A pochi giorni dall’apertura di HostB2B, salone nazionale del turismo extralerghiero abbiamo intervistato uno degli ideatori di questo evento: si tratta di Andrea Succi, destination manager protagonista in tre diversi momenti della manifestazione, con una vision molto precisa volta a mettere in relazione il mondo extralberghiero con il management di una destinazione.

Andrea, gli host come possono collaborare tra loro per far crescere una destinazione?

Partiamo dal fatto che l’obiettivo di chi si occupa di extralberghiero è di aumentare le prenotazioni della propria struttura che sia un host o un property manager, che lo si faccia professionalmente o che lo si voglia diventare. Però per fare questo, sarebbe auspicabile che si presentassero delle attività ed esperienze, innanzitutto, mediante l’integrazione con il territorio. L’ideale sarebbe la collaborazione tra più host in un’ottica di superamento del concetto di concorrenza: è questa oggi la chiave che può fare la fortuna di un territorio.

Non pensi che questo sia più semplice in territori dove magari c’è già la domanda? dove scarseggia, è difficile superare il ruolo di concorrenti

Assolutamente sì, non è solo un mio pensiero, è un dato di fatto, oggettivo, che sottolineerò anche nell’ambito del workshop a Host B2B, dove evidenzio che per gestire questa reale criticità, bisogna potersi avvalere di più host che costituiscano dei gruppi di marketing territoriale,

Il gruppo di marketing territoriali in cosa differisce da una classica DMO?

Dal fatto che, intanto c’è una figura di coordinamento che si occupa proprio di creare, costruire, fare scouting di operatori, di host e di esperienze, di creare dei pacchetti integrati e di verificare la qualità dei servizi che vengono erogati. A differenza di una DMO può essere gestita anche solo a livello privato, commercialmente misurabile.

Nel corso di host b2b tu avrai anche degli spazi in cui offrirai la tua consulenza, farai mentoring a chi lo richiede: cosa potranno chiederti, gli host che parteciperanno?

Glli argomenti riguardano le modalità per creare un gruppo di marketing territoriale, acquisire competenze per diventare un coordinatore turistico locale, creare aggregazioni territoriali adottando un’approccio partecipativo, sviluppare un’attività di marketing territoriale, creazione e commercializzazione di prodotti, come individuare canali di servizi alternativi per distribuirlo.

Come si fa a trasformare un territorio in una destinazione? Quanto tempo serve?

Tecnicamente un paio di anni ci vogliono, abbiamo già delle indicazioni realistiche in tal senso, necessari per l’organizzazione di brevi e pochi incontri con la comunità locale: nessuno a oggi contempla che per arrivare a creare una destinazione occorre semplicemente fare il gesto di chiedere alle comunità locali se l’arrivo di un turista può rappresentare un’opportunità o se viene vista da alcuni come una criticità.

A Host b2b, farete anche un panel su come trasformare il territorio e su come gli host possono diventare da venditori di camere a creatori di esperienze, giusto?

Diciamo che più che creatori oggi possono essere venditori di servizi: la maggior parte degli host non ritiene possibile guadagnare attraverso le vendite di esperienze.

Questo richiede una gestione imprenditoriale della propria attività di host?

Sì, quando parliamo di marketing territoriale e di destination management, io mi rivolgo a coloro che hanno preso la decisione di occuparsi professionalmente di ospitalità, extralberghiera piuttosto che fornitori di servizi. Lo vedremo nel panel assieme a Dell’Orco che come me è destination manager, Gianpaolo Vairo, esperto di extralberghiero e Roberta Caruso. Il panel sarà improntato sul presentare le cose che abbiamo fatto e come gli host presenti potranno avere dei consigli pratici.

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  • Redazione Qualitytravel.it

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