Enac, nel nuovo Piano Aeroporti previsti Taxi Volanti e tutti gli scali di interesse nazionale

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Tutti gli aeroporti italiani saranno ufficialmente considerati di “interesse nazionale”. È una delle principali novità che emergono dalla bozza del nuovo Piano Nazionale degli Aeroporti (PNA), in fase di finalizzazione presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, elaborata da ENAC con un orizzonte temporale al 2035. Ma non è l’unica, la seconda è quella dello sviluppo di una rete italiana di vertiporti, scali a decollo verticale per consentire l’atterraggio e la ripartenza degli eVTOL, acronimo di “Electric Vertical Takeoff and Landing”, meglio conosciuti come “Taxi volanti”: i primi esempi dovevano essere pronti per le Olimpiadi di Milano Cortina per collegare aeroporto e sedi olimpiche, ma se ne riparlerà più avanti.

Rispetto al piano vigente, che distingue tra aeroporti strategici, di interesse nazionale e di interesse regionale, il nuovo impianto supera ogni gerarchia: l’intera rete aeroportuale entrerà a pieno titolo nel perimetro strategico della mobilità nazionale, ai sensi dell’articolo 698 del Codice della Navigazione, riconoscendo a ciascuno scalo un ruolo strutturale nello sviluppo del sistema Paese.

Una scelta che segna un cambio radicale di impostazione. Non più una rete “a più velocità”, ma un sistema organico in cui anche gli aeroporti minori sono chiamati a svolgere una funzione economica, territoriale e infrastrutturale precisa. In altre parole, nessun aeroporto viene più considerato marginale. Tutti entrano nel disegno complessivo della mobilità aerea italiana.

Accanto alla ridefinizione dello status degli scali, il Piano introduce un nuovo perimetro di sviluppo che comprende gli aeroporti demaniali territoriali, fino ad oggi classificati come infrastrutture di “aviazione generale”. Nel nuovo schema, queste strutture vengono pienamente integrate nella pianificazione nazionale, aprendo a un possibile rafforzamento delle attività legate all’aviazione business, al traffico privato e alle funzioni logistiche secondarie.

Ma il vero salto in avanti riguarda, come dicevamo, la mobilità aerea avanzata. Il Piano inserisce formalmente nel futuro dell’aviazione italiana l’Advanced Air Mobility, ovvero il trasporto aereo urbano e periurbano tramite velivoli elettrici a decollo verticale. In sostanza, il sistema dei cosiddetti taxi volanti entra per la prima volta nella pianificazione infrastrutturale ufficiale del Paese.

Il progetto prevede la realizzazione di una rete nazionale di vertiporti, infrastrutture dedicate al decollo e all’atterraggio dei velivoli elettrici verticali. Alcuni saranno collocati negli aeroporti intercontinentali, altri sorgeranno in ambito urbano nelle città individuate come prioritarie. Le localizzazioni saranno definite nella fase di attuazione del Piano, ma il principio è già tracciato: la mobilità aerea non resterà confinata agli aeroporti, ma entrerà direttamente dentro le città.

L’obiettivo dichiarato è sviluppare un sistema integrato che colleghi hub aeroportuali, centri urbani e aree metropolitane con modalità di trasporto rapide, sostenibili e innovative. Un cambio di paradigma che avvicina l’Italia ai modelli di sperimentazione già avviati in altri Paesi europei, dove i collegamenti aerei urbani sono considerati una delle frontiere della mobilità del prossimo decennio.

Il nuovo Piano Nazionale degli Aeroporti non sarà quindi solo un documento tecnico, ma una cornice strategica che ridisegna il ruolo dell’aviazione nel sistema dei trasporti italiano. Un piano che riconosce pari dignità a tutti gli aeroporti, estende il concetto stesso di infrastruttura aeroportuale e apre, ufficialmente, all’era dei cieli urbani.

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