Dopo quasi cinque anni di chiusura totale delle frontiere a causa della pandemia di Covid-19, la Corea del Nord si preparerebbe a riaprire al turismo internazionale, segnando un importante passo verso la normalizzazione dei rapporti con il mondo esterno. L’annuncio arriva da vari tour operator specializzati, come KTG Tours e Koryo Tours, con sede in Cina, che prevedono il ritorno dei visitatori stranieri a partire da dicembre 2024. Tuttavia, Pyongyang non ha ancora confermato ufficialmente la riapertura, lasciando in sospeso alcuni dettagli chiave.
La prima area accessibile sarà la città di Samjiyon, situata nel nord del Paese, al confine con la Cina, e rinomata per il Monte Paektu, una delle vette più alte della penisola coreana e luogo di grande importanza simbolica per il regime. Samjiyon sarebbe stata recentemente oggetto di importanti lavori di riqualificazione, con nuove infrastrutture turistiche, tra cui alberghi, abitazioni moderne e una stazione sciistica, parte degli investimenti promossi dal leader Kim Jong-un per trasformarla in un’attrazione per i visitatori.
Il ritorno del turismo in Corea del Nord rappresenta un’opportunità anche per un ristretto gruppo di viaggiatori occidentali. Prima della pandemia, circa 5.000 turisti occidentali visitavano ogni anno il Paese, attratti dal fascino enigmatico di una delle nazioni più chiuse e meno accessibili del mondo.
In Italia era stato il Quality Group con Mistral Tour nel 2018 a proporre la destinazione pre-pandemia.
L’impatto della pandemia ha infatti colpito duramente il fragile settore turistico nordcoreano, che rappresentava una delle poche fonti di valuta estera per il regime di Kim Jong-un. La riapertura delle frontiere è vista come un tentativo di rilanciare questo settore, pur mantenendo un controllo rigoroso su chi potrà visitare il Paese e quali aree saranno accessibili
In un contesto geopolitico complesso e con relazioni diplomatiche tese, la riapertura al turismo rappresenta un passo significativo per la Corea del Nord, ma il successo di questa iniziativa dipenderà in gran parte dalla capacità del regime di garantire la sicurezza dei visitatori e di gestire le sfide logistiche poste dalla riapertura delle sue frontiere.