kabhy lame

Khaby Lame, star mondiale dei social e tiktoker più seguito al mondo, è stato fermato dall’agenzia statunitense ICE (Immigration and Customs Enforcement) per aver superato il periodo di permanenza consentito dal proprio visto turistico. L’episodio si è verificato all’aeroporto Harry Reid di Las Vegas, dove l’influencer si trovava per una serie di eventi e incontri con brand internazionali.

Secondo quanto confermato dallo stesso ICE, Lame era entrato regolarmente negli Stati Uniti il 30 aprile ma al momento del controllo risultava irregolarmente presente sul territorio americano, avendo superato la durata massima di permanenza prevista dal suo visto. Dopo il fermo, all’influencer è stata concessa la possibilità di una “voluntary departure”, una procedura che consente di lasciare il Paese spontaneamente senza che venga registrata una vera e propria espulsione.

La notizia ha iniziato a circolare online nella giornata del 7 giugno, inizialmente rilanciata da alcuni ambienti conservatori vicini al figlio dell’ex presidente Trump, e ha trovato conferma nei database pubblici dell’ICE. La vicenda ha suscitato reazioni contrastanti, tra chi ha sottolineato l’irregolarità amministrativa e chi ha difeso Lame parlando di un probabile errore di valutazione o di disattenzione. Non sono emerse accuse penali né ipotesi di reati: si è trattato esclusivamente di una violazione amministrativa delle regole sull’immigrazione.

Lame, che dal 2022 è cittadino italiano, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali ma ha continuato a pubblicare contenuti sui social, dando l’impressione di voler ridimensionare l’accaduto. Resta tuttavia da chiarire se l’episodio potrà avere conseguenze sul rilascio futuro di nuovi visti per gli Stati Uniti.


Come funzionano i visti per entrare negli Stati Uniti

L’episodio ha riacceso l’attenzione sull’estrema rigidità delle normative statunitensi in materia di visti, spesso sottovalutate anche da viaggiatori abituali. Per accedere agli USA è necessario disporre di un’autorizzazione valida, che può assumere diverse forme a seconda del motivo del soggiorno. Maggiori info nella nostra Guida ai Visti per gli USA

Le principali categorie di visto

  1. Visti per turismo e affari (B-1/B-2)
    Sono i più comuni. Il B-1 è dedicato a chi si reca negli Stati Uniti per motivi di lavoro non retribuito (conferenze, incontri, contratti), mentre il B-2 è riservato al turismo. Entrambi consentono soggiorni fino a 6 mesi, ma non permettono attività lavorative.
  2. Visti di studio (F-1) e scambio culturale (J-1)
    Utilizzati da studenti e partecipanti a programmi di formazione e tirocinio. Hanno durata variabile in base alla durata del corso o del progetto formativo.
  3. Visti di lavoro (H-1B, L-1, O-1)
    Richiesti da chi ottiene un’offerta di lavoro o è trasferito da una sede aziendale estera.
    • H-1B: per professionisti altamente qualificati.
    • L-1: per manager o specialisti trasferiti.
    • O-1: per personalità di rilievo in ambito artistico, scientifico o sportivo.
  4. Visti per immigrati (green card)
    Consentono la residenza permanente e sono ottenibili per motivi familiari, lavorativi o tramite sorteggi annuali (Diversity Visa Lottery).

Come si richiede un visto USA

La procedura prevede la compilazione online del modulo DS-160, il pagamento di una tassa consolare (a partire da 160 dollari) e un colloquio presso l’ambasciata o il consolato americano. È fondamentale dimostrare la temporaneità del soggiorno, la disponibilità economica e i legami con il proprio Paese di origine.

Chi supera la durata autorizzata del visto, anche per un solo giorno, può essere soggetto a misure restrittive future: diniego di visti, sospensione dell’ingresso o, in alcuni casi, un ban temporaneo.


Cosa rischia ora Khaby Lame

Pur non essendo stato espulso formalmente, Khaby Lame dovrà fornire spiegazioni dettagliate nella sua prossima richiesta di visto. Se vorrà tornare negli Stati Uniti per partecipare a eventi, shooting o collaborazioni, sarà necessario dimostrare che l’overstay è stato un episodio isolato e involontario. Le autorità americane non rilasciano commenti su casi individuali, ma è noto che ogni nuova richiesta viene valutata anche alla luce di eventuali violazioni precedenti.

Il caso di Khaby Lame dimostra quanto le regole sull’immigrazione negli Stati Uniti siano rigorose anche per personaggi noti e quanto sia importante rispettare i limiti temporali dei visti. Al tempo stesso, riapre il dibattito sull’equilibrio tra sicurezza, controllo dei flussi e accessibilità per chi si reca nel Paese per motivi culturali, artistici o professionali.

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