Gira in queste ore la notizia del Tocq Hotel di Milano che dal 1° settembre chiederà ai propri ospiti di esibire il Green Pass per poter accedere all’albergo. Celebrata da tutti i media come una decisione coraggiosa, duole constatare che al massimo può essere considerata una buona trovata pubblicitaria dato che, a meno di ulteriori restrizioni, il personale dell’hotel non potrà essere autorizzato a chiedere all’ingresso il Green pass ai propri clienti, per almeno quattro motivi:
- Il decreto legge del 23 luglio scorso non menziona gli alberghi tra i luoghi in cui è necessario esibire il Green Pass per accedere
- Lo stesso decreto precisa che le certificazioni verdi non possono essere utilizzate per scopi diversi da quelli descritti nel decreto
- Il decreto che ha istituito il Green Pass indica chiaramente chi può verificarne il possesso: i pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, gli addetti al controllo per spettacoli e pubblici esercizi in cui è obbligatorio il green pass, il proprietario di location in cui si svolgono eventi per cui è necessario il Green pass e i titolari di strutture ricettive in cui è necessario esibire il green pass (ma deve essere stabilito per legge, come ad esempio, in un covid hotel, non a discrezione del gestore).
- L’articolo 187 del TULPS, Testo Unico di Pubblica Sicurezza specifica che “Salvo quanto dispongono gli articoli 689 e 691 del codice penale, gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo”. Le violazioni, ai sensi dell’art. 221/bis, comma 1 del TULPS, sono soggette alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 516,00 a euro 3.096,00.
Ora, se è vietato chiedere il Green Pass in luoghi ove non sia previsto dalla legge, dovrebbe essere evidente che il suo mancato possesso non può essere un legittimo motivo per impedire un semplice soggiorno in hotel. Il Tocq hotel, con la legislazione attuale, potrà chiedere il Green Pass solo nel momento in cui qualcuno usufruirà di servizi per i quali è necessario, come la partecipazione ad eventi e congressi, l’accesso alla ristorazione o alle piscine, come previsto dalla legge e come faranno tutti gli altri hotel già dal 6 agosto. Tutto il resto è solo una trovata di marketing ben riuscita, visto l’eco che è riuscito ad avere sulla stampa, senza neanche uno straccio di verifica.