguire.

Abbiamo poi chiesto a Balcombe la situazione del Mice. Pur ribadendo che il settore degli eventi sarà il più lento a riprendersi (dopo il turismo interno, la visita a parenti e amici e il leisure) per la natura stessa del segmento che ha tempi di organizzazione più lunghi, la direttrice dell’Ente si è mostrata abbastanza ottimista perché i PCO e gli organizzatori di Fiere ed eventi hanno bisogno di un luogo che assicuri la sicurezza, e la Gran Bretagna è in ottima posizione a questo riguardo. Inoltre il settore del Mice garantisce tracciabilità, controllo dei numeri, timing, e quindi è più sicuro di altre forme di turismo. “I music festival di Leeds e Redding sono confermati, così come il G7 a giugno in Cornovaglia e il COP 26 in settembre a Glasgow, mentre per il 2022 sono moltissime le richieste e gli eventi confermati, anche nuovi” – aggiunge Balcombe.

Per ultimo parliamo di Brexit. La CEO di Visit Britain insiste sul fatto che sono molte le cose che non cambieranno, come ad esempio l’esenzione dal visto per turismo, anche se la permanenza massima sarà ridotta a 90 giorni. Con una piccola eccezione: dal primo di ottobre dall’Unione Europea si entrerà in Gran Bretagna solo col passaporto e non sarà più accettata la semplice carta d’identità valida per l’espatrio. Un cambiamento certo non banale.

Autore

  • Roberta F. Nicosia

    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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