Un miliardo di euro per il turismo e 700 milioni per l’industria della montagna sono le misure principali previste dal Decreto Sostegni, dal 23 marzo 2021 in Gazzeta Ufficiale, per tamponare la crisi del settore più colpito dalla pandemia. Degli 11 miliardi impegnati per fronteggiare il 2021, una buona parte è destinata al turismo, ma resta evidente come la coperta sia corta rispetto alle risorse disponibili. Del miliardo destinato al turismo 900 milioni sono per i lavoratori stagionali, lavoratori autonomi e lavoratori dei centri termali e solo 100 milioni saranno impegnati sul comparto delle fiere, una cifra ben misera rispetto alle perdite della event industry e alla mancanza di orizzonti futuri.
Il ministro del Lavoro Orlando in conferenza stampa ha precisato: “C’è un significativo intervento sui lavoratori atipici, per cui è prevista un’indennità significativa (rispetto alle risorse non rispetto alle esigenze), pari a 2.400 euro per i lavoratori del turismo, degli stabilimenti termali, stagionali, per chi lavora nell’ambito dello spettacolo, per i lavoratori atipici”.

I 700 milioni destinati alla montagna saranno così distribuiti: !almeno il 70% dei fondi deve andare ai comuni in base agli ski-pass venduti nel 2019. La parte restante, 210 milioni, andrà ai comuni del medesimo comprensorio sciistico proporzionalmente al fatturato degli esercizi commerciali registrato nel periodo 2017-2019 nonché ai maestri di sci e alle scuole di sci, sempre proporzionalmente ai ricavi registrati nel 2017-2019″.

Per le strutture ricettive è stata inoltre previsto lo sconto del 30% del canone Rai 2021, una misura valutata circa 25 milioni e su cui la Lega è pronta a dare battaglia per portarla a esenzione totale in fase di conversione.
Il blocco dei licenziamenti è prolungato a giugno, ma arriva fino al 31 ottobre per chi ha già usufruito della Cassa Covid.

Una notizia in parte positiva è il superamento dei codici Ateco per i ristori di partite iva e autonomi, che riguarda molti lavoratori anche dell’industria del turismo e degli eventi. I nuovi criteri sono i seguenti e riguardano chi ha subito perdite di almeno il 30% tra il 2019 e il 2020:
“L’ammontare del contributo a fondo perduto e’ determinato in misura pari all’importo ottenuto applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019 come segue:
a) sessanta per cento per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a centomila euro;
b) cinquanta per cento per i soggetti con ricavi o compensi traa centomila euro e quattrocentomila euro;
c) quaranta per cento per i soggetti con ricavi o compensi tra quattrocentomila euro e 1 milione di euro;
d) trenta per cento per i soggetti con ricavi da 1 milione di euro a 5 milioni di euro;
e) venti per cento per i soggetti con ricavi o compensi dda 5 milioni di euro a 10 milioni di euro.
Il ristoro non può essere inn ogni caso minore di 1000 euro per gli autonomi e 2000 euro per le ditte individuali.
Si tratta in ogni caso di una cifra che rappresenta poco più di un’elemosina. Per fare un esempio una partita IVA che ha guadagnato 48mila euro nel 2019 e 30mila nel 2020 e ha subito una perdita del 37,5% aavrebbe un ammontare medio di 4000 euro nel 2019 e 2500 euro nel 2020. Di quei 1500 euro di differenza potrà avere il 60% vale a dire 900 euro, che saranno elevati a 1000 in quanto è il minimo sindacale. In caso di ditta individuale sarebbero 2000. Se la stessa ditta nel 2020 avesse incassato zero allora potrebbe ambire al 60% di 4000 euro, vale a dire ben 2400 euro, la stessa cifra dei lavoratori stagionali.

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  • Redazione Qualitytravel.it

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