Nel recente Decreto Bollette era stato introdotto un emendamento significativo riguardante i fringe benefit delle auto aziendali, volto a correggere le distorsioni fiscali emerse con le nuove normative entrate in vigore il 1° gennaio 2025. Questo intervento mirava a tutelare sia le imprese sia i lavoratori che avevano ordinato veicoli aziendali prima della fine del 2024, ma che, a causa di ritardi nelle consegne, rischiavano di subire un trattamento fiscale più oneroso. Purtroppo l’emendamento è stato stralciato a poche ore dall’approvazione per estraneità della materia a quella del decreto per cui bisognerà aspettare un intervento ad hoc per mitigare gli effetti della riforma dei fringe benefit
Contesto Normativo
A partire dal 1° gennaio 2025, la tassazione dei fringe benefit relativi alle auto aziendali ha infatti subito modifiche significative. Le nuove regole prevedono una maggiore imposizione fiscale per i veicoli con motori tradizionali, mentre risultano più vantaggiose per quelli elettrici e ibridi plug-in. Questa variazione ha creato preoccupazioni tra le aziende che, avendo ordinato veicoli a motore termico o ibrido prima del 31 dicembre 2024, si trovano a fronteggiare un incremento dell’imponibile fiscale a causa di consegne avvenute nel 2025, come ha sottolineato nelle settimane scorse ANIASA
L’emendamento della salvezza
Per risolvere questa problematica, il governo aveva proposto un emendamento al Decreto Bollette che prevedeva l’applicazione delle precedenti regole fiscali per:
- Veicoli concessi in uso promiscuo tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2024.
- Veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo tra il 1° gennaio 2025 e il 30 giugno 2025.
Purtroppo l’emendamento non è passato, vedremo se e come verrà ripresentato.